Chiudiamo quest’anno all’insegna del Pop con una vera e propria strenna natalizia: Il volo del Roc, una Graphic Novel di Fabrizio Schioppo ispirata al secondo Episodio di Ariminum Circus Stagione 1, fruibile in due possibili modalità:
scorrendola online cliccando qui;
scaricando il pdf, cliccando qui: Il_Volo_Del_Roc
Un progetto che continua la sperimentazione di nuovi format intorno al magico mondo di Ariminum iniziata nel 2014 con Racconti invernali da spiaggia, proseguita con la gestazione decennale di Ariminum Circus Stagione 1 – che ha portato a ben due riconoscimenti da parte del Premio Calvino, oltre ad altri minori – per arrivare ad AriminumCircusIlPodcast, nonchè ad AriminumCircusIlBootleg e che nel 2025 vedrà nuove esplorazioni attraverso modalità narrative ancora diverse.
Fermo restando che la Graphic Novel è un format cui sono da sempre affezionato. Lo dimostra il fatto che, quando ancora ero il giovane responsabile della Comunicazione Interna Agip, ebbi l’idea di affidare al (riminese, naturalmente) Hugo Pratt una celebrazione a fumetti dei settant’anni di Agip. L’opera, che avrebbe dovuto essere pubblicata a puntate sul NIA, la rivista interna aziendale, e poi raccolta in volume, aveva il titolo provvisorio di Storia di uomini a sei zampe: avrebbe dovuto comprendere una serie di episodi ispirati a fatti veri o semplicemente immaginati dall’autore sullo spirito avventuroso e internazionale della società. Un mio collaboratore di allora, Domenico Negrini, ha ricordato in un’intervista il giorno in cui andammo da Pratt e lui accettò la nostra proposta. Purtroppo, il 20 agosto del 1995 Pratt muore: di questo suo ultimo lavoro riuscì a realizzare solo alcune tavole preparatorie, alcune a colori, altre in forma di schizzo e in bianco e nero. Nel settembre del 1996, per celebrare la nuova versione del NIA, decido di dedicare la copertina a Hugo Pratt e di allegare al suo interno le poche tavole che era riuscito a realizzare. Poiché l’anno prossimo cade l’anniversario della scomparsa di Pratt sarebbe fantastico se Eni cogliesse l’occasione per recuperare quelle tavole – magari riprendendo un progetto allora visionario.
Oggi la Graphic Novel rappresenta uno strumento di cui mi trovo sempre più spesso a ragionare in qualità di consulente per la comunicazione strategica con i miei clienti aziendali, per una serie di motivi. Lo sviluppo della narrazione prevede l’applicazione di testi e immagini che possono avere stili anche molto differenti a seconda dell’autore. Ogni disegnatore ha un modo di rappresentare la realtà e un linguaggio assolutamente personali. Niente è lasciato al caso, dal tratto, al colore, all’utilizzo dello spazio: lo stile del disegnatore aiuta a esprimere emozioni e stati d’animo, contribuisce a veicolare i contenuti narrativi e accompagna il lettore dalla prima all’ultima pagina.
Esattamente come nel caso dei romanzi, la Graphic Novel ha struttura, modalità di gestione della trama e delle caratteristiche psicologiche dei personaggi comparabili a quelli letterari. Organizzazioni che vanno dalle Assicurazioni Generali[i] all’Arma dei Carabinieri[ii], da Aperol[iii] a Pirelli[iv], la hanno utilizzata con successo per raccontarsi, principalmente allo scopo di rafforzare la propria reputazione, che tutte le aziende oggi considerano, non diversamente da un Tiktoker o da un Instagrammer, uno degli asset più rilevanti.
Un sentitissimo grazie va dunque a Fabrizio Schioppo, visionario e coraggioso Art Director che ha accettato la sfida di tradurre in immagini un testo piuttosto complesso, se poniamo mente al fatto che, come ci ha aiutato a capire Simone Farinelli in Prolegomeni 65, tenta la descrizione narrativa di un Iperoggetto: unica entità in grado di “essere membro di se stesso, dando così origine ai paradossi che tanto hanno tormentato Russell”.
Nella nota sotto riportata, Fabrizio illustra i criteri che ha seguito nella creazione di questa opera meravigliosa.
A me non resta che sottolineare come la scelta di questa storia, direttamente ispirata a Borges, non sia casuale: del resto, ne avevo già proposto un’interpretazione ai tempi di Hamlet, in quel caso illustrata da Milo Manara. Rappresenta infatti icasticamente non solo un Iperoggetto metafisico, ma anche e soprattutto la Community Pop sorta spontaneamente da qualche mese su LinkedIn dopo la pubblicazione dei primi Prolegomeni: sublunare, umanissima e umanistica, per quanto non antropocentrica – ovvero segnata da un movimento centripeto del pensiero che determina una dis-locazione dell’umano rispetto alla tradizione classica: paradossale ma unico punto di partenza possibile di un nuovo umanesimo. Una Community in impetuosa crescita anche attraverso momenti di incontro fisico che stanno diventando sempre più frequenti – il primo Aperitivo Pop svoltosi qualche giorno fa è ormai una leggenda metropolitana – tanto che da gennaio verrà pubblicato mensilmente su LinkedIn il calendario degli eventi Pop in programmazione.
(Attenzione spoiler!) Il Roc che, approdato in un’onirica regione felliniana al termine di un metaforico percorso di formazione (costellato da una nutrita serie di aperitivi nelle “più sordide bettole di Ariminum”), osservando da lontano un nugolo di esseri alati scopre non solo di “essere tra loro, ma di essere ognuno di loro”, costituisce la rappresentazione icastica di quell’Unità Molteplice che già teorizzavamo ai tempi del Manifesto dello Humanistic Management e che oggi sta prendendo forma e sostanza in una miriade di proposte e progetti ispirati da un medesimo nucleo valoriale Pop, costituito da empatia sistemica, convivivialità, convocazione, cura e fiducia reciproca.
“Da ognuno secondo le sue possibilità, a ognuno secondo le sue esigenze”: l’antico motto del socialismo utopistico sembra essersi incarnato nel falensterio ibrido, reale-virtuale, che in qualche modo, impermanente e in divenire (“Nulla due volte accade/né accadrà” ci ricorda Szymborska sulle tracce di Eraclito), è oggi la nostra Community Pop.
Un risultato dovuto alla generosità dei partecipanti a questo esercizio di Intelligenza Collaborativa che sono diventanti nel tempo i Prolegomeni al Manifesto del Pop Management, dando frutti imprevedibili solo poche settimane fa. E che molti altri promette di generarne nel 2025.
Nell’attesa, invito dunque tutti a godere della Graphic Novel concepita da Fabrizio e a leggere le sue note esplicative.
Buone Feste e Buona Lettura a tutti! Ci rivediamo il 7 gennaio!
Un volo in quattro step
Fabrizio Schioppo
Quella che Marco Minghetti mi ha proposto è stata una sfida affascinante: trasformare una storia del suo romanzo (Ariminum Circus Stagione 1 Who is Who di Federico D. Fellini, Luoghi Interiori, 2024) in una Graphic Novel. Da art director mi occupo, principalmente, della creazione di concept di comunicazione, ma in questo caso mi sono cimentato in una applicazione visiva del tutto nuova. Da creativo, infatti, so quanto il linguaggio del fumetto segua le sue regole e quanto possa essere complesso mantenere la coerenza visiva all’interno del racconto.
Primo step: determinare uno stile visivo. L’obiettivo era chiaro: creare un’atmosfera onirica, surreale, che potesse accompagnare il lettore in un intenso viaggio visivo. Non essendo un illustratore, l’uso dell’AI è stata uno strumento prezioso per ampliare le mie possibilità. Il software text-to-image che mi ha permesso di generare immagini partendo da descrizioni testuali (prompt) è stato Adobe Firefly.
Da qui, lo sviluppo della prima scena. Dopo numerosi tentativi e correzioni, ho affinato la mia capacità di definizione del prompt più giusto prestando attenzione a dettagli come colori, luci, atmosfere e stile. Un processo iterativo, durante il quale ho imparato a sfruttare al meglio le potenzialità dell’AI.
Secondo step: una volta definito lo stile, ho selezionato le scene chiave del racconto e ho iniziato a generare le immagini corrispondenti.
Ogni scena scelta ha richiesto la definizione di tre componenti:
• Prompt: una descrizione dettagliata dell’immagine, arricchita da riferimenti visivi specifici.
• Reference visiva: un’immagine di riferimento che serviva a guidare l’AI nella creazione dello stile e dell’atmosfera.
• Composizione: un’immagine che forniva indicazioni sulla composizione della scena e dell’inquadratura.
Terzo Step: l’organizzazione delle scene in tavole sequenziali. Tendendo presente la progressione della storia in questa fase c’era la necessità di organizzare i layout delle tavole in modo efficace per fare ritmo alla narrazione visiva guidando il lettore da una scena all’altra.
Quarto Step: affinamento. Quindi il ritocco, tramite l’uso di programmi di grafica come Photoshop, la correzione di eventuali anomalie visive e l’integrazione dei testi di accompagnamento. Il Volo del Roc per me ha rappresentato un’immersione profonda nel potenziale creativo che l’AI può offrire al mondo dell’arte visiva. L’AI non può sostituire il pensiero creativo, ma può amplificarne le possibilità di espressione. Il dialogo tra tecnologia e creatività è appena iniziato, continuerà ad evolversi e noi creativi, con il nostro lavoro, siamo una parte importante di questo percorso.
[i] Generali Adventures, scaricabile dal sito di Generali.
[ii] Ciaj Rocchi, Matteo Demonte, Le stelle di Dora. Solferino, 2022.
[iii] Tito Faraci, Sergio Gerasi, Orange Chronicles. Gribaudo, 2019.
[iv] Cfr.: sito corporate Pirelli.
70 – continua
Copertina di Marcello Minghetti (Mosaico per Ariminum Circus Stagione 1)
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