Oggi completiamo la rassegna dei dieci elementi che consideriamo costitutivi il Mindset Pop alla luce di quanto sviluppato da me e dai Pop Opinionist che si sono succeduti nel corso di questo primo anno di Prolegomeni con interventi singoli o nel contesto di Conversazioni Collaborative focalizzate su ambiti verticali (come le Community d’ingaggio o il Pop Branding).
Il documento che raccoglie i contenuti sintetizzati qui e nei Prolegomeni 100, 101, 102 e 103 è disponibile sulla piattaforma Pop Management Evolution Lab: https://www.yourchangecanvas.com/pop-management/#stanze
Siete tutti invitati a partecipare alla elaborazione collaborativa del documento in “permanent beta” che sarà aggiornato mese dopo mese sulla base
- dei Prolegomeni che verranno pubblicati, mediamente due alla settimana;
- i risultati degli Evolution Lab che si terranno nel corso dell’anno;
- le indicazioni provenienti dai thread di approfondimento della prima stanza di Evolution Lab (Manifesto Pop).
8 L’umano e il macchinico
Si tratta di rispondere al quesito posto radicalmente da Cosimo Accoto quando scrive: «Chi è, cos’è, da dove viene e come si diviene questo fantomatico “umano” che tutti vorrebbero al centro, in controllo, nel giro? Interrogati sul punto, filosofi, antropologi e geografi faticano a trovarne tracce sul pianeta…Che sia anch’esso, in ultima istanza, solo una “persona ficta”?». (Accoto 2024, postilla a The Latent Planet) La stessa domanda al centro di Ariminum Circus Stagione 1: «Possiamo chiamare la nostra epoca età delle macchine, perché tutti oggi procedono, vivono e muoiono più meccanicamente che in passato: aspirano anzi a essere macchine. Pensiamo al linguaggio: sta perdendo le peculiari caratteristiche di complessità a favore di una neolingua che procede a rapidi passi verso la semplificazione standardizzata di un codice software – conservando per ogni termine un significato privo di sfumature, o introducendo abbreviazioni e ideogrammi a coprire un’ampia serie di concetti… E poi: l’artificiale non è connotato dallo scopo? La campana batte l’ora per ogni anima, il rasoio aiuta il corpo a cambiare… E l’uomo cosa cerca soprattutto, se non uno scopo per cui vivere? Di farsi dunque macchina?» concluse il Maestro”. Ariminum Circus Stagione 1, pag. 184.
La strada per una tecnologia umanamente concepita passa per l’ergonomia cognitiva, che si riferisce a quanto uno strumento fisico o digitale riesce a inserirsi e incasellarsi nei nostri schemi mentali, rendendosi semplice da adottare e usare. Ci sono oggetti virtuali come gli NFT, i social network e, recentemente, la GenAI, la cui ergonomia cognitiva ha permesso una diffusione popolare massiva, al netto della complessità della tecnologia che vi è dietro: chi comprava NFT probabilmente non conosceva le sottigliezze della blockchain, e chi si interfaccia con strumenti di GenAI oggi utilizza con semplicità il linguaggio naturale, senza conoscere storia e profondità delle reti neurali. L’ergonomia cognitiva e la rapida diffusione di questi strumenti hanno creato nuove abitudini sociali prima ancora che aziendali, abitudini che sono diventate subito Pop[1].
«Le tecnologie sviluppate negli ultimi decenni sono entrate nella nostra quotidianità con una tale forza da diventare imprescindibili per il nostro modo di lavorare, relazionarci, spostarci e prendere decisioni… Dal 1977 ad oggi, possiamo distinguere quattro generazioni di nativi digitali: Text, Web, Social Media e Touch, ognuna delle quali ha trasformato il nostro rapporto con la tecnologia e l’informazione… Gesti e parole che fino a pochi anni fa non esistevano sono oggi parte integrante della nostra vita: provate a mostrare una foto stampata a un bambino, e vi sorprenderà nel tentativo di zoomare con le dita. Termini come ‘cringe’ o ‘flexare’ dimostrano come il linguaggio stia cambiando rapidamente, contaminato dal digitale e dagli anglicismi».[2]
«La semplicità non è sinonimo di banalità, ma rappresenta la capacità di distillare l’essenza delle cose, eliminando il superfluo per focalizzarsi su ciò che è realmente importante… La tecnologia dovrebbe essere al servizio delle persone, facilitando processi e comunicazioni, senza aggiungere complessità inutili»[3].
D’altro canto, «semplificare significa spesso perdere profondità: la velocità della rete ci spinge a consumare concetti ridotti, ma il sensemaking richiede lentezza, riflessione e apertura all’incertezza»[4].
«L’innovazione nel Pop Management non è solo tecnologica, ma culturale: significa ripensare i modelli di formazione e crescita personale attraverso metodologie più interattive e stimolanti».[5]
In questo quadro è necessario adottare nuovi paradigmi e competenze per gestire l’innovazione in modo efficace, superando i modelli tradizionali e abbracciando un approccio più flessibile e adattivo[6]. Condizioni per l’applicazione di un tale paradigma sono: Leadership Convocativa: l’innovazione coinvolge tutti i livelli aziendali; Co-creazione e Contaminazione: l’innovazione è diffusa grazie a processi di co-creazione tra diverse competenze; Apprendimento Esperienziale: il passaggio dall’apprendimento teorico a quello esperienziale, riduce il tempo tra generazione dell’idea e realizzazione; Esperienze Immersive: la creazione di esperienze immersive e coinvolgenti permettono ai dipendenti di sperimentare direttamente le nuove idee e tecnologie. Questo può includere workshop, hackathon e altre attività interattive. Comunicazione Efficace: è importante utilizzare strumenti di comunicazione efficaci per diffondere le idee innovative all’interno dell’organizzazione. Questo include l’uso di storytelling, video e altri media per rendere l’innovazione più attraente e comprensibile.[7]
Infine, la riflessione su arte e management aiuta nella definizione dell’umano. «La Pop Art ha rivoluzionato il mondo dell’arte, trasformando immagini di consumo quotidiano in icone culturali. Oggi, l’Intelligenza Artificiale sta facendo lo stesso con la creatività… Warhol ha dimostrato che l’arte non è solo ispirazione, ma anche ripetizione, serialità e accessibilità. L’AI sta ampliando ulteriormente questi concetti»[8].
«Viviamo in un’epoca di ibridazione tra naturale e artificiale. L’arte deve essere il luogo in cui questa fusione prende forma e senso».[9]
«La complessità e la fluidità del mondo moderno si riflettono soprattutto nel campo dell’arte contemporanea, che diventa così la “palestra” dove allenarsi a risolvere in maniera fantasiosa schemi di business che non hanno dei benchmarks chiari e definiti. Ci si trova spesso in una sorta di “labirinto colorato”, che mostra a chi lo percorre diverse strade e diverse combinazioni, tutte tappezzate di lustrini e paillettes, tutte potenzialmente giuste, che cambiano in continuo con il trascorrere del tempo. Quella che poteva essere una strada giusta e sicura oggi, non è detto che lo sarà domani. La consapevolezza di questa “colorata insicurezza” rende certamente vivo chi prova a districarsi in questo labirinto, senza però capire se effettivamente la strada che sta percorrendo lo stia portando nella direzione giusta. E tutto ciò con la finalità ultima di rendere l’arte fruibile e democratica, riconoscibile e popolare allo stesso tempo. Se si vuole che un dipinto o una scultura non siano un semplice esercizio di stile, bisogna necessariamente rivolgersi a tutti, in un linguaggio universale volto ad essere la base del cambiamento»[10].
“La cattiva considerazione di sé” è il tratto distintivo dell’umano come insegna una nota poesia di Wislawa Szymborska. Szymborska mette in evidenza come gli animali non abbiano scrupoli o rimorsi. Ad esempio, la poiana, la pantera nera e il serpente a sonagli vivono senza dubbi o autocritiche. Uno stato esistenziale che contrasta con quello degli esseri umani, che spesso si tormentano con sensi di colpa e autocritiche. Perciò la poetessa suggerisce che la “cattiva coscienza” è una caratteristica distintiva degli esseri umani. Mentre gli animali vivono in armonia con la loro natura, gli esseri umani sono spesso intrappolati in un ciclo di autocritica e insoddisfazione. Tuttavia, Szymborska sembra suggerire che la cattiva coscienza, sebbene possa essere dolorosa, è anche uno strumento per la crescita personale. La riflessione critica su se stessi può portare a un miglioramento continuo, a patto che non diventi un’ossessione distruttiva. Un’immagine potente nella poesia è quella del cuore dell’orca, «che pesa cento chili ma è leggero sotto un altro aspetto» nonostante il peso delle nostre coscienze, possiamo trovare leggerezza e pace attraverso l’accettazione e la riflessione.[11]
9 Intelligenza Collaborativa
Il concetto di Intelligenza Collaborativa si presta bene a descrivere l’essenza del lavoro nelle social organization ispirate ai principi dello Humanistic e del Pop Management e può contribuire al superamento/integrazione di concetti ormai abusati come intelligenza collettiva (P. Lévy) e intelligenza connettiva (con cui de Kerckhove ha adattato la definizione di Levy al contesto tecnologico delle reti, mirando alla connessione delle intelligenze quale incontro sinergico dei singoli soggetti per il raggiungimento di un obiettivo).
Il concetto di intelligenza collaborativa, nell’accezione proposta nel libro, ingloba anche quello golemaniano di intelligenza emotiva, data la fondamentale importanza dell’empatia nei processi di lavoro collaborativo.[12]
Più in generale la collaborazione nei team può essere migliorata attraverso una comprensione delle neuroscienze e una visione sistemica[13].
Nella prospettiva dell’intelligenza collaborativa le priorità potenzialmente conflittuali dei soggetti interessati e l’intreccio di interpretazioni differenti dei fenomeni scaturenti da approcci disciplinari diversi («metadisciplinarietà») sono fondamentali per la soluzione dei problemi.[14] Processi che, in coerenza con il modello organizzativo dello smart working e con quello sociologico del sensemaking (Weick), si possono svolgere solo in un ambiente abilitante adeguato sia online sia offline: un ambiente quindi fatto di spazi fisici e virtuali, di valori condivisi, di logiche e processi orizzontali e non verticali eccetera.
Un modello antitetico a quello proposto dalle Istituzioni Totali dello Scientific Management, consapevole che la Complessità si può gestire con la razionalizzazione che non è riduzionismo (Morin), nella consapevolezza che la parola Tutto è «solo un brandello di bufera» (W. Szymborska).
In questo contesto è utile considerare l’Intelligenza Collaborativa come una forma di intelligenza intertempo, un concetto che sottolinea come le azioni e le decisioni del presente siano sempre influenzate dal passato e abbiano un impatto sul futuro. Si tratta di un approccio che considera il flusso temporale come un continuum, dove il passato non è solo una sequenza di eventi conclusi, ma una risorsa viva che continua a influenzare la nostra percezione e le nostre azioni nel presente. In pratica, l’intelligenza intertempo invita a progettare e prendere decisioni in modo consapevole, tenendo conto del legame tra il passato, il presente e il futuro. È una forma di pensiero che ci spinge a riflettere sulle conseguenze a lungo termine delle nostre azioni e ad avere una visione più ampia e responsabile. Questo approccio è particolarmente utile nel contesto del Pop Management, in cui si cerca di integrare le tendenze culturali e sociali in modo che siano in sintonia con le aspettative future, creando un equilibrio tra tradizione e innovazione[15].
Da sottolineare anche che porre l’Intelligenza Collaborativa a fondamento della visione aziendale, determina delle significative differenze in particolare rispetto al modello olocratico. Il Pop Management e l’Olocrazia condividano l’idea di una gestione distribuita e aperta alla diversità, ma differiscono principalmente nella concezione della struttura organizzativa, nei processi decisionali e nella flessibilità operativa. Il Pop Management si presenta come un modello più dinamico e adattabile, ispirato da una cultura creativa e informale, mentre l’Olocrazia offre una struttura formale e processi rigorosi per facilitare una partecipazione distribuita ma controllata. Entrambi i modelli, però, cercano di superare le rigide gerarchie tradizionali, mettendo al centro l’autonomia, l’innovazione e la partecipazione.[16]
10 Pop e Populismo
L’appiattirsi sull’adesione acritica alle parole d’ordine del Pensiero Unico dell’iperpoliticamente corretto, metastasi letale ormai diffusa nel corpo sociale contemporaneo, è la “Banalità del Bene”, come la definisce un personaggio di Ariminum Circus Stagione 1, che poi aggiunge: «Il politicamente corretto ha generato l’obbrobrio del politicamente abietto: un fanatico negazionismo dei valori tradizionali, paradossale paio di tutte le iconoclastie che in nome di un passato idealizzato affliggono la contemporaneità come catastrofi apocalittiche – eco-vandalismi, abbattimenti di statue e monumenti, distruzione terroristica di grattacieli, neo-luddismi di ogni tipo –, per il quale gli obesi, i bianchi, gli eterosessuali sono diventati i nuovi eretici da combattere. La vera uguaglianza può sorgere solo annaffiando il terreno delle differenze».[17]
Il clima neo-orwelliano di caccia alle streghe e agli stregoni del pensiero critico che si respira nella società e quindi nelle aziende rende oggi pertanto indispensabile un equilibrato approccio narrativo all’interpretazione e alla gestione dell’impresa, proprio in quanto solo così è possibile conferire dignità e significato al lavoro.
L’inclusione in particolare non deve essere solo uno slogan, ma un impegno autentico radicato nel contesto aziendale specifico[18].
Più in generale, «contrariamente alla previsione di Umberto Eco, secondo cui l’avvento di Internet avrebbe favorito un ‘consumatore onnivoro’, oggi assistiamo a un’accentuata polarizzazione culturale, in cui le persone si chiudono in bolle informative sempre più ristrette» che »rende necessari interventi strutturali nel sistema educativo, nel mercato dell’informazione e nel ruolo proattivo delle aziende, per garantire una classe dirigente più preparata e una società meglio informata».[19]
Simone Farinelli introduce il concetto di iperoggetto per descrivere fenomeni così vasti e complessi da trascendere i confini spazio-temporali tradizionali, come il cambiamento climatico. Secondo Farinelli, il Pop Management può essere considerato un iperoggetto poiché richiede ai manager di riconoscere che ogni decisione aziendale ha ripercussioni non solo sugli utili, ma anche su dipendenti, ambiente, dinamiche sociali locali e persino su fenomeni globali come l’inquinamento e le crisi sociali. Questa prospettiva sottolinea l’interconnessione delle azioni manageriali con l’intero ecosistema, enfatizzando la necessità di una leadership consapevole delle proprie responsabilità a livello globale. Adottare questa visione implica superare l’individualismo e promuovere un approccio collaborativo ed ecosistemico, riconoscendo che le scelte aziendali influenzano e sono influenzate da una rete complessa di relazioni e impatti. In questo modo, il Pop Management si configura come un iperoggetto, richiedendo una gestione attenta alle connessioni profonde tra organizzazioni e contesto globale. «Il nostro tempo è attraversato da una tempesta perfetta di sfide ambientali, sociali, economiche e politiche che non possono essere ignorate… In questo contesto, continuare a mediare e offrire storytelling rassicurante potrebbe trasformarsi in un racconto normalizzatore e paralizzante, che non affronta le discontinuità del presente… L’innovazione nasce dal ‘deragliamento del pensiero’, un allontanamento coraggioso dai sentieri consueti, per esplorare territori sconosciuti e potenzialmente pericolosi… La narrazione deve abbracciare la rottura, l’irregolarità e la pluralità, per non essere più la semplice ripetizione di storie già raccontate, ma una forma di comunicazione che esplora la complessità del nostro tempo»[20].
[1] 17 – OPINION PIECE DI MARCO MILONE Il contributo esamina l’impatto delle nuove tecnologie, in particolare l’Intelligenza Artificiale (AI) e i Big Data, sulla ridefinizione dell’interazione culturale e consumeristica. Impatto dell’AI e dei Big Data: Le tecnologie come gli algoritmi di Spotify e Netflix stanno ridisegnando le frontiere tra cultura, affari e tecnologia, permettendo alle aziende di prevedere tendenze e personalizzare le esperienze dei consumatori. IBM sta lavorando per ridurre i bias nei sistemi di AI, promuovendo una tecnologia più equa e giusta.
Questioni Etiche e Filosofiche: L’adozione dell’AI solleva domande sull’autonomia e l’identità dei consumatori, influenzando profondamente la nostra cultura e identità. Heidegger viene citato per riflettere sull’essenza della tecnologia e il suo impatto sull’essere umano. Creatività e Libertà di Scelta: L’AI può semplificare la creazione di contenuti, ma solleva dubbi sulla genuinità della creatività. La libertà di scelta dei consumatori è messa in discussione quando le preferenze sono modellate da algoritmi. Uso Etico dei Big Data: Le aziende devono bilanciare l’uso dei Big Data con la trasparenza e la protezione dei dati degli utenti. È importante evitare “bolle di filtro” che limitano l’esposizione a nuove idee e diversità culturale. Evoluzione delle Tecnologie: L’Intelligenza Artificiale Generativa e l’apprendimento automatico non supervisionato stanno aprendo nuove frontiere in vari campi, sollevando nuove questioni etiche. La cultura Pop riflette sulle tensioni e promesse della tecnologia, esplorando le relazioni tra umanità e tecnologia. Responsabilità Etica: Le aziende devono considerare le implicazioni a lungo termine delle innovazioni tecnologiche sulla società, bilanciando innovazione e responsabilità etica. Esempi come Google DeepMind mostrano l’importanza di un impegno etico nell’AI.
18 – OPINION PIECE DI ALESSIO MAZZUCCO Mazzucco sottolinea come tecnologie come l’IA generativa e la blockchain siano diventate accessibili e Popolari, trasformando il modo in cui le aziende operano. Egli evidenzia l’importanza dell’ergono
mia cognitiva, ovvero la capacità di una tecnologia di integrarsi facilmente nei nostri schemi mentali, rendendola semplice da adottare e utilizzare. Impatto delle tecnologie “Pop”: Tecnologie come l’IA generativa e la blockchain sono diventate accessibili e Popolari, trasformando il modo in cui le aziende operano. Ergonomia cognitiva: La capacità di una tecnologia di integrarsi facilmente nei nostri schemi mentali, rendendola semplice da adottare e utilizzare. Esempi di tecnologie “Pop”: NFT e IA generative hanno democratizzato l’accesso a tecnologie complesse, permettendo a chiunque di utilizzarle senza dover comprendere i dettagli tecnici. Tecnologia e società: La tecnologia diventa “Pop” quando è cognitivamente ergonomica, come dimostrato dai social network che sono diventati parte integrante delle nostre vite quotidiane.
Inversione della dinamica d’influenza: Oggi è la società a influenzare le strutture organizzative, non più le aziende a dettare usi e costumi sociali.
[2] 48 – OPINION PIECE DI CARLO CUOMO L’autore analizza l’impatto delle tecnologie sviluppate nelle ultime decadi sulla quotidianità degli individui. Egli osserva come queste innovazioni siano diventate fondamentali nella vita delle persone, influenzando il loro modo di lavorare, relazionarsi, spostarsi e prendere decisioni. Cuomo identifica quattro generazioni di “nativi digitali” a partire dal 1977: Generazione Text: Inizia nel 1977 con l’ingresso dei computer nelle case, segnando la nascita dei primi nativi digitali. Generazione Web: Caratterizzata dall’accesso a internet, un contenitore di informazioni, notizie e contenuti di ogni tipo. Generazione Social Media: Le persone iniziano a costruire le proprie identità digitali attraverso piattaforme social. Generazione Touch: L’accesso al mondo digitale diventa costante e ubiquitario grazie a dispositivi touch, permettendo una connessione continua alla rete. Queste evoluzioni hanno portato a cambiamenti significativi non solo dal punto di vista economico e geopolitico, ma anche culturale e sociale. Ad esempio, gesti come allargare le dita su un display per ingrandire un’immagine sono diventati comuni, al punto che i bambini possono tentare di farlo anche su foto stampate. Inoltre, l’uso di termini come “cringe” o “flexare” e l’adozione di anglicismi nel linguaggio quotidiano evidenziano come la tecnologia abbia influenzato profondamente il modo di comunicare.
[3] In Prolegomeni 88 “Lezioni di Innovazione: dalle Lezioni Americane di Italo Calvino al POP Management” Luigia Tauro mostra come i principi letterari di Italo Calvino possano essere applicati alla gestione dell’innovazione nelle organizzazioni moderne. Collegamento con le Lezioni Americane di Italo Calvino Tauro utilizza le cinque qualità fondamentali della letteratura identificate da Calvino nelle sue “Lezioni Americane” – Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità e Molteplicità – come principi applicabili alle forme organizzative capaci di sostenere l’innovazione.
- Leggerezza 2015: Le organizzazioni devono alleggerirsi da strutture burocratiche per innovare. Oggi: Creare strutture agili e adattabili con leadership diffusa e collaborazione orizzontale.
- Rapidità 2015: La velocità di risposta ai cambiamenti di mercato è cruciale. Oggi: La rapidità emerge dalla co-creazione e dal design thinking, permettendo iterazioni rapide delle soluzioni.
- Esattezza 2015: L’innovazione deve essere supportata da una visione chiara e obiettivi precisi. Oggi: L’esattezza include la capacità di costruire narrazioni condivise che ispirino il cambiamento.
- Visibilità 2015: L’innovazione richiede immaginazione e capacità di visualizzare il futuro. Oggi: Creare esperienze immersive e partecipative che coinvolgano tutti gli attori dell’organizzazione.
- Molteplicità 2015: Importanza delle reti collaborative per generare innovazione. Oggi: Ecosistemi aperti dove aziende, startup, università e clienti co-creano soluzioni.
Evoluzione dei Modelli Organizzativi Tauro analizza l’evoluzione dei modelli organizzativi dal 2015 ad oggi, evidenziando il passaggio da strutture gerarchiche e rigide a organizzazioni più fluide e partecipative. Dal Controllo Gerarchico all’Innovazione Partecipata 2015: Innovazione governata attraverso approcci gerarchici, a rete e collaborativi. Oggi: Il Pop management introduce un paradigma dove l’innovazione è un fenomeno culturale diffuso. Il Pop Management Leadership Diffusa: L’innovazione coinvolge tutti i livelli aziendali. Co-creazione e Contaminazione: Innovazione diffusa grazie a processi di co-creazione tra diverse competenze. Apprendimento Esperienziale: Passaggio dall’apprendimento teorico a quello esperienziale, riducendo il tempo tra generazione dell’idea e realizzazione.
[4] 74 – OPINION PIECE DI GIANMARCO GOVONI Semplificazione e immediatezza nella comunicazione moderna: Govoni osserva che, nell’era digitale, c’è una tendenza a semplificare e rendere immediati concetti complessi, spesso riducendoli a versioni accessibili e accattivanti. Questo processo, sebbene renda le informazioni più fruibili, può portare a una perdita di profondità e alla marginalizzazione del dubbio critico. Il dubbio come esercizio fuori moda: In un contesto dove tutto è reso immediato e consumabile, il dubbio viene visto come un’esperienza mal sopportata. La velocità e la superficialità della comunicazione digitale possono ostacolare la riflessione critica e l’approfondimento necessari per una comprensione autentica. Sovraccarico informativo e competizione per l’attenzione: La sovrabbondanza di informazioni nel mondo digitale crea una concorrenza spietata per l’attenzione degli utenti. Questo scenario favorisce la diffusione di contenuti semplici e brevi, penalizzando l’approfondimento e la complessità, elementi essenziali per il processo di Sensemaking. Il Pop Management e la costruzione del senso: Govoni suggerisce che il Pop Management dovrebbe riconoscere l’importanza del dubbio e della complessità come strumenti per la costruzione di significato all’interno delle organizzazioni. Invece di evitare l’incertezza, le organizzazioni dovrebbero abbracciarla come parte integrante del processo decisionale e della crescita.
[5] 64 – OPINION PIECE DI MARILU’ CARNESI L’articolo “Prolegomeni al Manifesto del Pop Management 64 – Innovazione Pop” di Marilù Carnesi esplora l’importanza di approcci formativi innovativi, come l’edutainment e la gamification, nello sviluppo delle soft skills. Queste competenze trasversali, tra cui comunicazione efficace, pensiero critico, leadership, creatività e problem-solving, sono fondamentali nel contesto professionale odierno, ma spesso trascurate nei sistemi educativi tradizionali.
Carnesi sottolinea come l’integrazione di elementi ludici e interattivi nella formazione possa rendere l’apprendimento più coinvolgente ed efficace, facilitando lo sviluppo di queste abilità essenziali. L’edutainment combina educazione e intrattenimento, mentre la gamification applica meccaniche di gioco in contesti non ludici per motivare e coinvolgere i partecipanti.
Implementando queste strategie, le organizzazioni possono promuovere un ambiente di apprendimento dinamico che favorisce la crescita personale e professionale, preparandosi meglio alle sfide di un mercato del lavoro in continua evoluzione.
[6] 11 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO GIAUME. Giaume sottolinea che le aziende devono essere flessibili e pronte a cambiare per affrontare la complessità del mondo odierno. Egli critica l’approccio tradizionale del “predict and control” e propone invece un modello più dinamico e adattabile, capace di rispondere rapidamente ai cambiamenti. L’autore evidenzia la necessità di sviluppare nuove competenze e creare spazi dedicati all’innovazione, dove le regole possono essere modificate al minimo segnale di stanchezza o inefficacia. Giaume fa riferimento anche ai concetti di “sense and respond” e alle “Exponential Organizations”, suggerendo che l’inerzia organizzativa può ostacolare l’innovazione e che è fondamentale promuovere un ambiente che favorisca il cambiamento continuo
[7]23 – OPINION PIECE DI FRANCESCO GORI Francesco Gori introduce il concetto di “Innovazione Pop” come un approccio che integra elementi della cultura Popolare nella gestione dell’innovazione aziendale. Questo approccio mira a rendere l’innovazione più accessibile, coinvolgente e partecipativa. Principi dell’Innovazione Pop
Gori identifica diversi principi chiave che caratterizzano l’Innovazione Pop: Accessibilità: L’innovazione deve essere comprensibile e accessibile a tutti i membri dell’organizzazione, non solo agli esperti o ai dirigenti. Coinvolgimento: Promuovere la partecipazione attiva di tutti i dipendenti nel processo di innovazione, creando un ambiente collaborativo e inclusivo. Creatività: Incoraggiare la creatività e l’originalità, prendendo ispirazione dalla cultura Popolare per sviluppare idee innovative. Adattabilità: Le organizzazioni devono essere flessibili e pronte ad adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e alle nuove tendenze. Applicazione Pratica Condizioni per applicare questi principi nella pratica aziendale: Leadership Diffusa: L’innovazione non deve essere centralizzata, ma distribuita tra tutti i livelli dell’organizzazione. Ogni dipendente può contribuire con idee e soluzioni innovative. Co-creazione: Collaborare con clienti, fornitori e altri stakeholder per co-creare prodotti e servizi innovativi. Questo approccio favorisce la contaminazione di idee e l’emergere di soluzioni creative. Esperienze Immersive: Creare esperienze immersive e coinvolgenti che permettano ai dipendenti di sperimentare direttamente le nuove idee e tecnologie. Questo può includere workshop, hackathon e altre attività interattive. Comunicazione Efficace: Utilizzare strumenti di comunicazione efficaci per diffondere le idee innovative all’interno dell’organizzazione. Questo include l’uso di Storytelling, video e altri media per rendere l’innovazione più attraente e comprensibile. Benefici dell’Innovazione Pop per le organizzazioni: Maggiore Coinvolgimento: I dipendenti si sentono più coinvolti e motivati a partecipare al processo di innovazione. Aumento della Creatività: L’integrazione di elementi della cultura Popolare stimola la creatività e l’originalità. Flessibilità e Adattabilità: Le organizzazioni diventano più flessibili e pronte ad adattarsi ai cambiamenti del mercato. Collaborazione e Co-creazione: La collaborazione con stakeholder esterni favorisce la contaminazione di idee e l’emergere di soluzioni innovative.
[8] 55 – OPINION PIECE DI FABRIZIO RAUSO Pop Art: democratizzazione dell’arte Rauso sottolinea come la Pop Art, rappresentata da figure come Andy Warhol, abbia abbattuto le barriere tra arte alta e cultura Popolare. Utilizzando immagini ripetitive e tecniche meccaniche come la serigrafia, Warhol ha elevato oggetti di consumo quotidiano e icone di massa al rango di arte, rendendola più accessibile e comprensibile al grande pubblico. Le sue opere, come quelle raffiguranti le lattine di zuppa Campbell’s e Marilyn Monroe, sono esempi emblematici di questa rivoluzione. Intelligenza Artificiale: una nuova frontiera creativa L’autore evidenzia come l’AI rappresenti un nuovo capitolo nella storia dell’arte e della cultura Popolare. Gli algoritmi possono generare opere d’arte, musica e testi, imitando lo stile di artisti celebri e creando nuove forme di creatività “Pop”. Questa evoluzione solleva dibattiti sul significato della creatività, un tema già affrontato da Warhol con la sua pratica di delegare la creazione artistica ai suoi assistenti nella “Factory”.
[9] 60 – OPINION PIECE DI GIAMPIERO MOIOLI Nell’articolo “Prolegomeni al Manifesto del Pop Management 60 – Storytelling Pop”, Giampiero Moioli, artista e scultore, esplora il ruolo dell’arte come mezzo per connettere mondi e linguaggi diversi, specialmente nell’era dell’Intelligenza Artificiale. Egli sottolinea l’importanza della narrazione visiva e formale per creare dialoghi significativi sia a livello personale che sociale. Arte come ponte tra mondi Moioli evidenzia come l’arte possa fungere da collegamento tra diverse dimensioni dell’esperienza umana, permettendo una comprensione più profonda della realtà. Attraverso le sue opere, cerca di rappresentare l’interazione tra forme naturali e meccaniche, simboleggiando l’armonia e la tensione tra l’uomo e l’universo. Ad esempio, nella sua scultura “Equilibrio Celeste”, l’artista incarna questa connessione, invitando l’osservatore a un dialogo sia con l’opera che con le proprie percezioni e vissuti. Influenza del Pop Management L’autore si ispira al concetto di Pop Management delineato da Vanni Codeluppi, che enfatizza l’evoluzione costante della società contemporanea e del mondo dell’arte. Questo processo di “Sensemaking” è centrale nel lavoro di Moioli, poiché le sue sculture e installazioni sono create per interpretare la realtà, permettendo agli spettatori di attribuire significato a strutture complesse e sconosciute. Narrazione multidimensionale nello Storytelling Pop Moioli propone una narrazione che integra elementi reali e virtuali, tecnologici e naturali, offrendo un’esperienza immersiva e interattiva. Questo approccio invita lo spettatore a diventare parte attiva nell’interpretazione dell’opera, costruendo significati personali e collettivi. Le sue sculture non sono semplici oggetti, ma simboli di un mondo interiore in evoluzione, esplorando il legame tra uomo, natura e tecnologia. In conclusione, Giampiero Moioli attraverso il suo lavoro artistico e concettuale, propone una visione dell’arte come strumento di connessione e comprensione, in linea con i principi del Pop Management e dello Storytelling Pop.
[10] 9– OPINION PIECE DI CESARE CATANIA. Cesare Catania, artista e scultore, discute come l’arte contemporanea possa influenzare e ispirare il management aziendale. Arte Contemporanea e Creatività: L’arte contemporanea è vista come un mondo fantastico dove la creatività prevale sulla razionalità. Catania sottolinea l’importanza di dare spazio alla fantasia e alla libertà creativa, che non segue regole rigide ma il cuore e l’anima dell’artista. Ruolo delle Figure Manageriali: Oltre agli artisti, figure come galleristi, curatori e imprenditori giocano un ruolo cruciale nello sviluppo delle correnti artistiche. Queste figure aiutano a tradurre la creatività in schemi di business, affrontando la complessità e la fluidità del mondo moderno. Labirinto Colorato: L’arte contemporanea è descritta come un “labirinto colorato” che offre diverse strade e combinazioni, tutte potenzialmente giuste. Questo labirinto rappresenta la complessità del mondo moderno e la necessità di trovare soluzioni creative ai problemi di business. Phygital Art: Catania introduce il concetto di arte “phygital”, che combina elementi fisici e digitali. Un esempio è la sua opera “L’Abbraccio”, che utilizza l’intelligenza artificiale per permettere a tutti di diventare artisti attraverso un software di scultura digitale. Diffusione dell’Arte Democratica: L’artista promuove un’arte democratica, accessibile a tutti, abbattendo le barriere della discriminazione. Questo approccio riflette la visione del Pop Management, che mira a creare un ambiente inclusivo e collaborativo. In sintesi, l’articolo di Cesare Catania evidenzia come la creatività e l’arte contemporanea possano ispirare nuove forme di management, promuovendo l’apertura al diverso e l’innovazione attraverso un approccio creativo e democratico.
[11] 76 – SENSEMAKING POP. LODE DELLA CATTIVA CONSIDERAZIONE DI SE’. La poesia di Szymborska conferma le tesi di Hannah Arendt sulla “banalità del male”, titolo dell’opera che riprende i resoconti che l’autrice pubblicò come corrispondente del settimanale New Yorker durante il processo ad Adolf Eichmann, gerarca nazista catturato nel 1960 e giudicato a Gerusalemme nel 1961. Ciò che la Arendt scorgeva in Eichmann non era stupidità, ma la pura incapacità di pensare. Eichmann agiva all’interno dei ristretti limiti permessi dalle leggi e dagli ordini. Era una persona completamente calata nella realtà che aveva davanti: lavorare, cercare una promozione, riordinare numeri sulle statistiche. Quanti di noi condividono questi comportamenti? Il punto è che, se sono disgiunti da una continua riflessione sulle loro finalità, divengono la componente fondamentale di una “cieca obbedienza” che, nei contesti caratterizzati dalla gestione scientifica e totalitaria del potere, appare normale. Perché lo Scientific Management, in ogni sua forma, non ti chiede di pensare al contenuto delle regole, ma di applicarle incondizionatamente. Eichmann ha introdotto il pericolo estremo della irriflessività. Come Szymborska, Arendt vede in Socrate il modello da seguire per sfuggire a un tale intorpidimento della sensibilità morale. Non è difficile capire perché. Nelle Disputazioni tuscolane Cicerone scrive che «Socrate fu il primo a richiamare la filosofia dal cielo, a collocarla nelle città, a introdurla nelle case e a costringerla a occuparsi della vita, dei costumi e delle cose buone e cattive». Si impegna dunque in una indagine non prevalentemente incentrata sulla natura fisica del mondo, come i presocratici, né prioritariamente finalizzata alla riflessione politica (Platone) o alla costruzione di una metafisica (Aristotele), ma sulla ricerca morale. Una morale simile a quella di Amleto (anch’egli convinto che ci siano più cose in terra che nei sogni della filosofia), da attuare non attraverso la volontà, come sarà detto da tutte le morali insegnate e praticate in Occidente, ma attraverso la conoscenza. Socrate è infatti convinto che la migliore maniera per prevenire il male è rintracciabile nel processo del pensare. Il pensare socratico provoca essenzialmente una ironica perplessità, che ha il potere di creare un distacco fra gli individui e le loro regole di comportamento. Pone quindi l’uomo di fronte a un quadro bianco, senza bene o male, senza giusto o sbagliato, ma attivando in lui la condizione per stabilire un dialogo con se stesso e permettendogli di deliberare un giudizio circa quanto accade nel mondo, assumendo la responsabilità dei propri comportamenti. Essere capaci di pensare significa essere responsabili. Essere responsabili significa fare scelte consapevoli. Assumersi il carico, fino in fondo, delle proprie scelte significa essere liberi. E in questo consiste la nostra umanità. Lo spiega bene Platone con il mito di Er che chiude La Repubblica: la libertà di ciascuno si esprime prima di nascere nella preferenza per la vita in cui calarsi ma, dopo, l’essere umano che sia veramente tale (e non uno sciacallo o una poiana travestiti) non può più sottrarsi alle conseguenze della decisione presa. E nella coscienza delle conseguenze delle proprie scelte, abbinata all’assunzione di responsabilità anche rispetto a tutti i “danni collaterali” che tali scelte possono determinare, sta anche il vero discrimine fra noi esseri umani e le Intelligenze Artificiali, che tale consapevolezza non hanno. Una consapevolezza che ovviamente non deve essere solo individuale, ma collettiva. Questo, in chiusura, mi offre anche l’opportunità di osservare che il World Economic Forum 2025 si è svolto all’insegna della Collaboration in the intelligent age. Un riconoscimento del fatto che l’Intelligenza Collaborativa è la chiave di volta per affrontare i problemi più importanti dell’umanità: facendo scelte frutto della collaborazione fra Intelligenze anche Artificiali (vedi su questo Prolegomeni 40), ma la cui responsabilità finale resta integralmente umana.
[12] 40 – INNOVAZIONE POP. ARIMINUM CIRCUS: IL READING! Intelligenza Artificiale Interazione tra umano e macchina: Le AI influenzano e modificano il linguaggio umano e le interazioni quotidiane. Consapevolezza delle AI: I personaggi scoprono di essere Intelligenze Artificiali, sollevando domande sulla coscienza e l’identità.
Cultura Pop Estetica Pop: Il formato del libro richiama l’estetica di registi come Wes Anderson e Wim Wenders, e include illustrazioni che trasformano il testo in una graphic novel. Instagrammabilità: Riflette su come viviamo in un mondo sempre più percepito e vissuto attraverso il software di una app. Filosofia e Società Teoria delle Intelligenze Multiple: Discute le diverse forme di intelligenza (naturalistica, musicale, logico-matematica, ecc.) e come queste si applicano agli esseri umani e alle AI. Bias Cognitivi: Analizza come i preconcetti influenzano la nostra percezione dell’intelligenza e delle capacità. Narrativa Distopica Rimini Dispotica: Presenta una Rimini futuristica e distopica, Popolata da personaggi bizzarri e vitelloni contemporanei. Specchio della Realtà: Utilizza la distopia come specchio per riflettere sulla realtà attuale e le sue contraddizioni.
Innovazione e Tecnologia Generative AI: Esplora il ruolo delle AI generative come ChatGPT e MidJourney nella creazione artistica e narrativa. Modificazione del Linguaggio: Discute come il linguaggio umano si modifica di fronte all’avvento del linguaggio artificiale. Recensioni e Critica Recensioni Ibride: Include recensioni realizzate sia da esseri umani che da Intelligenze Artificiali, sollevando domande sulla autenticità e la qualità della critica.
[13] 42 – OPINION PIECE DI EDOARDO MORELLI Collaborazione Pop Definizione: La collaborazione diventa POP quando valorizza i risultati del gruppo e trova sicurezza nel senso di appartenenza. Radicamento nell’essere umano: La collaborazione deve partire dalle persone, non dai processi, e deve coltivare l’istinto positivo di trovare soluzioni. Visione Sistemica Mente Estesa e Incarnata: La mente è influenzata dal corpo e dal contesto esterno, e agisce per influenzare a sua volta. Sistema azienda: Il sistema inizia e finisce nella persona, e l’azienda deve integrarsi con il sistema sociale attorno alla persona. Ruoli e Competenze Interpretazione dei ruoli: Le persone in un team sono concentrati di esperienze e non solo di competenze tecniche. Parità e sicurezza psicologica: Il team performa al meglio se c’è libertà di far circolare le informazioni e adattarle. Comunicazione POP Consapevolezza: La comunicazione efficace deve partire dalla consapevolezza delle persone e del loro contesto. Inclusione inversa: Entrare nella realtà delle persone di fronte a noi per comprendere i loro bisogni e contribuire alla relazione. Assertività ed Empatia Assertività: Scambio di rispetto tra chi partecipa a un confronto, riconoscendo i diritti di ogni persona. Empatia: Comprendere lo stato d’animo degli altri senza farsi carico delle loro emozioni, mantenendo lucidità. Obiettivi Progettazione condivisa: Gli obiettivi devono essere concertati e adattati alle persone, non viceversa. Flessibilità e adattamento: I processi devono essere flessibili per adattarsi ai cambiamenti nel team. Conclusioni Collaborazione POP: Guarda alle persone come tali e non come pezzi di un processo. Comunicazione consapevole: La comunicazione deve essere usata per relazionarsi meglio, non solo per comunicare meglio. Riconoscimento: L’inclusione dovrebbe essere abbandonata a favore del riconoscimento, che implica conoscere più volte. Riferimenti Bibliografici Libri utili: “Come funzionano le emozioni” di Fausto Caruana, “Pensieri lenti e veloci” di Daniel Kahneman, “Metafora e vita quotidiana” di George Lakoff e Mark Johnson, “HCE La scienza delle interazioni umane: Vol. 1” di Paolo Borzacchiello.
[14] Ad esempio, Francesco De Santis esplora come l’ermeneutica filosofica possa influenzare il Pop Management, con particolare attenzione al design delle interfacce digitali. De Santis integra la filosofia di Gadamer, in particolare il concetto di “fusione degli orizzonti”, nel contesto del web design, proponendo un approccio interdisciplinare che collega l’Human-Centered Design con le teorie manageriali contemporanee. Questa fusione di discipline mira a favorire l’interazione tra persone e sistemi organizzativi, segnando una transizione significativa dal Management Umanistico al Pop Management: 90 – OPINION PIECE DI FRANCESCO DE SANTIS
[15] 63 – OPINION PIECE DI GIANLUCA BOTTINI Nell’articolo “Prolegomeni al Manifesto del Pop Management 63 – Storytelling Pop”, Gian Luca Bottini, esploratore di linguaggi e appassionato di tipografia, arte e psicologia, riflette sull’importanza dello Storytelling nel contesto del Pop Management, enfatizzando la necessità di progettare con una visione orientata al futuro e alla sostenibilità. La circolazione delle idee Bottini cita Gustavo Zagrebelsky per sottolineare come le idee, se condivise e mescolate, contribuiscano alla vita comune e alla cultura. Questo concetto è centrale nel Pop Management, dove la progettazione deve tener conto dell’altro, mirando a diventare “buoni antenati” che influenzano positivamente le generazioni future. L’intelligenza intertempo L’autore introduce il concetto di “Intelligenza Intertempo”, che riconosce come le azioni presenti siano influenzate dal passato e influenzeranno il futuro. Questo approccio invita a una progettazione consapevole e responsabile, che attinge agli insegnamenti del passato per costruire ponti verso un futuro immaginifico. La realtà soggettiva Bottini fa riferimento al libro “Il padrone e il suo emissario” di Iain McGilchrist per evidenziare come la nostra percezione della realtà sia influenzata dalla mente. Questo suggerisce che la realtà è, in parte, una costruzione personale, influenzata dalle nostre esperienze e percezioni. Conclusione In sintesi, Gian Luca Bottini enfatizza l’importanza di uno Storytelling che tenga conto della responsabilità verso le future generazioni, promuovendo una progettazione consapevole e sostenibile. Questo approccio richiede una visione che integri passato, presente e futuro, riconoscendo l’influenza reciproca tra queste dimensioni temporali.
[16] 88 – OPINION PIECE DI LUIGIA TAURO II Pop Management e l’Olocrazia rappresentano due approcci distinti alla gestione aziendale, entrambi focalizzati sulla promozione dell’innovazione e della partecipazione, ma differiscono significativamente nella loro struttura e filosofia operativa. Similitudini: Decentralizzazione del potere: Entrambi i modelli enfatizzano la distribuzione dell’autorità decisionale. Il Pop Management promuove una leadership condivisa, coinvolgendo vari livelli dell’organizzazione nel processo decisionale. Analogamente, l’Olocrazia è un sistema organizzativo in cui l’autorità e le decisioni sono distribuiti tra gruppi auto-organizzati, eliminando le tradizionali gerarchie manageriali. Promozione dell’innovazione: Sia il Pop Management che l’Olocrazia favoriscono ambienti che stimolano l’innovazione. Il Pop Management crea spazi in cui l’innovazione può emergere spontaneamente, mentre l’Olocrazia, attraverso la sua struttura flessibile, facilita l’adattamento e l’innovazione continua. Differenze: Struttura organizzativa: Il Pop Management non prescrive una struttura organizzativa specifica, adattandosi alle esigenze e alla cultura dell’azienda. In contrasto, l’Olocrazia introduce una struttura definita, basata su ruoli e cerchi (gruppi), con processi di governance specifici che guidano le operazioni quotidiane. Processi decisionali: Nel Pop Management, le decisioni sono spesso il risultato di collaborazioni informali e flessibili, incoraggiando la creatività e l’adattabilità. L’Olocrazia, invece, stabilisce processi decisionali formali e strutturati, con regole chiare su come le decisioni vengono prese all’interno dei cerchi, garantendo trasparenza e coerenza. Origini e influenze: Il Pop Management trae ispirazione dalla cultura pop e da un approccio umanistico alla digitalizzazione, enfatizzando l’importanza delle persone e della cultura nell’innovazione. L’Olocrazia, sviluppata da Brian Robertson, si basa su principi di auto-organizzazione e governance distribuita, influenzata da concetti come la sociocrazia e la teoria degli stakeholder.
[17] 21 – ORGANIZZAZIONE POP. COMANDO, CONTROLLO, PAURA, DISORIENTAMENTO Nell’articolo “Prolegomeni al Manifesto del Pop Management 21 – Organizzazione Pop: Comando, Controllo, Paura, Disorientamento”, si esprimono diverse critiche alla cancel culture. Ecco i punti principali:
- Legittimazione di comportamenti estremi: critica alla cancel culture usata per legittimare comportamenti estremi e fanatici, come eco-vandalismi, abbattimenti di statue e monumenti, e distruzione terroristica di grattacieli.
- Neopuritanesimi e militanze cieche: La cancel culture è vista come un mix di neopuritanesimi e militanze cieche che, in nome dell’iperpolitically correct, portano a comportamenti estremi e irrazionali.
- Nuovi eretici: Minghetti sottolinea come la cancel culture abbia creato nuovi “eretici” da combattere, come gli obesi, i bianchi e gli eterosessuali.
- Eliminazione del pensiero critico: La cancel culture è accusata di diventare un manganello ideologico per eliminare qualsiasi sacca di pensiero critico nelle aziende e nella società in generale.
- Strumentalizzazione dell’inclusione e della diversità: denuncia della strumentalizzazione della giusta battaglia a favore della diversità, che viene utilizzata per giustificare comportamenti estremi e totalitari.
- Banalità del Bene: La cancel culture è descritta come un “cancro” che si infiltra in tutti i gangli della società, rappresentando il punto più basso e letale di un nazional-Populismo spacciato per Pop Culture.
[18] 54 – OPINION PIECE DI CLEMENTE PERRONE Clemente Perrone, Direttore Risorse Umane e Organizzazione del Gruppo Sirti, condivide la sua esperienza nel promuovere una cultura aziendale inclusiva, focalizzandosi su diversità, equità e inclusione. La sfida dell’inclusione nelle organizzazioni Perrone sottolinea come, in settori tecnologici e infrastrutturali, l’inclusione possa essere percepita con diffidenza, considerata distante dalle priorità operative tradizionali. Tuttavia, egli enfatizza che il cambiamento culturale è essenziale per mantenere l’azienda rilevante e al passo con i tempi. L’inclusione non deve essere solo uno slogan, ma un impegno autentico radicato nel contesto aziendale specifico. Il progetto “Le Differenze Connesse” Per affrontare queste sfide, Sirti ha lanciato il progetto “Le Differenze Connesse”, mirato a integrare diversità, equità e inclusione nella cultura aziendale. Questo progetto rappresenta un pilastro fondamentale per l’azienda, fungendo da modello per altre organizzazioni che aspirano a rendere l’inclusione parte integrante della loro strategia di business. Il ruolo del Sensemaking nel cambiamento culturale Perrone evidenzia l’importanza del Sensemaking, ovvero il processo attraverso il quale le persone costruiscono significati condivisi all’interno dell’organizzazione. Questo processo è cruciale per trasformare l’esperienza individuale in consapevolezza collettiva, facilitando l’adozione di nuove pratiche inclusive e promuovendo un ambiente di lavoro più aperto e collaborativo. Conclusione Guardando al futuro, Sirti si prepara ad affrontare le prossime sfide con determinazione, rendendo “Le Differenze Connesse” un elemento centrale della propria cultura aziendale. Questo impegno sottolinea l’importanza di adattarsi ai cambiamenti culturali e di riconoscere il valore dell’inclusione come componente strategica per il successo organizzativo.
[19] 58 – OPINION PIECE DI GIOLE GAMBARO Polarizzazione e frammentazione dei consumi informativi Gambaro osserva che, contrariamente alla teoria del “consumatore onnivoro” di Umberto Eco, che prevedeva una convergenza dei consumi culturali tra cultura alta e bassa, in Italia si è verificata una crescente polarizzazione. I dati ISTAT mostrano che solo una piccola percentuale di italiani legge sia libri che giornali, indicando una frammentazione dei consumi culturali. Crisi dei giornali e disintermediazione La crisi dei giornali tradizionali ha portato a una disintermediazione dell’informazione, con una diminuzione del giornalismo di qualità. Questo ha contribuito a una maggiore diffusione di notizie non verificate e alla difficoltà per il pubblico di distinguere tra fonti affidabili e no. Inadeguatezza della classe dirigente Un dato preoccupante evidenziato da Gambaro è che in Italia i dirigenti leggono meno libri rispetto a quadri e impiegati. Questo riflette un’inadeguatezza della classe dirigente nel confrontarsi con le sfide poste dalla polarizzazione e frammentazione dei consumi informativi. Proposte di intervento Per affrontare queste problematiche, Gambaro suggerisce: Migliorare il sistema educativo: Le università dovrebbero assicurarsi che gli studenti raggiungano livelli di competenza adeguati, eventualmente introducendo “anni di azzeramento” per colmare le lacune. Inoltre, è necessario aumentare gli investimenti nell’istruzione universitaria, poiché l’Italia investe meno dell’1% del PIL in questo settore, rispetto al 2-2,5% di altri Paesi. Affidarsi al mercato per la crisi dei giornali: È fondamentale individuare meccanismi che permettano ai giornali, o alle loro evoluzioni, di ottenere sufficienti entrate per garantire un giornalismo di qualità. La sfida non è impossibile; ad esempio, l’industria musicale, dopo aver perso quasi il 50% del fatturato a seguito di Napster e dei lettori mp3, si è ripresa aumentando i prezzi dei concerti e sfruttando le piattaforme di streaming con meccanismi di revenue share. Ruolo delle aziende: Le aziende possono intervenire in vari settori, come dimostrato nel 2020 quando riuscirono, attraverso un boicottaggio degli investimenti pubblicitari, a far rivedere alcune politiche di Meta. Inoltre, una maggiore sinergia con il sistema universitario, ad esempio potenziando il technology transfer, potrebbe migliorare la qualità dell’accademia italiana. In conclusione, Gambaro sottolinea la necessità di affrontare la polarizzazione e frammentazione dei consumi informativi attraverso interventi strutturali nel sistema educativo, nel mercato dell’informazione e nel ruolo proattivo delle aziende, per garantire una classe dirigente più preparata e una società meglio informata.
[20] 65– OPINION PIECE DI SIMONE FARINELLI L’articolo di Simone Farinelli “Prolegomeni al Manifesto del Pop Management 65 – Storytelling Pop” propone una riflessione sulla crisi delle tradizionali narrazioni nel contesto odierno, in particolare per quanto riguarda la gestione e la comunicazione nelle organizzazioni. Farinelli individua nel nostro tempo una serie di sfide senza precedenti che travolgono la società globale e le istituzioni. Le sfide contemporanee Farinelli parla di una “tempesta perfetta”, un’espressione che descrive la convergenza di molteplici crisi: ambientale, sociale, economica e politica. Secondo lui, queste sfide sono così complesse e interconnesse che le risposte tradizionali sembrano non essere più sufficienti per affrontarle. L’autore sottolinea come la comunicazione, per essere efficace, debba prendere atto di queste difficoltà e non ridursi a narrazioni che cercano di normalizzare l’eccezionalità del momento, creando un racconto paralizzante che non stimola il cambiamento o l’azione. Le organizzazioni rischiano di cadere in un circolo vizioso di ripetizione di soluzioni che non affrontano il cuore del problema. La proposta di un nuovo approccio narrativo Farinelli avanza una proposta che riguarda un cambio radicale nel modo in cui costruire le narrazioni. Invece di racconti rassicuranti e lineari, suggerisce di abbracciare una narrazione che rompe gli schemi tradizionali, che accetta la discontinuità e l’irregolarità, e che accoglie la pluralità di voci sovrapposte. L’idea è di aprirsi a nuove forme di comunicazione che riflettano meglio le complessità della realtà, con una narrazione che non “normalizza” gli eventi, ma li esplora in tutta la loro potenza trasformativa. Farinelli richiama anche il pensiero del filosofo Michel Serres, il quale sosteneva che l’innovazione spesso nasce dal “deragliamento del pensiero”. Secondo Serres, l’innovazione non si trova all’interno dei confini tracciati dalle convenzioni, ma fuori, nel pensiero irregolare che sconfina. Farinelli, adottando questa prospettiva, invita a superare la paura di ciò che è nuovo o sconosciuto, e a guardare alle sfide con un occhio critico, pronto a sperimentare nuove strade, anche a rischio di “deragliare” dai sentieri battuti. Un cambiamento coraggioso Il cambiamento radicale proposto nell’articolo implica che le organizzazioni e i leader non solo adattino il loro linguaggio e i loro metodi, ma che siano disposti a cambiare profondamente il loro approccio al problema. L’autore invita ad una narrazione scomoda ma necessaria, che ci faccia uscire dalla zona di comfort delle tradizionali risposte di gestione e che stimoli una riflessione più profonda, capace di affrontare la vera essenza delle sfide contemporanee. In questo contesto, il Pop Management diventa il veicolo di una comunicazione trasformativa: una che non si limita a rispondere alle aspettative del pubblico, ma che cerca di andare oltre, stimolando una partecipazione attiva, il coinvolgimento autentico e la responsabilità sociale. Conclusioni n sintesi, Simone Farinelli ci invita a considerare la necessità di un cambiamento radicale nelle narrazioni, in particolare all’interno delle organizzazioni. Le storie tradizionali non sono più sufficienti per rispondere alle problematiche globali e individuali del nostro tempo. Il Pop Management, come disciplina in continua evoluzione, deve essere capace di rompere le convenzioni narrative, promuovendo una comunicazione che si distacchi dal consueto e che incoraggi un pensiero innovativo, irregolare e responsabile. Farinelli enfatizza la centralità del coraggio nel passare da una narrazione rassicurante a una che, pur rischiosa, è in grado di affrontare la complessità della realtà.
104 – continua
Copertina di Marcello Minghetti (Mosaico per Ariminum Circus Stagione 1)
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