Immagine di Marcello Minghetti per Ariminum Circus Stagione 1

Prolegomeni al Manifesto del Pop Management 103. La (P)AI – Pop Ape Intelligence (Parte Quarta)

In occasione del centesimo capitolo dei Prolegomeni al Manifesto del Pop Management, intitolato La (P)AI – Pop Ape Intelligence (Parte Prima), abbiamo avviato una sintetica ricapitolazione del lavoro collaborativo realizzato dalla Pop Community per arrivare a una prima definizione di un vero e proprio Mindset Pop, articolato (per il momento) in dieci punti.

Dopo avere esaminato i primi 5 (I nuovi formati Pop in Prolegomeni 100, Il potere di Convocazione, L’empatia sistemica, La Co-Generazione di valore, in Prolegomeni 101, e La Cura, in Prolegomeni 102), proseguiamo adesso con il sesto (La Transmedialità) e il settimo (La Produzione collaborativa di Significato-Sensemaking). 

Gli ultimi tre elementi verranno descritti in Prolegomeni 104, che verrà pubblicato il 6 maggio (il blog si prende qualche giorno di vacanza!). Avremo così un quadro completo, per quanto sintetico, del Mindset Pop. Nel frattempo, come diceva Renzo Arbore in un celebre spot: «Meditate, gente, meditate!».

6 La Transmedialità

A partire dagli anni 2000 i dispositivi e i contenuti digitali hanno aperto a nuove tipologie di distribuzione / fruizione e di relazione – Pop – con il pubblico. Principali driver dello Storytelling Pop sono:

  1. Multicanalità/Multimedialità. Un concetto antichissimo: pensiamo ad esempio ai codici miniati medioevali, dove le illustrazioni   accompagnano e arricchiscono il testo originale. Una tradizione che arriva fino ai giorni nostri, passando attraverso la grande tradizione  dei libri illustrati e fotografici di cui i due libri di Alice sono esempi celebri e in cui rientrano testi come L’Impresa shakesperiana e Nulla due volte;
  2. Convergenza. Jenkins intende per Convergenza il flusso dei contenuti su più piattaforme, la cooperazione tra più settori dell’industria dei media e il migrare del pubblico alla ricerca continua di nuove esperienze di intrattenimento (vedi il caso delle Aziende InVisibili: riscrittura collaborativa delle Città Invisibili calviniane sotto forma di “romanzo a colori”, divenuta “Web Opera” in Second Life ed infine blog metadisciplinare – quello che state leggendo in questo momento);
  3. Ri-mediazione, un neologismo coniato da Bolter e  Grusin: indica l’utilizzo di un medium di massa in un altro (ad esempio il romanzo illustrato Ariminum Circus che diviene una graphic novel e un videogico);
  4. Transmedia branding, per la quale Tenderich e Williams propongono la seguente definizione: «un processo in cui elementi costitutivi di un brand sono dispersi sistematicamente su molteplici canali, per creare un’esperienza unitaria e coordinata, in cui ogni medium apporta il suo contributo originale allo svolgersi della storia». La narrazione diventa transmediale quando il brand si trova a veicolare la propria storia attraverso un ecosistema narrativo composto da tutti i canali che ha a disposizione[1].

Il rischio legato all’espansione delle narrazioni transmediali è che divengano strumento di potere e controllo: le storie possano essere utilizzate per influenzare e modellare le percezioni e i comportamenti delle persone. Per questo  va enfatizzata l’importanza dell’autenticità e della trasparenza nelle narrazioni aziendali. Le storie devono essere genuine e rispecchiare i valori reali dell’azienda per creare un legame emotivo e di fiducia con il pubblico, attingendo alle cultura Pop. L’uso di riferimenti culturali condivisi, come meme e tendenze sociali, aiuta a creare un’identità di marca che risuona con le persone. [2]

«Oggi le aziende non competono solo tra loro, ma con un’infinità di stimoli che affollano la mente del consumatore. L’attenzione è la vera moneta di scambio… In un mondo saturo di informazioni, emergere non significa dire di più, ma dire meglio: autenticità e valore sono le uniche strategie vincenti… Un brand che mette al centro il benessere del proprio pubblico non costruisce solo clienti, ma relazioni di fiducia destinate a durare nel tempo»[3].

Inoltre «Troppo spesso le aziende parlano a un pubblico già conquistato, dimenticando di coinvolgere nuove generazioni che si informano su piattaforme in continua evoluzione».[4]

In questo quadro va ricordato che l’Hypermedia Platfirm è un modello di azienda che integra e supera le caratteristiche delle tradizionali Media Company, focalizzandosi non solo su Multicanalità (ovvero, abbiamo detto, l’utilizzo di diversi canali di comunicazione per raggiungere il pubblico, come social media, siti web, app, eccetera) e la Transmedialità, la creazione di contenuti che fluiscono attraverso più piattaforme, permettendo al pubblico di vivere esperienze integrate e continue, ma anche su:

Interattività: Coinvolgimento attivo del pubblico attraverso interazioni digitali, come commenti, condivisioni, e feedback.

Immersività: Utilizzo di tecnologie come la realtà virtuale e aumentata per creare esperienze coinvolgenti e immersive.

Data-Driven Experience: Utilizzo dei dati per prendere decisioni informate e personalizzare le esperienze degli utenti.

People-Care Orientation: Focus sull’ascolto, la conoscenza e la valorizzazione delle persone, creando relazioni significative e autentiche.

Ecosistemi Conversazionali: Creazione di spazi digitali dove avvengono conversazioni tra persone, ma anche tra persone e macchine, e tra le macchine stesse. Questi ecosistemi favoriscono la collaborazione e la co-creazione di valore. 

7 La produzione collaborativa di significato

Gli individui costruiscono la propria (iper)identità soprattutto nell’ambito lavorativo. Saltata la concezione dell’impresa come serie di significati prevedibili e prescritti sul marmo cimiteriale delle best practices, delle procedure, degli ordini di servizio, degli organigrammi, si è affermata la necessità di pensarla come sforzo collettivo di generazione di senso (Sensemaking).

«Quando il lavoro diventa parte di un racconto condiviso, le persone si sentono protagoniste, e questo è un motore potentissimo per il cambiamento»[5].

Un processo per Karl Weick connotato da cinque caratteristiche (su cui è costruito il percorso di formazione illustrato in Nulla due volte):

  1. la costruzione di identità, individuale e collettiva. «Il sensemaking è il processo attraverso il quale le persone costruiscono significati condivisi, trasformando l’esperienza individuale in consapevolezza collettiva»[6];
  2. la retrospettività, per cui la creazione di significato si riferisce a ciò che
è già avvenuto, più che a ciò che avverrà;
  3. l’istituzione di ambienti sociali (analogici, digitali o ibridi) tramite le persone che vi operano, senza dimenticare che il substrato sociale modella l’interpretato e l’interpretante. In questo quadro Vanni Codeluppi (Prolegomeni 10) evidenzia come i media digitali abbiano trasformato la percezione della realtà, creando una confusione tra reale e immaginario che ha profonde implicazioni per il sensemaking e il management contemporaneo[7];
  4. la continuità: il sensemaking è un “never ending process”, centrato su informazioni selezionate (pensiamo a Internet. Per non naufragare nel
mare di dati reperibili, ogni lettore-autore dovrà costruire personali percorsi di senso, tramite l’eliminazione di ciò che con tali specifici percorsi è incoerente o, quando si utilizzano le Intelligenze Artificiali, inventato di sana pianta). Nel contempo «il sensemaking nel Pop Management implica l’adozione di una mentalità aperta e flessibile, pronta a esplorare l’ignoto e a trasformare le sfide in occasioni di crescita e apprendimento… Navigare attraverso territori liminali e di transito, dove l’ambiguità e l’incertezza si trasformano in fonti di meraviglia e scoperta, è una sfida fondamentale per le organizzazioni contemporanee… Abbracciare una filosofia di margine significa riconoscere il valore delle esperienze liminali e delle prospettive divergenti, elementi chiave per favorire l’innovazione»[8];
  5. la plausibilità, fondata sull’autenticità che può scaturire solo nell’ambito dell’azienda conviviale dello «stare-insieme-per». Alternativamente, esiste in particolare un ambito interstiziale dove le persone costruiscono senso, indipendentemente dalle strutture ufficiali, quella che nei termini dello Humanistic Management è definita “personigramma”.

In tutti i casi, la produzione di significato deve produrre innanzitutto consapevolezza e responsabilizzazione diffusa.[9]

Solo in un contesto ricco di significato co-creato si può produrre innovazione. L’innovazione POP, in altre parole, richiede un approccio collaborativo. Ecco alcune strategie chiave per metterlo a terra:

  1. Promuovere la Creatività: Incoraggiare i dipendenti a pensare in modo creativo e a proporre nuove idee senza timore di critiche.
  2. Comunicazione Aperta: Stabilire canali di comunicazione dove le idee possono essere condivise liberamente.
  3. Premiare l’Innovazione: Implementare programmi di riconoscimento per celebrare i successi innovativi
  4. Investire in Formazione: Offrire corsi e workshop per sviluppare competenze innovative.
  5. Mentorship e Coaching: Creare programmi di mentorship per guidare i dipendenti nel loro percorso di innovazione.
  6. Collaborazione e Networking in Ecosistemi di Startup: Partecipare a ecosistemi di startup per favorire il networking e la crescita personale.
  7. Partnership Strategiche: Collaborare con università, altre aziende e organizzazioni per arricchire le competenze e le prospettive
  8. Utilizzo di Strumenti Tecnologici come l’Intelligenza Artificiale: Utilizzare l’IA per analizzare dati e identificare opportunità di innovazione.
  9. Cloud Computing: Sfruttare il cloud per una gestione flessibile e scalabile delle risorse.
  10. Software di Collaborazione: Facilitare la comunicazione e il lavoro di squadra con strumenti digitali
  11. Ambienti di Sviluppo in Spazi di Co-Working: Creare ambienti di lavoro che favoriscano la collaborazione e l’interazione.
  12. Volontariato e Partecipazione Sociale: Coinvolgere i dipendenti in attività di volontariato per sviluppare consapevolezza e responsabilità sociale. 
  13. Visione Chiara: Definire una visione chiara e condivisa dell’innovazione all’interno dell’azienda.
  14. Leadership Aperta: Promuovere una leadership che valorizzi la diversità e l’apertura, incoraggiando tutte le voci a contribuire
  15. Monitoraggio e Valutazione Feedback Continuo: Raccogliere feedback regolarmente per valutare l’efficacia delle iniziative innovative.
  16. Adattamento e Miglioramento: Essere pronti a adattare le strategie in base ai risultati ottenuti e alle nuove opportunità.

Implementare l’innovazione POP richiede un impegno costante e una mentalità aperta al cambiamento. Creare un ambiente che favorisca la creatività, la collaborazione e la crescita personale è fondamentale per il successo a lungo termine[10].

«Le aziende che prospereranno nel futuro non saranno solo più efficienti, ma anche più espressive. Non si limiteranno a produrre beni o servizi, ma diventeranno piattaforme narrative, spazi in cui la cultura, la tecnologia e la partecipazione si fondono in nuove forme di valore».[11]

In Prolegomeni 50 Roberto Maria Razeto introduce il concetto di GeoPop, una prospettiva innovativa che utilizza la cultura popolare—come film, serie TV e social media—per reinterpretare le dinamiche geopolitiche, enfatizzando la cooperazione internazionale e il soft power. Questo approccio rende le relazioni globali più accessibili al pubblico, influenzando la percezione collettiva.

Razeto estende questo concetto al Pop Management, proponendo il Sensemaking Pop come strumento per costruire una narrazione comune e un’identità collettiva all’interno delle organizzazioni. Attraverso lo storytelling, i leader possono collegare il lavoro dei dipendenti a una missione più ampia, creando un senso di scopo condiviso che trascende il semplice risultato economico. L’autore evidenzia come l’utilizzo di riferimenti alla cultura pop—come film, serie TV e musical—possa rendere la comunicazione aziendale più coinvolgente.

Ad esempio, video ispirati a Star Wars o Il Signore degli Anelli possono comunicare la missione aziendale in modo emozionante, mentre citazioni da serie come Breaking Bad o Game of Thrones possono rappresentare sfide epiche, rendendo le dinamiche interne più stimolanti. Musical come Hamilton possono trasmettere messaggi di resilienza e leadership, mostrando come la determinazione individuale possa innescare cambiamenti significativi.[12]

In conclusione, il Sensemaking Pop nel management sfrutta la cultura popolare per creare un terreno comune tra i dipendenti, favorendo un clima di cooperazione e appartenenza, ma soprattutto facilitando l’adattamento a un contesto globale in continua evoluzione.

 

[1] 25 – OPINION PIECE DI LUCA MONACO L’articolo esplora il ruolo dello Storytelling nel management contemporaneo, evidenziando come le narrazioni influenzino la percezione e l’identità delle organizzazioni. Dal Cluetrain Manifesto al Pop Management Evoluzione dei mercati: I mercati sono passati da luoghi fisici di transazione a spazi digitali di dialogo e scambio di opinioni. Cluetrain Manifesto: Propone un modello di comunicazione basato sul dialogo con i consumatori, considerati come persone e non semplici target. Pop Storytelling e Transmedia Storytelling Transmedia Storytelling: Introduzione del concetto di narrazione distribuita su più mezzi di comunicazione, per creare un’esperienza unitaria e coordinata. Transmedia Branding: Applicazione del transmedia Storytelling al marketing, dove elementi di un brand sono dispersi su molteplici canali per creare una storia coerente. Ecosistema Narrativo Approccio ecosistemico: Utilizzo integrato dei canali di comunicazione per offrire un’esperienza del brand a tutto tondo. Pop Storytelling: Evoluzione del marketing basato sui contenuti, che include funzioni e processi editoriali all’interno delle aziende. Soddisfare i bisogni del branding Quattro bisogni fondamentali: Informazione, educazione, intrattenimento e servizio. Branded Entertainment: Produzione di contenuti ad alto livello di intrattenimento, come film, documentari e web series. Brand Journalism e Gamification Brand Journalism: Utilizzo di tecniche giornalistiche per comunicare con i pubblici aziendali. Brand Gamification: Utilizzo di giochi e videogame per reinterpretare l’immagine del brand. Contenuto come modello di business Strategia dei contenuti: Creazione di contenuti originali di alta qualità come parte integrante del modello di business. Media company aziendali: Le aziende otterranno entrate sia dalla vendita di prodotti e servizi, sia dalla vendita di prodotti media tradizionali. Conclusione Futuro del marketing: Uso strategico dei contenuti per costruire e mantenere il pubblico, generando profitti.

26 – OPINION PIECE DI RICCARDO MILANESI  Intelligenza Artificiale: dalla Fantascienza alla Realtà Evoluzione: L’AI è passata da curiosità tecnologica a presenza quotidiana. Rappresentazioni Mediatiche: Romanzi, film e serie TV hanno modellato l’immaginario collettivo sull’AI. Esempi: Autori come Asimov, Dick, Clarke; film come Blade Runner e 2001: Odissea nello Spazio. Narrazione e AI Ruolo della Narrazione: Strumento per costruire senso e significato, facilitare l’empatia e la comprensione. Importanza: Necessità di narrazioni che risuonino con il pubblico e aiutino a comprendere le implicazioni dell’AI. Tipi di Narrazioni: Utopiche, distopiche, protopiche. Evoluzione dei Media Digitali Cambiamenti: Passaggio da parole e numeri a visualizzazione e manipolazione di informazioni complesse. Iperrealtà: Confusione tra reale e immaginario, come descritto da Baudrillard. Impatto Culturale: Personalizzazione delle esperienze dei consumatori tramite algoritmi avanzati. Ruolo della Comunità Accademica e Creativa Contributo: Offrire prospettive critiche sull’AI, integrando conoscenze tecniche con contesto culturale e sociale. Produzione di Contenuti: Creare storie che stimolino la riflessione profonda. Messaggio Finale: Raccontare l’AI significa mostrare le paure e le speranze umane, fornendo strumenti per navigare un mondo in evoluzione.

[2] Pop Branding

16 – OPINION PIECE DI MATTEO LUSIANI Il Sensemaking può essere facilitato all’interno delle organizzazioni attraverso vari strumenti e metodi. Tra questi, l’uso di narrazioni, storie e metafore è particolarmente enfatizzato. Questi strumenti aiutano i dipendenti a comprendere e interpretare informazioni complesse, rendendo i concetti astratti più accessibili e rilevanti per il contesto lavorativo.

Le narrazioni e le storie permettono di creare un legame emotivo con le informazioni, facilitando la memorizzazione e la comprensione. Le metafore, invece, aiutano a trasporre concetti complessi in immagini mentali più semplici e intuitive. Questo approccio non solo migliora la comunicazione interna, ma favorisce anche un ambiente di lavoro più collaborativo e innovativo.

27 – OPINION PIECE DI LUCA CAVALLINI Costruire e diffondere la cultura di marca, ponendo al centro di ogni strategia di marketing i valori e l’impegno etico e sociale della marca. Storia delle M&M’s Origine: Fondazione della M&M Limited nel 1940 da Forrest Mars e Bruce Murrie. Slogan: “Melts in your mouth, not in your hands” creato da Rosser Reeves. Competizione: Accordo con Rowntree per spartirsi i mercati, competizione con Smarties e Skittles. Valore della Marca Differenziazione: Importanza del branding per distinguere prodotti simili. Esempio: Pepsi vs Coca-Cola e l’influenza del brand sulla percezione dei consumatori. Unicità del Brand Identità e Valori: Branding come strumento per definire l’identità della marca e i suoi valori. Esempi Filosofici: John Locke e Jean-Paul Sartre sull’unicità e la memoria. Cambio di Paradigma e Branding Allargato Evoluzione dei Media: Confusione tra reale e immaginario, impatto delle intelligenze artificiali. Strategie di Branding: Importanza di costruire una narrazione autentica e credibile attorno alla marca. Obiettivo: Mantenere una comunicazione efficace e coerente nel tempo, diffondere i valori della marca. Conclusione “Il prodotto si costruisce nella fabbrica. La marca si costruisce nella mente” (David Ogilvy). Sfida: Definire l’unicità e costruire elementi di differenziazione che rendano unica la narrazione della marca. Ruolo del Pop Manager: Utilizzare l’intelligenza artificiale per innovare e connettersi con i consumatori, costruendo relazioni di fiducia e trasparenza.

44 – OPINION PIECE DI MARIANNA PORCARO Narrazione dell’Essere Brand come simbolo culturale: I brand non sono più solo marchi commerciali, ma strumenti che riflettono identità, valori e visioni del mondo. Semplificazione: Essenziale per rendere accessibili informazioni complesse, ma deve evitare la banalizzazione. Intelligenza Artificiale: Può potenziare la capacità di semplificare, ma deve essere integrata con le capacità narrative umane. Brand e Narrazioni Collettive Storytelling come connessione: I brand creano comunità attraverso narrazioni condivise che riflettono i valori e le aspirazioni della comunità. Identità di marca: Non legata solo alle caratteristiche del prodotto, ma ai valori e alla narrazione che risuonano con i consumatori. Transmedia Storytelling Creazione di mondi simbolici: Il transmedia Storytelling permette ai brand di costruire universi narrativi su più piattaforme, offrendo un senso di appartenenza in un mondo frammentato. Leadership collaborativa: Essenziale per costruire un mondo narrativo interno all’azienda, allineato con la narrazione esterna del brand. Storytelling come Custode del Tempo Rallentare e riflettere: In un’epoca dominata dalla velocità, lo Storytelling offre momenti di pausa e riflessione, permettendo alle persone di riscoprire il presente. Dualità di velocità e lentezza: La narrazione bilancia rapidità e lentezza, ispirazione e realizzazione, creando un’esperienza significativa. Conclusione Lo Storytelling nel Pop Management non è solo un mezzo per raccontare il presente, ma una forza che connette il passato con il futuro, permettendo ai brand di evolversi in modo autentico e significativo. La capacità di creare storie che risuonano con le persone è ciò che rende i brand parte integrante della loro vita.

80 – STORYTELLING POP. VERSO IL POP BRANDING (PARTE PRIMA). Marco Minghetti e Matteo Lusiani discutono con altri esperti discutono con diversi manager e rappresentanti di aziende. Ecco alcuni dei partecipanti: Nello Barile: Pop Opinionist e docente di Sociologia dei Media e di Politiche per la cultura presso l’Università IULM. Wiebke Klaass: Marketing Director di Lactalis Italia. Edoardo Morelli: Pop Opinionist e Responsabile Marketing di Timenet. Cristian Voltolini: Director of Global Brand Marketing and Communication di Dr. Schär. Questi esperti condividono le loro esperienze e strategie su come applicare il transmedia Storytelling e altre tecniche di comunicazione per creare un branding efficace e coinvolgente. di  come le narrazioni coinvolgenti possano creare legami emotivi sia all’interno delle aziende che con i consumatori. L’articolo sottolinea che i brand devono andare oltre la semplice promozione dei prodotti, cercando di entrare nella vita quotidiana delle persone attraverso la cultura Pop, fatta di meme, tendenze, musica ed eventi sociali.

Questo approccio, chiamato Pop Communication, mira a creare esperienze autentiche che parlino direttamente al cuore delle persone, trasformando i brand in compagni di viaggio nelle esperienze quotidiane. Il Pop Branding si applica nella pratica attraverso diverse strategie che mirano a creare un legame emotivo e autentico con il pubblico. Ecco alcuni metodi chiave: Narrazione Coinvolgente: Utilizzare storie che risuonano con il pubblico, integrando elementi della cultura Pop come meme, musica e tendenze sociali. Questo aiuta a creare un’identità di marca che le persone possono sentire vicina e rilevante. Interazione Multicanale: Coinvolgere il pubblico su diverse piattaforme, dai social media agli eventi dal vivo, per creare un’esperienza di marca coerente e immersiva. Co-creazione di Valore: Collaborare con i consumatori per sviluppare prodotti e campagne, rendendoli parte attiva del processo creativo. Questo aumenta il senso di appartenenza e fedeltà alla marca. Autenticità: Essere genuini e trasparenti nelle comunicazioni, evitando di sembrare troppo commerciali o artificiosi. L’autenticità è fondamentale per costruire fiducia e credibilità. Innovazione: Sperimentare con nuove tecnologie e approcci per mantenere il brand fresco e interessante. Questo può includere l’uso di realtà aumentata, intelligenza artificiale e altre tecnologie emergenti. Questi approcci aiutano a trasformare i brand in compagni di viaggio nelle esperienze quotidiane delle persone, creando legami duraturi e significativi.

81 – STORYTELLING POP. VERSO IL POP BRANDING (PARTE SECONDA). In questa seconda parte, Marco Minghetti e Matteo Lusiani con il panel di esperti approfondiscono come le aziende possano utilizzare il transmedia Storytelling per creare esperienze comunicative integrate e coinvolgenti. Alcuni esempi pratici includono: Murales temporanei: Come quelli realizzati da Schär a Milano e in Spagna per amplificare la campagna “Con il Meglio di Noi”. Micro-influencer: Coinvolgere micro-influencer nella costruzione della narrativa del brand, rendendoli parte attiva nella produzione del contenuto. Intelligenza Artificiale: Utilizzare chatbot e altre tecnologie per supportare e interagire con i consumatori. SEO e LinkedIn: Applicare strategie di transmedialità anche su scala ridotta, utilizzando strumenti come SEO, LinkedIn, video, newsletter ed eventi per mantenere una narrazione coerente attraverso diversi canali

82 – STORYTELLING POP. VERSO IL POP BRANDING (NOTE A MARGINE). Qui si esplora la complessa relazione tra autenticità e nuove tecnologie, sollevando dubbi sulla possibilità di coniugare “effetti speciali” tecnologici con interazioni autentiche. Ecco i punti principali: Fallimenti Narrativi: Viene citato l’esempio di Clippy, l’assistente virtuale di Microsoft, per illustrare come le tecnologie possano tentare di creare rapporti intimi e autentici con gli utenti, spesso fallendo e risultando inopportune. Autenticità su Richiesta: Nilo Misuraca solleva il paradosso dell’autenticità su richiesta, sottolineando che non si può essere autentici sotto imposizione. Le macchine, cercando di simulare autenticità umana, spesso risultano insoddisfacenti Paradosso dell’Autenticità Online: Davide Sisto esplora il fenomeno dei virtual influencer, come Lil Miquela, che, pur essendo efficienti e scalabili, possono essere percepiti come meno genuini. Tuttavia, dichiarando esplicitamente la loro inautenticità, paradossalmentesi  rendendoli più autentici agli occhi dei seguaci. Brand Activism: Paolo Iabichino propone il Brand Activism come un’opportunità per le aziende di assumere un ruolo attivo e responsabile nella società, promuovendo cause sociali e culturali importanti con autenticità e trasparenza. Prospettive Filosofiche: si confrontano le visioni di Platone e Aristotele sulla realtà e l’autenticità applicandole al contesto dei virtual influencer e delle tecnologie moderne. Hypermedia Platfirm e Pop Branding: Viene descritto il modello dell’Hypermedia Platfirm, che enfatizza la co-creazione di valore, l’interazione multicanale e la cura delle relazioni umane, come spazio ideale per il Pop Branding. Intelligenza Artificiale e Digital Twins: Si discute l’uso crescente dell’Intelligenza Artificiale e dei digital twins nel marketing e nel branding, evidenziando come queste tecnologie possano personalizzare e migliorare l’esperienza del cliente in tempo reale.

[3] 51 – OPINION PIECE DI ALBERTO CHIAPPONI Alberto Chiapponi affronta la sfida delle aziende nel catturare l’attenzione dei consumatori in un’epoca caratterizzata da iperconnessione e sovraccarico informativo. Egli sottolinea come il mercato dell’attenzione sia diventato un campo di battaglia dove non solo le aziende competono tra loro, ma anche con una miriade di stimoli che cercano di attirare l’interesse del pubblico. Chiapponi evidenzia che, in un contesto così affollato, la qualità e l’autenticità dei contenuti sono fondamentali per emergere. Le aziende dovrebbero raccontare storie genuine che riflettano i valori del brand e risuonino con il pubblico, evitando di pubblicare contenuti privi di scopo solo per riempire spazi. Inoltre, l’uso responsabile degli algoritmi è cruciale: la personalizzazione dei contenuti deve rispettare la privacy degli utenti e non sfruttare le loro emozioni per aumentare l’Engagement. Mettere al centro il benessere dell’utente è un altro punto chiave: promuovere messaggi positivi e monitorare l’impatto dei contenuti sul pubblico contribuisce a costruire relazioni sane e durature. La trasparenza nella comunicazione e l’assunzione di responsabilità in caso di errori rafforzano la fiducia nel brand. Collaborare con professionisti e influencer che condividono i valori dell’azienda e adattare costantemente le strategie in base alle analisi delle performance sono pratiche essenziali per mantenere la rilevanza nel mercato. Infine, Chiapponi suggerisce un approccio glocal: pensare in termini globali ma agire localmente, adattando i messaggi alle diverse culture e sensibilità, mantenendo al contempo una coerenza di brand riconoscibile ovunque. Abbracciare il Pop Management significa rompere gli schemi tradizionali, ascoltare le persone e perseverare nella ricerca di una comunicazione autentica e identitaria.

[4] 61 – OPINION PIECE DI GIOVANNI AMODEO Nell’articolo Prolegomeni al Manifesto del Pop Management 61 – Storytelling Pop, Giovanni Amodeo, Chief Influencers Officer di ION Analytics, analizza l’evoluzione della comunicazione aziendale nell’era dei social media e delle piattaforme digitali. ​Sfide nella comunicazione aziendale moderna Amodeo sottolinea come le aziende spesso si trovino a comunicare con un pubblico già fidelizzato, senza riuscire a coinvolgere nuove fasce demografiche, in particolare i più giovani che utilizzano piattaforme emergenti come TikTok anche come motore di ricerca. Questo fenomeno, descritto con l’espressione inglese “preaching to the converted”, evidenzia la difficoltà delle imprese nel raggiungere e coinvolgere efficacemente nuovi segmenti di pubblico. ​L’importanza dello Storytelling autentico Per superare queste sfide, Amodeo propone l’adozione di uno Storytelling autentico e coinvolgente, che vada oltre la semplice promozione del prodotto. Le aziende dovrebbero creare narrazioni che risuonino con i valori e le aspirazioni del pubblico target, utilizzando linguaggi e formati adatti alle diverse piattaforme. Questo approccio richiede una comprensione profonda delle dinamiche culturali e delle preferenze dei vari segmenti di audience. ​Adattamento ai nuovi canali digitali Amodeo evidenzia la necessità per le aziende di adattarsi rapidamente ai cambiamenti nei comportamenti dei consumatori e all’emergere di nuovi canali digitali. Questo implica non solo la presenza su piattaforme come TikTok, ma anche la capacità di creare contenuti originali e pertinenti che possano catturare l’attenzione e stimolare l’interazione. L’obiettivo è costruire una relazione più profonda e significativa con il pubblico, andando oltre la semplice esposizione del brand. ​Conclusione In conclusione, Giovanni Amodeo enfatizza l’importanza di una comunicazione aziendale dinamica e adattabile, capace di utilizzare lo Storytelling per creare connessioni autentiche con un pubblico in continua evoluzione. Le aziende che sapranno interpretare e anticipare le tendenze culturali e tecnologiche avranno maggiori possibilità di successo in un mercato sempre più competitivo e frammentato. ​

[5]67– OPINION PIECE DI VALERIO FLAVIO GHIZZONI 1. Il senso del lavoro oltre la retribuzione L’autore evidenzia come il lavoro non possa essere ridotto solo alla remunerazione o all’esecuzione di compiti meccanici. Le persone cercano sempre più un significato e un’identità nel lavoro, desiderando sentirsi parte di qualcosa di più grande. Questa trasformazione riflette un cambiamento culturale: non si lavora più solo per sopravvivere, ma per autorealizzarsi. 2. Critica alla visione meccanicistica delle aziende Ghizzoni critica il modello aziendale tradizionale che vede il lavoratore come un ingranaggio impersonale all’interno di una macchina produttiva. Questo approccio, incentrato su efficienza e controllo, svuota il lavoro di significato, generando insoddisfazione e disimpegno. Il rischio è la disconnessione emotiva dei dipendenti, che si sentono privati della possibilità di esprimersi e contribuire attivamente. 3. Le nuove esigenze dei lavoratori Oggi le persone cercano ambienti che offrano flessibilità, equità e un senso di scopo. Le aziende devono rispondere a queste esigenze per attrarre e trattenere i talenti, costruendo una cultura basata su valori condivisi e benessere organizzativo. Il concetto di Engagement Pop si inserisce in questa prospettiva, promuovendo un coinvolgimento autentico e partecipativo. 4. L’azienda come comunità e non come struttura rigida L’articolo propone un cambio di paradigma: le aziende devono trasformarsi in comunità, dove ogni individuo possa: Crescere professionalmente e personalmente. Esprimere la propria unicità. Contribuire a una narrazione collettiva, in cui il lavoro diventa un’esperienza significativa. Questo modello valorizza la diversità, permettendo a ciascun lavoratore di sentirsi parte di un progetto comune. 5. Conclusione: il Pop Management come risposta Ghizzoni si allinea alla visione del Pop Management, che propone una gestione aziendale più umana, flessibile e partecipativa. Il futuro del lavoro deve essere costruito su Engagement, identità e crescita condivisa, per creare un ecosistema aziendale vivo e motivante. Sintesi finale L’articolo invita a superare il modello tradizionale di lavoro e abbracciare un’idea di impresa più inclusiva e coinvolgente. Solo così sarà possibile costruire organizzazioni capaci di rispondere alle nuove aspettative delle persone, trasformando il lavoro in un’esperienza di crescita e appartenenza.

[6] 52 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO ANTONINI Antonini definisce il Sensemaking come il processo attraverso il quale le persone condividono le proprie interpretazioni delle esperienze per costruire significati comuni. Questo processo richiede un cambiamento culturale che favorisca dialoghi aperti, trasparenti e rispettosi, oltre a promuovere opportunità di creatività collaborativa e riconoscimento dei contributi condivisi.  Antonini sottolinea l’importanza di creare spazi, sia fisici che virtuali, che facilitino queste interazioni, ma enfatizza che il vero cambiamento risiede nei comportamenti quotidiani delle persone. Egli cita il principio “Be the change you want to see in the world” per enfatizzare la necessità di incarnare personalmente il cambiamento desiderato.  La sostenibilità del cambiamento è cruciale e si articola in due dimensioni: Sostenibilità per il business: Il cambiamento deve essere allineato con gli obiettivi aziendali e contribuire al successo organizzativo. Sostenibilità per le persone: Il cambiamento deve essere comprensibile e percepito come il risultato di uno sforzo collettivo, affinché sia considerato possibile, desiderabile e realizzabile con successo.  In conclusione, Antonini afferma che il Sensemaking è un processo che attraversa tutti i livelli.dell’organizzazione, dalla politica alla gestione fino all’esecuzione. Adottare il Pop Management, con un focus su consapevolezza e rispetto, può favorire l’innovazione e rafforzare la resilienza organizzativa, poiché un maggiore coinvolgimento rende le aziende più agili e pronte ad affrontare le sfide future.

[7] In Prolegomeni 10 Vanni Codeluppi mostra come l’evoluzione dei media influenzi la percezione della realtà e il processo di Sensemaking nella società contemporanea. Evoluzione dei Media: Codeluppi sostiene che i media digitali hanno trasformato la società, creando una crescente confusione tra il reale e l’immaginario, un fenomeno che chiama “vetrinizzazione sociale”. La rappresentazione della realtà è sempre più mediata dai media, che creano “pseudoeventi” percepiti come più reali degli eventi reali. Storia della Rappresentazione: L’articolo traccia un parallelo storico, partendo dal Rinascimento, quando nuovi modi di vedere la realtà (come il telescopio di Galileo e la prospettiva geometrica) hanno permesso agli esseri umani di pensare di poter controllare e modificare il mondo. I media cartacei e successivamente elettronici hanno continuato questo processo di rappresentazione e astrazione della realtà. Impatto dei Media Digitali: I media digitali amplificano la creazione di realtà artificiali, rendendo difficile distinguere tra ciò che è reale e ciò che è mediato. Questo fenomeno ha implicazioni significative per il modo in cui le persone comprendono e interagiscono con il mondo. Sensemaking e Pop Management: Il Sensemaking, o processo di dare senso alla realtà, è influenzato dai media che modellano le percezioni e le esperienze delle persone. Nel contesto del Pop Management, è essenziale comprendere come i media influenzano la percezione per gestire efficacemente le organizzazioni e le loro interazioni con il pubblico.

[8] 68– OPINION PIECE DI STEFANO MAGNI 1. Introduzione al Sensemaking nel Contesto del Pop Management Definizione di Sensemaking: Magni introduce il concetto di Sensemaking come la capacità di interpretare e dare significato a un ambiente caratterizzato da ambiguità e incertezza. Rilevanza per le Organizzazioni: In un mondo in rapido cambiamento, il Sensemaking diventa fondamentale per orientarsi in contesti complessi, trasformando segnali e informazioni frammentarie in elementi strategici per l’innovazione. Collegamento con il Pop Management: Il Pop Management, inteso come un approccio gestionale più aperto, flessibile e inclusivo, si alimenta proprio della capacità di interpretare l’incertezza e trarne nuove prospettive organizzative. 2. Abbracciare l’Ambiguità e l’Incertezza Ambiguità come Motore di Innovazione: Magni sostiene che accettare l’ambiguità e l’incertezza non solo è inevitabile, ma diventa un catalizzatore per l’innovazione. L’incertezza apre spazi per nuove interpretazioni, consentendo alle organizzazioni di reinventarsi continuamente. Navigare Territori Liminali: L’autore parla di “territori liminali” – spazi intermedi, dove le regole tradizionali si fanno fluide e si manifesta la possibilità di riconsiderare le convenzioni. In questi spazi, le prospettive divergenti possono emergere e stimolare la creatività. La Sfida della Complessità: In un ambiente in cui le informazioni sono spesso incomplete o ambigue, la capacità di trasformare queste “incertezze” in opportunità è essenziale per mantenere la competitività e l’adattabilità organizzativa. 3. Contaminazione e Interdisciplinarità Apertura verso l’Altro: Il Pop Management, secondo Magni, promuove la contaminazione tra discipline diverse. Questa apertura permette di integrare conoscenze, esperienze e punti di vista differenti, arricchendo il processo decisionale. Valore dell’Intersezione: La contaminazione fra campi differenti favorisce lo sviluppo di soluzioni innovative, che non sarebbero possibili in un ambiente rigidamente settoriale. In questo senso, il Sensemaking diventa un ponte che connette competenze eterogenee, favorendo una visione trasversale e aperta alla diversità. 4. Una Filosofia di Margine Riconoscere il Valore del Liminale: Magni invita a sviluppare una “filosofia di margine”, che non si concentra solo sui centri consolidati del sapere e del potere, ma valorizza le esperienze e le conoscenze che emergono dai margini. Esplorare l’Ignoto: Adottare questa filosofia significa essere disposti a esplorare territori sconosciuti, dove le regole non sono fisse e la possibilità di rinnovamento è continua. Sviluppare una Mentalità Flessibile Il senso di appartenenza e l’innovazione nascono da una mentalità che accetta il cambiamento, riconoscendo che l’evoluzione delle organizzazioni passa attraverso la capacità di interrogarsi e reinventarsi in maniera costante 5. Implicazioni per il Futuro Organizzativo Adattabilità e Crescita Continua: Il Sensemaking, integrato nel modello di Pop Management, offre un framework per interpretare il cambiamento e trasformarlo in un vantaggio competitivo. Creazione di Ambienti di Lavoro Innovativi: Le organizzazioni che riescono a sfruttare la capacità di dare senso all’ambiguità sono in grado di creare ambienti di lavoro dinamici, in cui l’innovazione, la creatività e la partecipazione sono al centro. Rilevanza nel Mondo Contemporaneo: In un contesto caratterizzato da continue trasformazioni sociali, economiche e tecnologiche, il modello proposto da Magni suggerisce che l’adattabilità e la capacità di interpretare il nuovo siano strumenti fondamentali per rimanere competitivi e rilevanti. Conclusione Stefano Magni, con il suo approccio al Sensemaking, propone una visione del Pop Management che va oltre i modelli tradizionali. Invitando le organizzazioni a: Accettare l’ambiguità come un’opportunità, Favorire l’interdisciplinarità e la contaminazione di idee, e Adottare una mentalità flessibile e aperta all’ignoto, l’autore dipinge un quadro in cui l’innovazione e la crescita derivano dalla capacità di interpretare e trasformare le sfide in nuove opportunità. Questa visione, fortemente orientata alla valorizzazione della complessità, risponde alle esigenze di un mondo in continuo mutamento, in cui il successo delle organizzazioni è strettamente legato alla loro capacità di evolversi e reinventarsi costantemente.

[9] 20 – OPINION PIECE DI FRANCESCO VARANINI Francesco Varanini esplora il concetto di “Sensemaking Pop”, ovvero la capacità di dare senso alle informazioni in un contesto aziendale complesso e dinamico. Sottolinea l’importanza di un approccio flessibile e adattabile, enfatizzando il ruolo della tecnologia e della collaborazione per comprendere e gestire le sfide moderne. Sensemaking Pop: Capacità di dare senso alle informazioni in contesti complessi. Importanza della flessibilità: Adottare un approccio flessibile per affrontare le sfide moderne. Ruolo della tecnologia: Utilizzo di strumenti tecnologici per migliorare la comprensione e la gestione delle informazioni. Collaborazione: Promuovere la collaborazione all’interno delle organizzazioni per facilitare il Sensemaking. Adattabilità: Essere pronti a cambiare strategie e approcci in base alle nuove informazioni e circostanze. Critica alla comunicazione filtrata: Varanini critica le politiche di comunicazione interna che sostituiscono le narrazioni Popolari con uno Storytelling normalizzatore. Valore del Pop: Il Pop è visto come una costruzione collettiva di senso che emerge dal basso, dalle persone che lavorano e creano valore. Lingua e senso: Varanini preferisce usare termini italiani come “costruzione di senso” invece di anglicismi come “Sensemaking”. Organizzazione latente: Esiste una organizzazione interstiziale dove le persone costruiscono senso, indipendentemente dalle strutture ufficiali. Critica al Pop come concessione: Il Pop non deve essere visto come una concessione dall’alto, ma come uno spazio vitale creato dai lavoratori.

[10] 31 – OPINION PIECE DI NICHOLAS NAPOLITANO Nicholas Napolitano esplora il concetto di innovazione suddividendolo in due componenti principali: l’innovazione visibile e quella invisibile. L’innovazione visibile si manifesta attraverso prodotti e servizi che rivoluzionano il mercato e il modo di vivere delle persone. Esempi emblematici includono l’introduzione dell’iPhone nel 2007, la diffusione della Nutella nel 1964 e la rivoluzione della catena di montaggio operata dalla Ford Motor Company nei primi del ‘900. Questi casi hanno in comune la capacità di rendere “Pop” le loro innovazioni, anticipando bisogni non ancora espressi o trovando soluzioni più efficienti a problemi esistenti.

Dall’altra parte, l’innovazione invisibile riguarda l’insieme di processi, metodologie e culture organizzative che permettono alle aziende di adattarsi e rispondere efficacemente ai cambiamenti del mercato. Questa dimensione dell’innovazione è fondamentale per garantire la sostenibilità e la competitività a lungo termine delle imprese, poiché consente di creare un ambiente propenso al cambiamento e all’evoluzione continua. Napolitano sottolinea che per raggiungere un’innovazione efficace è essenziale bilanciare queste due componenti. Mentre l’innovazione visibile cattura l’attenzione del pubblico e soddisfa esigenze immediate, l’innovazione invisibile assicura che l’organizzazione sia preparata a sostenere e amplificare tali cambiamenti, creando una cultura aziendale che favorisca la creatività, l’adattabilità e la crescita sostenibile.

47 – OPINION PIECE DI LAURA FACCHIN. Laura Facchin riflette sull’importanza dell’organizzazione efficace nelle aziende moderne. Sottolinea che organizzare non è un compito semplice e richiede buon senso, adattabilità, flessibilità e concretezza. Facchin evidenzia la necessità di eliminare procedure obsolete e burocratiche a favore di metodi più snelli e ponderati che apportino valore aggiunto. Secondo l’autrice, la capacità di giudizio è fondamentale per affrontare problemi ambigui, più delle procedure stesse. Questa capacità si sviluppa attraverso la collaborazione e lo scambio di feedback tra le persone, elementi essenziali per il miglioramento continuo. In conclusione, Facchin afferma che una buona organizzazione è la chiave per il successo di qualsiasi impresa.

[11] 78 – OPINION PIECE DI JOE CASINI L’articolo di Joe Casini un’analisi approfondita sul rapporto tra innovazione, intelligenza artificiale (AI) e gestione della conoscenza, collocandolo all’interno del paradigma del Pop Management. L’autore parte da una riflessione storica sulla scrittura come prima grande rivoluzione nella gestione della conoscenza e ne traccia un parallelo con l’attuale impatto dell’AI sulle dinamiche organizzative e manageriali. L’evoluzione della gestione della conoscenza Casini sottolinea come la scrittura abbia permesso di superare i limiti della memoria umana, trasformando il modo in cui le informazioni venivano conservate e trasmesse. Questo ha portato alla nascita di sistemi burocratici, religiosi e statali complessi, mostrando come l’innovazione tecnologica sia sempre stata il motore delle grandi trasformazioni sociali ed economiche. Oggi, l’AI rappresenta una nuova cesura storica, in quanto non solo permette di elaborare enormi quantità di dati, ma è anche in grado di generare contenuti autonomamente. Questo scenario solleva interrogativi cruciali: in che modo l’AI influenzerà la gestione della conoscenza all’interno delle organizzazioni? Quale sarà il ruolo degli esseri umani in questo processo? Il ruolo del Pop Management Secondo Casini, il Pop Management offre una chiave di lettura per affrontare queste sfide. Questo approccio manageriale, in continuità con lo Humanistic Management, pone al centro le persone, la creatività e l’innovazione partecipativa. L’obiettivo è trasformare le aziende in organismi creativi e adattivi, capaci di integrare le potenzialità dell’AI senza perdere il valore della componente umana. L’azienda come medium culturale Casini evidenzia come il Pop Management spinga le imprese a competere con i format della cultura Pop contemporanea. In un mondo in cui l’attenzione è sempre più frammentata e contesa dai social media e dalle piattaforme digitali, anche le aziende devono ripensare le proprie strategie comunicative e gestionali. Le organizzazioni devono diventare “piattaforme narrative”, capaci di coinvolgere attivamente dipendenti, clienti e stakeholder in un dialogo continuo. Bilanciare AI e creatività umana L’autore conclude con un monito: per evitare che l’AI diventi uno strumento di mero efficientamento burocratico o, peggio, un elemento di spersonalizzazione del lavoro, è necessario un approccio bilanciato. L’innovazione deve essere non solo tecnologica, ma anche culturale e sociale, garantendo che l’AI venga utilizzata per potenziare e valorizzare il capitale umano anziché sostituirlo. In sintesi, l’articolo propone una visione del futuro in cui l’innovazione Pop e l’AI possano coesistere armonicamente con i principi umanistici del management, trasformando le aziende in realtà più dinamiche, partecipative e culturalmente rilevanti.

[12]  50  – OPINION PIECE DI ROBERTO RAZETO Sul concetto di GeoPop “La cultura Popolare può essere uno strumento potente per comprendere e ridefinire le dinamiche geopolitiche, trasformandole in una narrazione accessibile e coinvolgente.” Sulla connessione tra Pop Management e Sensemaking “Il Sensemaking Pop aiuta le organizzazioni a costruire un’identità condivisa, trasformando il lavoro in un’esperienza con un significato più profondo.” Sul valore dello Storytelling nella leadership “Attraverso il linguaggio della cultura Pop, i leader possono tradurre strategie aziendali complesse in storie avvincenti, capaci di ispirare e motivare.” Sull’uso dei riferimenti Pop nella comunicazione aziendale “Un video ispirato a Star Wars può trasmettere i valori di un’azienda meglio di un lungo documento istituzionale. La cultura Pop rende la comunicazione più autentica e memorabile.” Sul ruolo del Sensemaking Pop nel mondo del lavoro “In un’epoca di incertezza, il Sensemaking Pop offre alle persone una bussola culturale, permettendo loro di orientarsi attraverso narrazioni condivise e simboli riconoscibili.”

103 – continua

Copertina di Marcello Minghetti (Mosaico per Ariminum Circus Stagione 1)

Puntate precedenti

1 – DALLO HUMANISTIC AL POP MANAGEMENT
2 – MANIFESTI, ATLANTI, MAPPE E TERRITORI
3 – IL MANAGER PORTMANTEAU
4 – WHICH WAY, WHICH WAY?
5 – LEADERSHIP POP (LEZIONI SHAKESPEARIANE)
6 – OPINION PIECE DI RICCARDO MAGGIOLO
7 – LEADERSHIP POP (APERTURA, AUTONOMIA, AGIO, AUTO-ESPRESSIONE)
8 – OPINION PIECE DI JOSEPH SASSOON
9 – OPINION PIECE DI CESARE CATANIA
10 – OPINION PIECE DI VANNI CODELUPPI
11 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO GIAUME
12 – COLLABORAZIONE POP. L’IRRESISTIBILE ASCESA DELLE COMMUNITY INTERNE
13 – COLLABORAZIONE POP. L’EMPATIA SISTEMICA
14 – COLLABORAZIONE POP. LE COMMUNITY AZIENDALI: UNO STATO DELL’ARTE, PARTE PRIMA
15 – COLLABORAZIONE POP. LE COMMUNITY AZIENDALI: UNO STATO DELL’ARTE, PARTE SECONDA
16 – OPINION PIECE DI MATTEO LUSIANI
17 – OPINION PIECE DI MARCO MILONE
18 – OPINION PIECE DI ALESSIO MAZZUCCO
19 – OPINION PIECE DI ALESSANDRA STRANGES
20 – OPINION PIECE DI FRANCESCO VARANINI
21 – ORGANIZZAZIONE  POP. COMANDO, CONTROLLO, PAURA, DISORIENTAMENTO
22 – OPINION PIECE DI ROBERTO VERONESI
23 – OPINION PIECE DI FRANCESCO GORI
24 – OPINION PIECE DI NELLO BARILE
25 – OPINION PIECE DI LUCA MONACO
26 – OPINION PIECE DI RICCARDO MILANESI
27 – OPINION PIECE DI LUCA CAVALLINI
28 – OPINION PIECE DI ROBERTA PROFETA
29 – UN PUNTO NAVE
30 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CURA)
31 – OPINION PIECE DI NICHOLAS NAPOLITANO
32 – LEADERSHIP POP. VERSO L’YPERMEDIA PLATIFIRM (CONTENT CURATION)
33 – OPINION PIECE DI FRANCESCO TONIOLO
34 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CONVIVIALITA’)
35 – OPINION PIECE DI LUANA ZANELLATO
36 – OPINION PIECE DI ANDREA BENEDETTI E ISABELLA PACIFICO
37 – OPINION PIECE DI STEFANO TROILO
38 – OPINION PIECE DI DAVIDE GENTA
39 – OPINION PIECE DI ANNAMARIA GALLO
40 – INNOVAZIONE POP. ARIMINUM CIRCUS: IL READING!
41 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CONVOCAZIONE)
42 – OPINION PIECE DI EDOARDO MORELLI
43 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CO-CREAZIONE DI VALORE)
44 – OPINION PIECE DI MARIANNA PORCARO
45 – OPINION PIECE DI DONATO IACOVONE
46 – OPINION PIECE DI DENNIS TONON
47 – OPINION PIECE DI LAURA FACCHIN
48 – OPINION PIECE DI CARLO CUOMO
49 – OPINION PIECE DI CARLO MARIA PICOGNA
50 – OPINION PIECE DI ROBERTO RAZETO
51 – OPINION PIECE DI ALBERTO CHIAPPONI
52 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO ANTONINI
53 – OPINION PIECE DI ALESSANDRA PILIA
54 – OPINION PIECE DI CLEMENTE PERRONE
55 – OPINION PIECE DI FABRIZIO RAUSO
56 – OPINION PIECE DI LORENZO TEDESCHI
57 – OPINION PIECE DI EUGENIO LANZETTA
58 – OPINION PIECE DI GIOLE GAMBARO
59 – OPINION PIECE DI DANTE LAUDISA
60 – OPINION PIECE DI GIAMPIERO MOIOLI
61 – OPINION PIECE DI GIOVANNI AMODEO
62 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO LOTTO
63 – OPINION PIECE DI GIANLUCA BOTTINI
65– OPINION PIECE DI SIMONE FARINELLI
66– OPINION PIECE DI FRANCESCA ANNALISA PETRELLA
67– OPINION PIECE DI VALERIO FLAVIO GHIZZONI
68– OPINION PIECE DI STEFANO MAGNI
69– OPINION PIECE DI LUCA LA BARBERA
70 – INNOVAZIONE POP. ARIMINUM CIRCUS: LA GRAPHIC NOVEL!
71 – LEADERSHIP POP. APOFATICA E CATAFATICA DELLA COMUNICAZIONE
72 – OPINION PIECE DI FEDERICA CRUDELI
73– OPINION PIECE DI MELANIA TESTI
74 – OPINION PIECE DI GIANMARCO GOVONI
75– OPINION PIECE DI MARIACHIARA TIRINZONI
76 – SENSEMAKING POP. LODE DELLA CATTIVA CONSIDERAZIONE DI SE’
77 – OPINION PIECE DI ALESSANDRA CAPPELLO E ALESSANDRA MAZZEI
78 – OPINION PIECE DI JOE CASINI
79 – OPINION PIECE DI MARTA CIOFFI
80 – STORYTELLING POP. VERSO IL POP BRANDING (PARTE PRIMA)
81 – STORYTELLING POP. VERSO IL POP BRANDING (PARTE SECONDA)
82 – STORYTELLING POP. VERSO IL POP BRANDING (NOTE A MARGINE)
83 – ENGAGEMENT POP. IL MANAGER INGAGGIANTE IMPARA DAI POKEMON
84 – ENGAGEMENT POP. DARE VOCE IN CAPITOLO
85 – ENGAGEMENT POP. COMUNICARE, VALUTARE, TRASFORMARE
86 – SENSEMAKING POP. MALATTIA MENTALE E BENESSERE PSICOLOGICO SUL LAVORO
87 – SENSEMAKING POP. FOLLIA O DIVERSITA’?
88 – OPINION PIECE DI LUIGIA TAURO
89 – OPINION PIECE DI NILO MISURACA
90 – OPINION PIECE DI FRANCESCO DE SANTIS
91 – INNOVAZIONE POP. REMIX, RI-USO, RETELLING
92 – STORYTELLING POP. ARIMINUM CIRCUS AL BOOK PRIDE 2025
93 – OPINION PIECE DI SIMONE VIGEVANO
94 – OPINION PIECE DI LORENZO FARISELLI
95 – OPINION PIECE DI MARTINA FRANZINI
96 – OPINION PIECE DI EMANUELA RIZZO
97 – INNOVAZIONE POP. OLTRE LA PRE-INTERPRETAZIONE
98 – INNOVAZIONE POP. FORMAZIONE: ANALOGICA, METAVERSALE, IBRIDA
99 – ARIMINUM CIRCUS: LA VISUAL NOVEL!
100 – La (P) AI INTELLIGENCE (PARTE PRIMA)
101 – La (P) AI INTELLIGENCE (PARTE SECONDA)
102 – La (P) AI INTELLIGENCE (PARTE TERZA)