Prolegomeni al Manifesto del Pop Management 132. Opinion Piece di Elena Bobbola e Marie Louise Denti, con la collaborazione di Silvia Versari

Bentornati! C’è un regalo per voi

Dopo la pausa annunciata nel Prolegomeno 131 — “Chiusi per ferie” — il Manifesto del Pop Management riprende il suo percorso con un contributo firmato da Elena BobbolaMarie Louise Denti e Silvia Versari, fondatrici e collaboratrici del brand Slide Queen.

In questo nuovo appuntamento, il focus è sulla comunicazione visiva come leva strategica di leadership, attraverso un confronto narrativo tra due figure femminili emblematiche: la Regina di Cuori e Leia Organa. Due stili opposti che incarnano modelli di presentazione e di potere, capaci di influenzare profondamente la percezione, il coinvolgimento e la reputazione.

E, come promesso, il Prolegomeno offre un super regalo a tutti i PopApers: è possibile scaricare la presentazione sul Pop Management realizzata dalle Slide Queen, un esempio pratico di come i principi del Manifesto possano tradursi in visual storytelling efficace, coerente e memorabile.

Il Pop Management torna, dunque, con un invito chiaro: comunicare non per imporsi, ma per generare senso, relazione e fiducia.

 

Il potere delle presentazioni

per una Leadership Pop

di Elena Bobbola, Marie Louise Denti

e Silvia Versari

 

Essere Pop nelle presentazioni? Si può. Anzi, si deve

Anche le presentazioni possono essere Pop, sai? Anzi, le presentazioni dovrebbero sempre essere Pop.

Solo con una comunicazione che attinge al territorio comune del nostro pubblico le idee possono brillare. Così, le slide diventano veicolo di una comunicazione efficace, fresca e memorabile.

“Essere Pop nelle presentazioni” significa comunicare valori autentici – in cui crediamo e che applichiamo e perseguiamo in prima persona – e creare relazioni reali e durature con il pubblico.

Due modelli di leadership, due modelli di presentazioni

Prendiamo ispirazione da Remo Ponti che ci ha guidati in un viaggio interstellare tra l’autoritarismo oscuro di Darth Vader e la leadership partecipativa del Capitano Picard: l’impero di Vader si basa sulla paura e sul controllo, mentre la Federazione di Picard coltiva collaborazione e intelligenza collettiva. Il primo modello genera conformità e obbedienza, ma anche rigidità e stagnazione; il secondo alimenta la partecipazione e l’innovazione, anche a costo di maggiore complessità gestionale.

Questo dualismo è una metafora perfetta per esplorare due stili antitetici di presentazione e leadership. Entrambi potenti ma con effetti antitetici sul pubblico e sull’organizzazione.

Teniamo questa metafora e applichiamola a due leader femminili altrettanto iconiche, che ci aiutino a esplorare altri regni e galassie di significati prendendo spunto dalla leadership sheakesperiana convocativa del Prolegomeno n° 5 di Marco Minghetti. Parliamo della Regina di Cuori e della Principessa Leia Organa.

La Regina di Cuori: la leadership autoritaria e impulsiva

La Regina di Cuori è la perfetta omologa di Darth Vader. È l’incarnazione della leadership autoritaria: comanda senza accettare suggerimenti o opinioni altrui.

È impulsiva e intransigente: prende decisioni rapide, spesso dettate dall’umore, e usa la paura come strumento di controllo. Peraltro senza nemmeno sporcarsi le mani (telecineticamente parlando) ma delegando la… decurtazione del personale al grido ricorrente di “Tagliatele la testa!”

La Regina e l’Ombra

Ragionando per archetipi, la Regina di Cuori è l’unione di tre figure – Padre, Madre e Creativo – nella loro versione “ombra”, ovvero Tiranno (crudele, inflessibile, senza valori), Matrigna (sterile, ossessiva, sovrabbondante), Folle (dissennata, irresponsabile, offensiva).

La Tiranna è colei che ha perso ciò che il Padre rappresentava e ne ha portato i tratti all’eccesso ma svuotati dei valori portanti: dall’autorevolezza all’autorità imposta, dall’ordine al caos, dalla stabilità all’imprevedibilità. Con le parole di Lombardi: “la capacità di istituire credenze e regole per il bene comune viene sostituita dalla volontà di esercitare il potere per il potere, senza sistemi valoriali di riferimento”.

La Matrigna è una terra devastata su cui non cresce più nulla, non nutre come una Madre, non suscita senso di appartenenza. Anche esteticamente e fisicamente porta su di sé segni di opulenza che nascondono povertà interiore: è tutto troppo sovrabbondante. And more is not enough.

La Folle ha perduto contatto con la realtà (siamo nel Paese delle Meraviglie ma è pur sempre la sua realtà). Il creativo porta nuove visioni, basate su valori e veicoli di senso, mentre la sua ombra porta solo delirio e sproloqui, perché non c’è senso dove non ci sono valori.

Lo stile comunicativo della Regina di Cuori: superbold e narcisista

Il suo stile comunicativo è dominato da comandi, imposizioni, minacce e ha un’unica grande – ingombrante – protagonista: se stessa. Il suo Tono di Voce è aggressivo, imperativo, capriccioso, urlato e teatrale. La sua voce è legge, il suo umore è decreto.

Le sue slide le immaginiamo come veri e propri atti di totalitarismo visivo sfociante in un insieme caotico: colori forti, aggressivi, totalizzanti come rosso e nero, font imperiosi (come il Cinzel Decorative, o un UnifrakturCook se vogliamo esagerare) e tanto bold, tanto maiuscolo. Ogni parola è urlata. Non c’è gerarchia visiva, tutto è importante allo stesso modo (il suo).

La presentazione è autoreferenziale: parla solo di “io, io, io”, le foto sono di se stessa, il logo è in ogni slide e come watermark in ogni foto. Ed è sicuramente troppo grande. Non presenta dati, a lei non servono, basta la sua parola, non ha bisogno di supporting evidence. Allo stesso tempo non usa storytelling: nessuna narrazione o logica nel flusso. Solo comandi e slogan, imperativi categorici. “TAGLIATELE LA TESTA!” è uno stile.

Le sue presentazioni potrebbero intitolarsi:

“Tagliatele la testa! Strategie di gestione dei dissidenti”
“L’unico stile di leadership vincente: il mio”
“Prima la sentenza, poi il verdetto: regole per una giustizia infallibile”
“Il gioco del potere: come avere sempre le carte vincenti”
“No more murdering the time. Evitare riunioni inutili, visto che ho sempre ragione”.

E come sta sul palco la Regina di Cuori? La immaginiamo impettita, mandibola serrata, mento verso l’alto, le mani ai fianchi o impegnate in un profluvio di gesti eccessivamente teatrali, come fosse al balcone di Palazzo Venezia. Parla con tonalità di voce alta, stentorea. Non domina le proprie emozioni: troppo entusiasmo mentre elogia se stessa, rabbia eccessiva se qualcuno osa fare domande (finché ha ancora una testa per ospitare una bocca).

Gli effetti della comunicazione “Regina di Cuori”

La Regina di Cuori adotta una comunicazione aggressiva e unidirezionale che intimorisce più che informare. Genera attenzione, certo, ma anche resistenza e distanza emotiva. Questo stile può risultare spettacolare sul palco, ma nella realtà limita (o ancora meglio: decapita) ogni forma di partecipazione e coinvolgimento. È passionale ma non appassionata. E non appassiona, perché non si rivolge alla parte più importante della presentazione: non parla CON il pubblico.

Il pubblico, infatti, resta passivo e spesso disconnesso. Anche da alcune parti del corpo.

Leia Organa: la Regina del Cuore, ovvero la leadership Pop e visionaria

La principessa Leia è la perfetta incarnazione della leader POP: inclusiva, autentica, visionaria. E ironica.

La sua è una leadership trasformazionale: Leia ha valori radicati e un sincero senso del dovere verso il suo popolo, e sa ispirare le persone che la circondano a credere in una causa più grande, la libertà e la giustizia nella galassia. Non decide mai da sola, prima ascolta tutti, in vere e proprie riunioni plenarie. Poi prende decisioni strategiche, anche se spesso dolorose e difficili, con sicurezza. Ha una mente lucida anche sotto pressione e in momenti di crisi. Sa quando delegare e quando invece deve scendere in prima linea.

E sa quando stemperare la tensione di una situazione con una battuta ironica. Perché ricordiamolo, l’umorismo può essere una chiave efficace per l’empatia. Anche l’ironia, per essere efficace, deve basarsi su un territorio comune con il mio pubblico. Ciò comporta che io lo conosco, so cosa gli piace, so in cosa crede.

La Principessa e la luce

Gli archetipi alla base della figura di Leia sono quasi speculari (dall’altra parte dello specchio, per dirla con Alice) e, soprattutto, in equilibrio, perché compatibili fra loro e con tratti di ognuna delle quattro dimensioni (sostanza, pensiero, energia, emozione).

Alla base di Leia troviamo la Madre (sostanza: senso di appartenenza, valori collettivi) e il Padre (confluenza di sostanza e pensiero: nobiltà, autorevolezza, stabilità, sacrificio per il bene comune).

Ma ha anche una componente di energia forte, data dal Guerriero (coraggio, dinamismo, liberazione dall’oppressione). E a completare il quadrato, c’è anche l’archetipo dell’Innamorato, che attiene alla sfera dell’emozione e rappresenta l’ideale, la salvezza, la passione per la giustizia.

Vogliamo esagerare? In Leia c’è anche una punta di Mago (pensiero+energia: l’archetipo della trasformazione): è pur sempre una Jedi anche lei…

In Leia c’è un rigore rilassato, una pulizia di strutture che si esprime anche in come si presenta: predilezione per colori chiari, capelli ordinati, linee semplici. Decisamente minimal chic: less is more.

Lo stile comunicativo di Leia Organa: minimal ed empatico

Leia è una comandante, una diplomatica e una combattente. Tre ruoli difficili da conciliare ma che incarna così come comunica, in modo coerente, fermo, chiaro, empatico, mai egocentrico. Parla poco, va diretta al punto, a volte è tagliente.

Parla con chiarezza e agisce con fermezza. La sua visionarietà non è a scapito della realtà delle cose: crede nella speranza, ma non a costo della lucidità. La sua voce non domina, guida. Non cerca applausi, cerca risultati e con le minime perdite possibili. Il suo Tono di Voce è diretto, motivante, calmo e mai urlato. Non ha paura di mostrarsi vulnerabile, quando serve.

Il visual storytelling delle sue slide sarebbe autentico, fondato su emozioni vere e su valori forti. L’effetto sarà di generare una connessione autentica con le persone, poiché usa lo storytelling come ponte relazionale, un “Golden Bridge”, come direbbe Federica Grazia Bartolini (qui il suo prolegomeno). Racconta per farsi capire e per far sentire il pubblico parte della missione, proprio come faceva guidando la ribellione. La sua forza comunicativa risiede nella capacità di attivare il cuore, la mente e il senso di appartenenza (emozione, pensiero, sostanza ed energia), ingredienti essenziali per una leadership che ispira. Come ci ricorda il prolegomeno di Alexandra Nistor, il medium è il messaggio, e Leia sa calibrare medium e messaggio per costruire significato, senso, relazione e fiducia.

Leia è un modello efficace perché riesce a tradurre l’identità in immagine, e lo fa con naturalezza: le sue parole sono sempre coerenti con le sue azioni. E questo genera reputazione. Santina Giannone ci ricorda che la reputazione non è una sola, ma tante: ogni pubblico, ogni contesto, ogni occasione genera una specifica reputazione. La leadership POP è consapevole di questo e cura ogni dettaglio: dalla struttura del discorso alla scelta delle immagini, dai numeri mostrati alla postura sul palco.

A proposito: come starebbe sul palco Leia?

Illuminerebbe la scena con la sua passione, ma cercando di non essere il centro dell’attenzione, o di esserlo solo nella maniera in cui è veicolo delle sue parole, delle sue idee, dei suoi valori. Non farebbe un monologo, probabilmente scenderebbe dal palco per stare insieme al suo pubblico, eliminando da subito la quarta parete, magari con l’ironia.

Le sue presentazioni potrebbero intitolarsi:

“Una via d’uscita c’è. Troviamola, insieme.”
“La speranza è come il sole: guidiamo insieme attraverso la notte”
“La ribellione si fonda sulla speranza. Noi abbiamo la speranza.”
“Dalle stalle alle stelle: qualcuno dovrà salvarci la pellaccia”
“Abbiamo tutto ciò che serve”
“È così che vinceremo: non combattendo ciò che odiamo, ma salvando ciò che amiamo”.

I tre pilastri delle presentazioni POP secondo Leila:

  1.   Struttura.
    Leia non improvvisa: pianifica, studia e adatta il messaggio al pubblico. Conoscere il suo pubblico è la sua strategia chiave: non parla a un pubblico generico, parla A TE, parla CON TE, ma perché ti conosce, sa il tuo nome e da dove vieni. Mostra attenzione ai valori, ai bisogni e alle paure del suo pubblico. Si chiede sempre: “Questa presentazione serve davvero al mio pubblico?”.
    La struttura narrativa segue un arco chiaro: apertura emozionale (emozione), sviluppo logico (pensiero), chiusura memorabile (energia). Leia non improvvisa: struttura la narrazione come un viaggio, una missione condivisa, proprio come nelle sue battaglie contro l’Impero. Nessun dettaglio è lasciato al caso.
  2.   Emozioni.
    Leia conosce il potere delle emozioni. Le sue presentazioni raccontano storie che ispirano, fanno sorridere, commuovono. Utilizza immagini evocative, aneddoti personali, silenzi strategici. Ogni slide è costruita come fosse la scena di un serie Netflix che ti tiene incollata fino alla fine, ogni parola scelta con cura, mai una di troppo. Perché, come approfondisce Alexandra Nistor, “i media non trasmettono solo contenuti: modellano il nostro modo di pensare”. L’obiettivo non è solo informare, ma coinvolgere, far vivere un’esperienza. Perché, come insegna il Pop Management, oggi vince chi riesce a essere empatico, chi sa creare senso condiviso.
  3.   Numeri.
    Leia usa i numeri con intenzione. Non riempie le slide di dati: li seleziona con cura. Meno è meglio, purché sia rilevante. Un numero ben visualizzato può avere più impatto di un’intera tabella. L’importante è che i dati raccontino una storia e non siano meri riempitivi razionali.
    Anche qui, la regola che segue è semplicità e pulizia visiva. Un dato giusto, nel momento giusto, è uno strumento narrativo potentissimo. I dati, in un contesto POP, non sono strumenti di potere, ma leve per creare consapevolezza. E la rilevanza è POP.

E l’intelligenza artificiale? È Pop?

Leila userebbe l’Intelligenza Artificiale?

Leia non delega, ma collabora. Usa l’AI come supporto creativo, non come sostituto. Redige bozze, genera alternative grafiche, ma mantiene il controllo sulla narrazione e sull’identità. Come sottolinea Bartolini, “L’adozione dell’AI generativa è, prima ancora che una scelta tecnologica, un test di visione, coerenza — e un acceleratore di verità.

L’intelligenza artificiale, infatti, può amplificare la voce dei leader, ma solo se quella voce è già autentica”. L’AI è un alleato, non una scorciatoia: uno strumento per potenziare la creatività, non per sostituire l’intenzione. Anche quando si tratta di slide.

Conclusioni: Leia sicuramente contribuirebbe al Manifesto del Pop Management

Come ci ricorda il Manifesto del Pop Management, per competere nel mondo di oggi la comunicazione aziendale deve adottare i codici della cultura Pop (empatia, autenticità, ascolto, immaginazione). Leia è perfettamente a suo agio in questo mondo Pop, perché unisce visione strategica e narrazione calda, intelligenza e vulnerabilità. È questo il nuovo potere delle Presentazioni Pop.

Un leader Pop non presenta per affermarsi, ma per connettersi. E per connettersi serve una comunicazione che parta dalla persona dietro il brand, come ci suggerisce Alessandra Pilia introducendo i concetti di CEOPOP e Ceotelling. E in questo Leia è esemplare: non parla da principessa, ma da sorella, compagna, guida empatica.

Tornando alla reputazione, o meglio, alle reputazioni: non esiste una reputazione unica, ma tante reputazioni quante sono le persone che ci osservano.

Ogni slide, ogni parola, ogni pausa costruisce (o mina) la nostra credibilità. E ogni presentazione è una possibilità per rafforzare quella fiducia o per perderla, un’occasione per rafforzare il brand personale, generare fiducia e diventare memorabili.

Per questo occorre lavorare con metodo e visione: perché ogni comunicazione è anche reputazionale. La reputazione non si costruisce quando serve, ma ogni giorno. È un progetto, non un risultato.

Unisciti anche tu alla ribellione gentile del Pop Management, contro la tirannia delle presentazioni brutte e inefficaci.

Puoi iniziare da qui: scarica la presentazione del Pop Management.

Pronti, partenza, slide!

Immagine di copertina by Slide Queen

Puntate precedenti

1 – DALLO HUMANISTIC AL POP MANAGEMENT
2 – MANIFESTI, ATLANTI, MAPPE E TERRITORI
3 – IL MANAGER PORTMANTEAU
4 – WHICH WAY, WHICH WAY?
5 – LEADERSHIP POP (LEZIONI SHAKESPEARIANE)
6 – OPINION PIECE DI RICCARDO MAGGIOLO
7 – LEADERSHIP POP (APERTURA, AUTONOMIA, AGIO, AUTO-ESPRESSIONE)
8 – OPINION PIECE DI JOSEPH SASSOON
9 – OPINION PIECE DI CESARE CATANIA
10 – OPINION PIECE DI VANNI CODELUPPI
11 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO GIAUME
12 – COLLABORAZIONE POP. L’IRRESISTIBILE ASCESA DELLE COMMUNITY INTERNE
13 – COLLABORAZIONE POP. L’EMPATIA SISTEMICA
14 – COLLABORAZIONE POP. LE COMMUNITY AZIENDALI: UNO STATO DELL’ARTE, PARTE PRIMA
15 – COLLABORAZIONE POP. LE COMMUNITY AZIENDALI: UNO STATO DELL’ARTE, PARTE SECONDA
16 – OPINION PIECE DI MATTEO LUSIANI
17 – OPINION PIECE DI MARCO MILONE
18 – OPINION PIECE DI ALESSIO MAZZUCCO
19 – OPINION PIECE DI ALESSANDRA STRANGES
20 – OPINION PIECE DI FRANCESCO VARANINI
21 – ORGANIZZAZIONE  POP. COMANDO, CONTROLLO, PAURA, DISORIENTAMENTO
22 – OPINION PIECE DI ROBERTO VERONESI
23 – OPINION PIECE DI FRANCESCO GORI
24 – OPINION PIECE DI NELLO BARILE
25 – OPINION PIECE DI LUCA MONACO
26 – OPINION PIECE DI RICCARDO MILANESI
27 – OPINION PIECE DI LUCA CAVALLINI
28 – OPINION PIECE DI ROBERTA PROFETA
29 – UN PUNTO NAVE
30 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CURA)
31 – OPINION PIECE DI NICHOLAS NAPOLITANO
32 – LEADERSHIP POP. VERSO L’YPERMEDIA PLATIFIRM (CONTENT CURATION)
33 – OPINION PIECE DI FRANCESCO TONIOLO
34 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CONVIVIALITA’)
35 – OPINION PIECE DI LUANA ZANELLATO
36 – OPINION PIECE DI ANDREA BENEDETTI E ISABELLA PACIFICO
37 – OPINION PIECE DI STEFANO TROILO
38 – OPINION PIECE DI DAVIDE GENTA
39 – OPINION PIECE DI ANNAMARIA GALLO
40 – INNOVAZIONE POP. ARIMINUM CIRCUS: IL READING!
41 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CONVOCAZIONE)
42 – OPINION PIECE DI EDOARDO MORELLI
43 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CO-CREAZIONE DI VALORE)
44 – OPINION PIECE DI MARIANNA PORCARO
45 – OPINION PIECE DI DONATO IACOVONE
46 – OPINION PIECE DI DENNIS TONON
47 – OPINION PIECE DI LAURA FACCHIN
48 – OPINION PIECE DI CARLO CUOMO
49 – OPINION PIECE DI CARLO MARIA PICOGNA
50 – OPINION PIECE DI ROBERTO RAZETO
51 – OPINION PIECE DI ALBERTO CHIAPPONI
52 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO ANTONINI
53 – OPINION PIECE DI ALESSANDRA PILIA
54 – OPINION PIECE DI CLEMENTE PERRONE
55 – OPINION PIECE DI FABRIZIO RAUSO
56 – OPINION PIECE DI LORENZO TEDESCHI
57 – OPINION PIECE DI EUGENIO LANZETTA
58 – OPINION PIECE DI GIOLE GAMBARO
59 – OPINION PIECE DI DANTE LAUDISA
60 – OPINION PIECE DI GIAMPIERO MOIOLI
61 – OPINION PIECE DI GIOVANNI AMODEO
62 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO LOTTO
63 – OPINION PIECE DI GIANLUCA BOTTINI
65– OPINION PIECE DI SIMONE FARINELLI
66– OPINION PIECE DI FRANCESCA ANNALISA PETRELLA
67– OPINION PIECE DI VALERIO FLAVIO GHIZZONI
68– OPINION PIECE DI STEFANO MAGNI
69– OPINION PIECE DI LUCA LA BARBERA
70 – INNOVAZIONE POP. ARIMINUM CIRCUS: LA GRAPHIC NOVEL!
71 – LEADERSHIP POP. APOFATICA E CATAFATICA DELLA COMUNICAZIONE
72 – OPINION PIECE DI FEDERICA CRUDELI
73– OPINION PIECE DI MELANIA TESTI
74 – OPINION PIECE DI GIANMARCO GOVONI
75– OPINION PIECE DI MARIACHIARA TIRINZONI
76 – SENSEMAKING POP. LODE DELLA CATTIVA CONSIDERAZIONE DI SE’
77 – OPINION PIECE DI ALESSANDRA CAPPELLO E ALESSANDRA MAZZEI
78 – OPINION PIECE DI JOE CASINI
79 – OPINION PIECE DI MARTA CIOFFI
80 – STORYTELLING POP. VERSO IL POP BRANDING (PARTE PRIMA)
81 – STORYTELLING POP. VERSO IL POP BRANDING (PARTE SECONDA)
82 – STORYTELLING POP. VERSO IL POP BRANDING (NOTE A MARGINE)
83 – ENGAGEMENT POP. IL MANAGER INGAGGIANTE IMPARA DAI POKEMON
84 – ENGAGEMENT POP. DARE VOCE IN CAPITOLO
85 – ENGAGEMENT POP. COMUNICARE, VALUTARE, TRASFORMARE
86 – SENSEMAKING POP. MALATTIA MENTALE E BENESSERE PSICOLOGICO SUL LAVORO
87 – SENSEMAKING POP. FOLLIA O DIVERSITA’?
88 – OPINION PIECE DI LUIGIA TAURO
89 – OPINION PIECE DI NILO MISURACA
90 – OPINION PIECE DI FRANCESCO DE SANTIS
91 – INNOVAZIONE POP. REMIX, RI-USO, RETELLING
92 – STORYTELLING POP. ARIMINUM CIRCUS AL BOOK PRIDE 2025
93 – OPINION PIECE DI SIMONE VIGEVANO
94 – OPINION PIECE DI LORENZO FARISELLI
95 – OPINION PIECE DI MARTINA FRANZINI
96 – OPINION PIECE DI EMANUELA RIZZO
97 – INNOVAZIONE POP. OLTRE LA PRE-INTERPRETAZIONE
98 – INNOVAZIONE POP. FORMAZIONE: ANALOGICA, METAVERSALE, IBRIDA
99 – ARIMINUM CIRCUS: LA VISUAL NOVEL!
100 – La (P) AI INTELLIGENCE (PARTE PRIMA)
101 – La (P) AI INTELLIGENCE (PARTE SECONDA)
102 – La (P) AI INTELLIGENCE (PARTE TERZA)
103– La (P) AI INTELLIGENCE (PARTE QUARTA)
104– La (P) AI INTELLIGENCE (PARTE QUINTA)
105– OPINION PIECE DI ALEXANDRA NISTOR
106– FORMAZIONE POP. PARTE PRIMA
107– FORMAZIONE POP. PARTE SECONDA
108– OPINION PIECE DI FEDERICA GRAZIA BARTOLINI
109– OPINION PIECE DI FEDERICO PLATANIA
110– OPINION PIECE DANIELA DI CIACCIO
111– OPINION PIECE DI LUCIANA MALARA E DONATELLA MONGERA
112– IL RITORNO DEL CEOPOP
113– LA VISIONE DEI CEOPOP (VOLUME 1)
114– LA VISIONE DEI CEOPOP (VOLUME 2)
115 – LA COMUNICAZIONE DEL CEOPOP
116– CEOPOP E PARTI SOCIALI
117– CHE POP MANAGER SEI? L’ESTETA
118– STORYTELLING POP. UNA COMUNICAZIONE POP PER IL NON PROFIT
119– CHE POP MANAGER SEI? VISIONARIO/VISIONARIA
120– OPINION PIECE DI REMO PONTI
121– CHE POP MANAGER SEI? EMPATICA/EMPATICO
122– OPINION PIECE DI GIACOMO GRASSI
123– CHE POP MANAGER SEI? INNOVATORE/INNOVATRICE
124– SECONDA CONVERSAZIONE COLLABORATIVA SUL POP BRANDING
125– CHE POP MANAGER SEI? SIMPOSIARCA
126– SENSEMAKING POP. UNA NUOVA GRAMMATICA DEL LAVORO (1)
127– CHE POP MANAGER SEI? ESPLORATORE/ESPLORATRICE
128– SENSEMAKING POP. UNA NUOVA GRAMMATICA DEL LAVORO (2)
129– CHE POP MANAGER SEI? IRONIC DIVA/DIVO
130– SENSEMAKING POP. UNA NUOVA GRAMMATICA DEL LAVORO (3)
131– CHIUSI PER FERIE