Immagine di Marcello Minghetti per Ariminum Circus Stagione 1

Prolegomeni al Manifesto del Pop Management 108. Sensemaking Pop. Opinion Piece di Federica Grazia Bartolini

Federica Grazia Bartolini è autrice, communication strategist e speaker su AI, leadership e autenticità. Dopo una carriera internazionale in aziende Fortune 500, ha creato il metodo Golden Bridge™ per aiutare leader e organizzazioni a comunicare con visione, impatto e coerenza nell’era dell’intelligenza artificiale.

La vera leadership oggi?

Umana, autentica. E alleata dell’AI

di Federica Grazia Bartolini

C’era una volta…

C’era un tempo in cui i leader si distinguevano per il tono della voce in una sala riunioni.

Poi è arrivato il tempo delle slide perfette, dei KPI da difendere, delle email sempre più brevi e impersonali — inviate secondo il dogma che velocità equivale ad efficienza, ma così scarne che a volte non avevano nemmeno un saluto iniziale o finale.

Dopo, si è passati all’appiattimento gerarchico (quantomeno formalmente): dall’abolizione di giacca e cravatta, al darsi del tu, allo smart working fino al 100% del tempo fino a che a qualcuno questo deve essere sembrato eccessivamente innovativo e abbiamo assistito a tentativi disperati più recenti di tornare al passato e recuperare un certo decoro comunicativo e formale.

Siamo passati dall’epoca in cui ci si rivolgeva al Signor Direttore con rispetto per lo status e il ruolo che rappresentava, come il celebre Megadirettore Galattico di fantozziana memoria, a un’epoca più veloce, trasparente, dove se manca la sostanza quel “Signor Direttore” resta solo in copertina: non risuona più con le persone. Non basta un titolo se manca la sostanza. Se il gioco di nascondersi dietro a una carica altisonante poteva funzionare (male) in passato, oggi non funziona più.

L’adozione dell’AI generativa è, prima ancora che una scelta tecnologica, un test di visione, coerenza — e un acceleratore di verità. L’intelligenza artificiale, infatti, può amplificare la voce dei leader, ma solo se quella voce è già autentica.

Pensiamo, ad esempio, a quando Howard Schultz, ex CEO di Starbucks, è tornato alla guida dell’azienda con un linguaggio manageriale che molti hanno percepito come distante rispetto alla sensibilità sociale contemporanea. Le sue posizioni ambigue su temi legati al lavoro e ai sindacati, in una fase di forte esposizione pubblica, hanno mostrato quanto anche un leader carismatico possa perdere sintonia con le aspettative collettive, se la comunicazione appare autoreferenziale o scollegata dal contesto.

Quando la comunicazione diventa opaca e il linguaggio del potere non si evolve con la sensibilità collettiva, anche i leader più quotati perdono presa.

Perché oggi, ancor più di ieri, senza sostanza, la reputazione scivola via.

Abbiamo inseguito stili, posture, apparenze. Ci siamo persi in simboli e scorciatoie, cercando nella forma ciò che solo la sostanza poteva garantire. Abbiamo fatto tanti passi avanti, e altrettanti indietro. E da quel che osservo oggi, manca una bussola vera.

Perché un vero leader non è apparenza: è sostanza autentica.

Cosa succede quando anche le persone possono essere generate da una macchina (quantomeno nella loro versione digitale)?

Il confine tra ciò che è vero e ciò che è ottimizzato si fa sempre più sottile, e il rischio di lasciarsi affascinare e tornare all’effetto copertina, senza contenuto, è alto—soprattutto se non si comprende e non si padroneggia il potenziale dell’intelligenza artificiale. L’AI dovrebbe essere un alleato di concretezza, non un acceleratore “rumore manageriale”.

Da oltre 15 anni mi occupo di comunicazione strategica in ambito corporate e da più di 20 mi confronto, per passione e per mestiere, con l’evoluzione digitale. Ho lavorato in contesti internazionali, ricoprendo ruoli di responsabilità in multinazionali Fortune 500. Oggi accompagno leader e organizzazioni nel comprendere, usare e comunicare l’intelligenza artificiale con autenticità, impatto e consapevolezza.

In questo scenario, la leadership non può più essere solo una funzione. Deve diventare una forma di presenza. E allora la domanda è: come si guida davvero in un mondo dove la comunicazione è sempre più algoritmica e sempre meno umana?

L’intelligenza artificiale, soprattutto nella sua forma generativa, sta ridisegnando le conversazioni, il modo di prendere decisioni, le narrazioni aziendali. Ma ciò che resta in ombra – o inascoltato – è proprio ciò che può fare la differenza: la capacità di guidare con autenticità, visione e consapevolezza. Non malgrado la tecnologia. Ma attraverso di essa.

Nel “Prolegomeno 7” dedicato alla Leadership Pop, Marco Minghetti individua in apertura, autonomia, agio e auto-espressione i cardini di una leadership contemporanea e coerente con le esigenze di senso delle nuove generazioni. Un’intuizione potente, che si intreccia perfettamente con la necessità, oggi più che mai, di guidare non solo con la testa, ma con mente, cuore e voce.

L’AI non sostituisce la leadership. La mette a nudo.

L’intelligenza artificiale amplifica tutto: anche le contraddizioni. È una lente che obbliga i leader a confrontarsi con ciò che li rende davvero rilevanti. Non basta più essere preparati. Serve essere presenti.

“L’intelligenza artificiale non ci spoglia del nostro ruolo. Lo mette a nudo. E solo chi ha una voce propria sarà riconoscibile nel rumore.”
 (Da “Comunicare con l’Intelligenza Artificiale – Una guida umanocentrica per leader autentici”, F.G. Bartolini)

 In questo senso, l’AI è un test di autenticità.

Come discusso anche nel “Prolegomeno 46” (Dennis Tonon), modelli di Management 3.0 che integrano benessere e performance diventano indispensabili per navigare la complessità. La leadership non può più essere verticale, autoritaria, impersonale. Deve farsi rete, ascolto, presenza.

La comunicazione autentica è un moltiplicatore di fiducia

Autenticità non significa dire tutto. Significa dire il vero con rispetto e intenzionalità. Significa scegliere la chiarezza rispetto al controllo, e la coerenza rispetto alla convenienza.

In scenari ad alta tensione – fusioni, ristrutturazioni, tensioni reputazionali – l’autenticità diventa una leva strategica indispensabile.

Ho visto board cambiare idea, team riattivarsi, rischi trasformarsi in opportunità solo perché un leader ha avuto il coraggio di essere reale.

Lo confermano anche Alessandra Cappello e Alessandra Mazzei nel “Prolegomeno 77“: l’engagement nasce da scambi autentici e coerenti.

Il corpo non è un accessorio della mente

L’AI eccelle nei dati ma non sente. Può supportare i leader nel prendere decisioni più oggettive, basate su dati, prive di favoritismi e libere da logiche clientelari.

Tuttavia, proprio perché eccelle nella razionalizzazione e nella standardizzazione dei processi decisionali, rischia di disincarnare la leadership, trasformandola in qualcosa di astratto, scollegato dalla realtà emotiva e relazionale dei team.

Ma, come ricorda Martina Franzini nel “Prolegomeno 95“, il corpo è parte integrante del modo in cui pensiamo, sentiamo, guidiamo.

La leadership del futuro, per funzionare, dovrà tenere conto non solo dei dati e delle analisi, ma anche delle emozioni e delle relazioni. Dovrà essere presente, consapevole, capace di ascoltare con attenzione e di percepire anche ciò che non viene detto.

Il coraggio è la nuova moneta di scambio

Guidare oggi significa anche esporsi. Ammettere un errore. Dire “non so” quando serve. Difendere ciò in cui si crede, anche se non è popolare.

Questo coraggio non è solo morale. È competitivo. Il coraggio comunicativo è l’elemento che trasforma la trasparenza in influenza.

I contesti BANI richiedono visione, trasparenza, fermezza. Il coraggio comunicativo non cerca like: cerca rispetto duraturo.

La leadership è un atto di comunicazione

Chi guida, comunica. E la comunicazione è uno degli atti più potenti a disposizione dei leader. Ogni scelta comunicativa, ogni silenzio, ogni parola pubblica contribuisce a costruire un’identità collettiva. Se non si presidia questo spazio con autenticità e intenzionalità, altri lo faranno al nostro posto.

La leadership narrativa non è storytelling fine a sé stesso, ma capacità di dare senso al cambiamento. Significa aiutare le persone a capire dove siamo, perché ci siamo, e dove vogliamo andare. Significa scegliere un linguaggio che unisce, non che divide.

Più empatia e sostanza, meno rumore vuoto

Oggi empatia e autenticità non sono soft skill. Sono strategia.

In un mondo iperconnesso e affamato di senso, i leader vengono giudicati non solo per quello che ottengono, ma per come fanno sentire le persone.

L’empatia costruisce reputazione. Rende un post su LinkedIn un movimento, una keynote un’eredità. È anche l’antidoto alla fatica digitale: le storie vere, condivise con vulnerabilità, tagliano il rumore e arrivano dritte al cuore.

L’empatia ha sempre avuto valore, ma nell’era dell’AI è ancora più essenziale. Le persone vivono di istinto, emozione, passione: aspetti che la tecnologia può simulare, ma non comprendere davvero. L’empatia è la moneta relazionale che nessun algoritmo potrà mai replicare, la bussola che orienta la comunicazione dei leader verso autenticità, integrità e impatto.

È per questo che “Dialogo  & Empatia” è uno dei sei pilastri del Golden Bridge Method(TM): perché garantisce che ogni messaggio risuoni non solo cognitivamente, ma anche emotivamente ed eticamente.

Essere umani nell’era AI: ponti, non scorciatoie

Essere leader umani e autentici, oggi, non significa resistere alla tecnologia.
Significa abitarla con coscienza, mettere l’intelligenza artificiale al servizio dell’intelligenza umana e narrativa, riconoscere che la vera influenza nasce dalla coerenza, non dal controllo.

Il mio invito, in linea con quanto discusso nei Prolegomeni citati, è semplice ma radicale: non possiamo delegare alla macchina ciò che è responsabilità nostra. Possiamo – e dobbiamo – invece creare ponti tra AI e autenticità, tra performance e presenza, tra innovazione e identità.

E per autenticità non intendo uno stile, ma una sostanza: comunicare in modo autentico significa essere coerenti, intenzionali, coraggiosi e, soprattutto, responsabili.
Non si tratta di dire tutto sempre, ma di scegliere cosa dire con verità, rispetto e consapevolezza del contesto. È assumersi la responsabilità del proprio messaggio e del suo impatto.

Quando un leader comunica con trasparenza, intelligenza emotiva e purpose, genera fiducia, attiva l’engagement e favorisce l’allineamento.

In questo senso, Comunicare con l’Intelligenza Artificiale – Una guida umanocentrica per leader che valorizzano autenticità, empatia e purpose nell’era dell’AI non è solo un titolo.

È un manifesto per chi vuole costruire una leadership capace di attraversare il rumore e generare reputazione.
Pop, nel senso più alto del termine.

108 – continua

Copertina di Marcello Minghetti (Mosaico per Ariminum Circus Stagione 1)

Puntate precedenti

1 – DALLO HUMANISTIC AL POP MANAGEMENT
2 – MANIFESTI, ATLANTI, MAPPE E TERRITORI
3 – IL MANAGER PORTMANTEAU
4 – WHICH WAY, WHICH WAY?
5 – LEADERSHIP POP (LEZIONI SHAKESPEARIANE)
6 – OPINION PIECE DI RICCARDO MAGGIOLO
7 – LEADERSHIP POP (APERTURA, AUTONOMIA, AGIO, AUTO-ESPRESSIONE)
8 – OPINION PIECE DI JOSEPH SASSOON
9 – OPINION PIECE DI CESARE CATANIA
10 – OPINION PIECE DI VANNI CODELUPPI
11 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO GIAUME
12 – COLLABORAZIONE POP. L’IRRESISTIBILE ASCESA DELLE COMMUNITY INTERNE
13 – COLLABORAZIONE POP. L’EMPATIA SISTEMICA
14 – COLLABORAZIONE POP. LE COMMUNITY AZIENDALI: UNO STATO DELL’ARTE, PARTE PRIMA
15 – COLLABORAZIONE POP. LE COMMUNITY AZIENDALI: UNO STATO DELL’ARTE, PARTE SECONDA
16 – OPINION PIECE DI MATTEO LUSIANI
17 – OPINION PIECE DI MARCO MILONE
18 – OPINION PIECE DI ALESSIO MAZZUCCO
19 – OPINION PIECE DI ALESSANDRA STRANGES
20 – OPINION PIECE DI FRANCESCO VARANINI
21 – ORGANIZZAZIONE  POP. COMANDO, CONTROLLO, PAURA, DISORIENTAMENTO
22 – OPINION PIECE DI ROBERTO VERONESI
23 – OPINION PIECE DI FRANCESCO GORI
24 – OPINION PIECE DI NELLO BARILE
25 – OPINION PIECE DI LUCA MONACO
26 – OPINION PIECE DI RICCARDO MILANESI
27 – OPINION PIECE DI LUCA CAVALLINI
28 – OPINION PIECE DI ROBERTA PROFETA
29 – UN PUNTO NAVE
30 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CURA)
31 – OPINION PIECE DI NICHOLAS NAPOLITANO
32 – LEADERSHIP POP. VERSO L’YPERMEDIA PLATIFIRM (CONTENT CURATION)
33 – OPINION PIECE DI FRANCESCO TONIOLO
34 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CONVIVIALITA’)
35 – OPINION PIECE DI LUANA ZANELLATO
36 – OPINION PIECE DI ANDREA BENEDETTI E ISABELLA PACIFICO
37 – OPINION PIECE DI STEFANO TROILO
38 – OPINION PIECE DI DAVIDE GENTA
39 – OPINION PIECE DI ANNAMARIA GALLO
40 – INNOVAZIONE POP. ARIMINUM CIRCUS: IL READING!
41 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CONVOCAZIONE)
42 – OPINION PIECE DI EDOARDO MORELLI
43 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CO-CREAZIONE DI VALORE)
44 – OPINION PIECE DI MARIANNA PORCARO
45 – OPINION PIECE DI DONATO IACOVONE
46 – OPINION PIECE DI DENNIS TONON
47 – OPINION PIECE DI LAURA FACCHIN
48 – OPINION PIECE DI CARLO CUOMO
49 – OPINION PIECE DI CARLO MARIA PICOGNA
50 – OPINION PIECE DI ROBERTO RAZETO
51 – OPINION PIECE DI ALBERTO CHIAPPONI
52 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO ANTONINI
53 – OPINION PIECE DI ALESSANDRA PILIA
54 – OPINION PIECE DI CLEMENTE PERRONE
55 – OPINION PIECE DI FABRIZIO RAUSO
56 – OPINION PIECE DI LORENZO TEDESCHI
57 – OPINION PIECE DI EUGENIO LANZETTA
58 – OPINION PIECE DI GIOLE GAMBARO
59 – OPINION PIECE DI DANTE LAUDISA
60 – OPINION PIECE DI GIAMPIERO MOIOLI
61 – OPINION PIECE DI GIOVANNI AMODEO
62 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO LOTTO
63 – OPINION PIECE DI GIANLUCA BOTTINI
65– OPINION PIECE DI SIMONE FARINELLI
66– OPINION PIECE DI FRANCESCA ANNALISA PETRELLA
67– OPINION PIECE DI VALERIO FLAVIO GHIZZONI
68– OPINION PIECE DI STEFANO MAGNI
69– OPINION PIECE DI LUCA LA BARBERA
70 – INNOVAZIONE POP. ARIMINUM CIRCUS: LA GRAPHIC NOVEL!
71 – LEADERSHIP POP. APOFATICA E CATAFATICA DELLA COMUNICAZIONE
72 – OPINION PIECE DI FEDERICA CRUDELI
73– OPINION PIECE DI MELANIA TESTI
74 – OPINION PIECE DI GIANMARCO GOVONI
75– OPINION PIECE DI MARIACHIARA TIRINZONI
76 – SENSEMAKING POP. LODE DELLA CATTIVA CONSIDERAZIONE DI SE’
77 – OPINION PIECE DI ALESSANDRA CAPPELLO E ALESSANDRA MAZZEI
78 – OPINION PIECE DI JOE CASINI
79 – OPINION PIECE DI MARTA CIOFFI
80 – STORYTELLING POP. VERSO IL POP BRANDING (PARTE PRIMA)
81 – STORYTELLING POP. VERSO IL POP BRANDING (PARTE SECONDA)
82 – STORYTELLING POP. VERSO IL POP BRANDING (NOTE A MARGINE)
83 – ENGAGEMENT POP. IL MANAGER INGAGGIANTE IMPARA DAI POKEMON
84 – ENGAGEMENT POP. DARE VOCE IN CAPITOLO
85 – ENGAGEMENT POP. COMUNICARE, VALUTARE, TRASFORMARE
86 – SENSEMAKING POP. MALATTIA MENTALE E BENESSERE PSICOLOGICO SUL LAVORO
87 – SENSEMAKING POP. FOLLIA O DIVERSITA’?
88 – OPINION PIECE DI LUIGIA TAURO
89 – OPINION PIECE DI NILO MISURACA
90 – OPINION PIECE DI FRANCESCO DE SANTIS
91 – INNOVAZIONE POP. REMIX, RI-USO, RETELLING
92 – STORYTELLING POP. ARIMINUM CIRCUS AL BOOK PRIDE 2025
93 – OPINION PIECE DI SIMONE VIGEVANO
94 – OPINION PIECE DI LORENZO FARISELLI
95 – OPINION PIECE DI MARTINA FRANZINI
96 – OPINION PIECE DI EMANUELA RIZZO
97 – INNOVAZIONE POP. OLTRE LA PRE-INTERPRETAZIONE
98 – INNOVAZIONE POP. FORMAZIONE: ANALOGICA, METAVERSALE, IBRIDA
99 – ARIMINUM CIRCUS: LA VISUAL NOVEL!
100 – La (P) AI INTELLIGENCE (PARTE PRIMA)
101 – La (P) AI INTELLIGENCE (PARTE SECONDA)
102 – La (P) AI INTELLIGENCE (PARTE TERZA)
103– La (P) AI INTELLIGENCE (PARTE QUARTA)
104– La (P) AI INTELLIGENCE (PARTE QUINTA)
105– OPINION PIECE DI ALEXANDRA NISTOR
106– FORMAZIONE POP. PARTE PRIMA
107– FORMAZIONE POP. PARTE SECONDA