Immagine di Marcello Minghetti per Ariminum Circus Stagione 1

Prolegomeni al Manifesto del Pop Management 65 – Storytelling Pop. Opinion Piece di Simone Farinelli

L’Opinion Piece di oggi è firmato da Simone Farinelli, esperto di comunicazione, da più di dieci anni crea contenuti per aziende e associazioni.

Appassionato del mondo pop, ama mescolare cultura alta e cultura popolare alla continua ricerca di nuovi punti di vista. I risultati dei suoi esperimenti possono essere letti nei post che pubblica regolarmente sul proprio profilo LinkedIn.

IL CAMBIAMENTO COMINCIA CON LA CONSAPEVOLEZZA

Simone Farinelli

UN NUOVO STORYTELLING

Il periodo storico che stiamo vivendo pone sfide stratificate: ambientali, sociali, economiche, politiche. Una tempesta perfetta: per la prima volta ci riguardano tutti, nessuno escluso, e tutte nello stesso momento.

Non è più il tempo delle mediazioni.

Il rischio che corriamo continuando a mediare è quello di cadere nuovamente in un infruttuoso “storytelling normalizzatore e paralizzante” come lo definisce Varanini in Prolegomeni 20. Sono pienamente d’accordo con lui quando afferma che oggi “ci interessano i testi segnati da cesure, da discontinuità, inciampi, salti logici, pluralità di voci sovrapposte”.

Vedere nella rottura, nella mancanza di linearità, l’unica possibilità per costruire una narrazione e una realtà diverse, è un sentimento che sta montando e cresce in sempre più persone. Varanini lo ha ben descritto, ma non è il solo.

Michel Serres, filosofo francese contemporaneo scomparso pochi anni fa, sostiene concetti simili nel suo Il mancino zoppo. L’innovazione per lui deriva da un deragliamento del pensiero, che sceglie coraggiosamente di uscire dai binari che lo condurrebbero ad una meta sicura, per inseguire quello che cerca in terreni sconosciuti e pericolosi.

Scrive a pagina 94: “Il cambiamento di direzione espone il pensiero a un rischio notevole. Difforme, mostruoso agli occhi degli abitudinari, lo strano neonato, così formato o deformato, può morire, certo, o essere eliminato – Darwin lo aveva detto – o, spesso, non essere visto; ma, denso di avvenire, può anche recare con sé mille promesse, e diventare attivo e visibile solo molto tempo dopo l’alba dell’evento e l’oblio del suo autore. Ecco perché, a volte respinto e spesso misconosciuto, sopraggiunge in punta di piedi o come un ladro nella notte”.

POPSOPHIA: UNO STRUMENTO NECESSARIO

La filosofia contemporanea sembra aver capito che può (e forse deve) giocare un ruolo fondamentale nella comprensione del presente e scrittura di un futuro preferibile. Per questo è scesa dalla propria torre d’avorio e si è calata nel concreto, sporcandosi le mani. Sono in linea con Lucrezia Ercoli che in Prolegomeni 1 sostiene: “La Popsophia assiste le vittime dell’erudizione accademica. […] Le contaminazioni […] [hanno] costretto anche gli studiosi più cauti e diffidenti a sporcarsi con i mille piani sdrucciolevoli della realtà contemporanea”.

Torna la stratificazione complessa della quale parlavo all’inizio. L’aggettivo “sdrucciolevole” è calzante: la “millefoglie” rappresentata dalle sfide contemporanee non gratifica con la sua dolcezza, ma spinge su un piano friabile coperto di scivolosa crema pasticcera. La realtà non la stiamo mangiando come pensavamo, ci siamo invece invischiati dentro con tutte le scarpe. E non è piacevole.

La Popsophia non offre una via facile e già tracciata per uscire da questa scivolosa e dolce, prigione, ma regala la consapevolezza. Sembra poco, lo so. In realtà, è il punto di partenza necessario per qualsiasi cambiamento.

Cercherò quindi di introdurre uno strumento Popsophico secondo me utile a chiunque (anche a tutti coloro che aderiscono ai principi del Pop Management), per arrivare al grado 0 del cambiamento: la consapevolezza.

ALLARGARE IL DIALOGO AL TUTTO

La consapevolezza non si raggiunge senza prima instaurare un dialogo ed entrare in comunicazione con l’altro.

Non sono il primo che tocca il tema all’interno di Prolegomeni. È utile riportare le preziose parole in primis di Trupia. In Prolegomeni 5 parla di “potere della convocazione”. Un concetto molto interessante che definisce brevemente così: “è il suscitamento dell’iniziativa discorsiva dell’altro a partire dal riconoscimento della sua autorevolezza in quanto altro”.

La discorsività è un nodo fondamentale come base per un’“estensione della logica di relazione” (Prolegomeni 34 ).

E Gian Luca Bottini si chiede: «Potrebbe il Pop sfidare le parole e usarle come mezzo prezioso per entrare a far parte del tempo dell’altro?» (Prolegomeni 63).

La comunicazione come ponte con l’altro, come tassello fondamentale per la ormai necessaria costruzione di una “logica di relazione” utile ad accogliere le sfide del presente e del futuro. Edoardo Morelli al riguardo aggiunge un elemento importante in Prolegomeni 42. La Comunicazione Pop deve avere come minimo comun denominatore la consapevolezza. E la consapevolezza passa dall’assertività, ovvero “avere contezza del fatto che anche altre persone hanno i medesimi diritti”, perché “l’assertività è scambio di rispetto tra chi partecipa ad un confronto”.

DIALOGO CHE VA OLTRE I CONFINI DELLA SPECIE UMANA: L’ONTOLOGIA ORIENTATA AGLI OGGETTI

Facendo mia la lezione di Varanini e Serres che invitano alla rottura e al dialogo a più voci sovrapposte, vi invito a seguirmi in questa picchiata in un pensiero vorticoso e forse per qualcuno disturbante. Partirò con l’illustrare la teoria filosofica contemporanea dell’Ontologia Orientata agli Oggetti per poi arrivare al concetto degli Iperoggetti.

Ma perché lo faccio? Perché credo fermamente che il Pop Management del presente e del futuro debba avere un approccio olistico. Chi ha in mano potere di decisione e gestione deve necessariamente possedere una visione che spazi in tutte le direzioni senza preconcetti. Deve inoltre saper muovere il proprio sguardo abbracciando orizzonti temporali ampissimi che partano dal passato per proiettarsi nel futuro.

Stretcho il tema del “dialogo” di Trupia, estendo la definizione di “assertività” di Morelli (che lui limita al solo rapporto tra persone), inserendo nell’arena tutto quello che è al di fuori della specie umana e che chiamerò convenzionalmente oggetti. Questa convenzione non è mia, ma di Graham Harman, tra i fondatori della corrente filosofica contemporanea dell’Ontologia Orientata agli Oggetti o OOO.

Quella del filosofo statunitense viene definita anche Ontologia Piatta. Ma cosa significa?

Una democratizzazione nell’accesso al dialogo che porta al processo decisionale: tutti gli elementi che compongono la nostra realtà devono poter essere presi in considerazione e veder rappresentato il proprio punto di vista, la propria voce, nelle decisioni che riguardano il futuro di tutti. L’Ontologia Piatta appiattisce le gerarchie, rispettando le differenze. Uomini, certo, ma anche animali, oceani, aria, terra, oggetti di ogni tipo, elementi naturali di ogni forma, devono entrare in un dialogo esteso.

Perché fare una cosa così assurda? Perché sentirsi gerarchicamente superiori impone un punto di vista talmente alto da risultare esterno. È stato il problema dell’antropocentrismo: percepirci al centro, ci ha fatto sentire superiori e quindi capaci di giudicare tutto il resto da una condizione di privilegio. Ci ha tolto dal piano di tutti gli altri e, sollevandoci, ci ha scollegato con un concetto fondamentale: che anche la specie umana è inserita in un ecosistema complesso di cui è una parte e non il tutto.

Il bias che questa visione distorta ha portato è alla base dei problemi stratificati di cui in più punti ho parlato. Il concetto dell’Ontologia Piatta può essere uno strumento fondamentale per cambiare ciò che stiamo vivendo e prendere delle decisioni più in sintonia con tutto quello che ci circonda. Non si può più rimandare un dialogo aperto oltre i confini della specie umana.

IPEROGGETTI: CAMBIARE CONCRETAMENTE LA NOSTRA VISIONE SULLE COSE

Il concetto di Iperoggetto è uno strumento molto utile al Pop Management. Ma cos’è un Iperoggetto? L’idea è di Timothy Morton, filosofo contemporaneo britannico, e si è sviluppata all’interno della teoria OOO. L’Iperoggetto è un oggetto enorme che travalica i confini dello spazio e del tempo, estendendosi all’infinito.

Il cambiamento climatico, ad esempio, è un Iperoggetto nato nel 1712 con l’invenzione della macchina a vapore da parte di James Watt.

Connessione assurda? In realtà no, se ci pensiamo. È solo un modo di vedere che ragiona per connessioni con un orizzonte spazio-temporale che non ha confini.

Così, eventi lontanissimi nel tempo come l’alba della rivoluzione industriale e l’alluvione di Valencia del 29 ottobre 2024 si uniscono in un unico, mostruoso, oggetto che ci mette davanti agli occhi con violenza le nostre responsabilità, la nostra idea miope di spazio e tempo oltre a mostrarci come tutto sia interconnesso.

II Pop Manager del futuro dovrà (non potrà solamente) tenere presente nel proprio processo gestionale che ogni sua decisione avrà impatti significativi non solo sugli utili propri o dell’azienda, ma anche: sui dipendenti di quell’azienda, sull’ambiente in cui quella azienda sorge, sulle dinamiche sociali del territorio in cui quell’azienda si trova, sugli equilibri che quell’azienda ha con i propri fornitori o con le aziende concorrenti e su su fino ad arrivare all’influsso su eventi e oggetti macroscopici che sembrano solo apparentemente lontani ma che in realtà, in una visione dello spazio e del tempo estesa all’infinito, li vedranno prima o poi entrare in contatto. Parlo dell’inquinamento a livello globale, del cambiamento climatico, delle sofferenze sociali ecc.

L’idea di Iperoggetto spinge ad un assunzione piena delle proprie responsabilità e a un discioglimento dell’ego in un’idea collaborativa ed ecosistemica molto più proficua oltre che interessante. La visione corta, il culto dell’individualismo, del guadagno per il guadagno, sono gli elementi degeneranti che ci hanno traghettato alla stratificazione complessa di oggi.

Riporto un brano tratto dal libro Iperoggetti nel quale Morton chiarisce molto bene di cosa stiamo parlando: “Non c’è nessun punto a cui tornare perché il problema non è che le cose sono lontane, ma l’esatto opposto: sono davanti a noi.

È un po’ come Neo in Matrix quando osserva con inorridita meraviglia la sostanza viscosa che sta ricoprendo la sua mano che proviene dal dissolvimento dello specchio che aveva davanti agli occhi fino ad un momento prima.

Sono già qui. Come i personaggi malvagi di Lynch come i fantasmi ne Il sesto senso, gli Iperoggetti infestano già da sempre il nostro spazio sociale e psichico. […] Non esiste un altrove su questa superficie, né qui, né da nessun altra parte. Nella sua ingenuità, la realtà ci avvolge come fosse uno strato di petrolio; lo specchio diventa sostanza, oggetto. Gli Iperoggetti resettano la sincerità. Neo scopre che lo specchio non lo tiene più a distanza dalla sua immagine riflessa, ma lo contamina.

La realtà si dissolve mentre gli Iperoggetti si mostrano nella loro grandezza, ci contaminano, diventano noi stessi.”

Come sottolinea il filosofo britannico, “non esiste un altrove”: le scelte che vengono fatte hanno sempre delle conseguenze. Allontanare i problemi, o gli scarti della nostra società, scaricandoli lontano dal nostro sguardo, non li farà sparire. Torneranno. Magari non adesso, magari sotto altre forme, magari non colpiranno noi direttamente, ma i nostri figli o nipoti: la cosa certa però è che torneranno. Perché non esiste un “altrove” dove ciò che non ci piace viene ingoiato come in un buco nero.

L’aggrapparsi disperatamente a questo non luogo è stato il leit motiv dei processi decisionali fino ad oggi. Le sfide che stiamo affrontando lo rendono anacronistico. Il Pop Management dovrà quindi aver presente il concetto di Iperoggetto e agire con assunzione piena delle proprie responsabilità, forte di una lungimiranza portata da: competenza, collaborazione, empatia e frequentazione con la complessità delle cose.

CONCLUSIONI

Le sfide di oggi sono molteplici. Spaventano, ma possono anche portare ad un cambio di paradigma. Per affrontarle sono necessari: un modo di pensare rivoluzionario, una apertura al dialogo con tutto, non solo alla specie umana, senza confini né preconcetti, una competenza assertiva nella comunicazione.

La teoria filosofica dell’Ontologia Orientata agli Oggetti e il concetto di Iperoggetti possono aiutare il Pop Management (e più in generale tutti noi) ad arrivare al grado da cui poter dare vita al vero cambiamento: la consapevolezza. I concetti di Hypermedia Platfirm, di Hyper Identity e Hypersmart Society illustrati da Marco Minghetti in Prolegomeni 43  (successivamente sviluppati anche da Donato Iacovone in Prolegomeni 45) sono testimonianze che la strada verso quella consapevolezza è possibile.

65 – continua

Copertina di Marcello Minghetti (Mosaico per Ariminum Circus Stagione 1)

Puntate precedenti

1 – DALLO HUMANISTIC AL POP MANAGEMENT
2 – MANIFESTI, ATLANTI, MAPPE E TERRITORI
3 – IL MANAGER PORTMANTEAU
4 – WHICH WAY, WHICH WAY?
5 – LEADERSHIP POP (LEZIONI SHAKESPEARIANE)
6 – OPINION PIECE DI RICCARDO MAGGIOLO
7 – LEADERSHIP POP (APERTURA, AUTONOMIA, AGIO, AUTO-ESPRESSIONE)
8 – OPINION PIECE DI JOSEPH SASSOON
9 – OPINION PIECE DI CESARE CATANIA
10 – OPINION PIECE DI VANNI CODELUPPI
11 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO GIAUME
12 – COLLABORAZIONE POP. L’IRRESISTIBILE ASCESA DELLE COMMUNITY INTERNE
13 – COLLABORAZIONE POP. L’EMPATIA SISTEMICA
14 – COLLABORAZIONE POP. LE COMMUNITY AZIENDALI: UNO STATO DELL’ARTE, PARTE PRIMA
15 – COLLABORAZIONE POP. LE COMMUNITY AZIENDALI: UNO STATO DELL’ARTE, PARTE SECONDA
16 – OPINION PIECE DI MATTEO LUSIANI
17 – OPINION PIECE DI MARCO MILONE
18 – OPINION PIECE DI ALESSIO MAZZUCCO
19 – OPINION PIECE DI ALESSANDRA STRANGES
20 – OPINION PIECE DI FRANCESCO VARANINI
21 – ORGANIZZAZIONE  POP. COMANDO, CONTROLLO, PAURA, DISORIENTAMENTO
22 – OPINION PIECE DI ROBERTO VERONESI
23 – OPINION PIECE DI FRANCESCO GORI
24 – OPINION PIECE DI NELLO BARILE
25 – OPINION PIECE DI LUCA MONACO
26 – OPINION PIECE DI RICCARDO MILANESI
27 – OPINION PIECE DI LUCA CAVALLINI
28 – OPINION PIECE DI ROBERTA PROFETA
29 – UN PUNTO NAVE
30 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CURA)
31 – OPINION PIECE DI NICHOLAS NAPOLITANO
32 – LEADERSHIP POP. VERSO L’YPERMEDIA PLATIFIRM (CONTENT CURATION)
33 – OPINION PIECE DI FRANCESCO TONIOLO
34 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CONVIVIALITA’)
35 – OPINION PIECE DI LUANA ZANELLATO
36 – OPINION PIECE DI ANDREA BENEDETTI E ISABELLA PACIFICO
37 – OPINION PIECE DI STEFANO TROILO
38 – OPINION PIECE DI DAVIDE GENTA
39 – OPINION PIECE DI ANNAMARIA GALLO
40 – INNOVAZIONE POP. ARIMINUM CIRCUS: IL READING!
41 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CONVOCAZIONE)
42 – OPINION PIECE DI EDOARDO MORELLI
43 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CO-CREAZIONE DI VALORE)
44 – OPINION PIECE DI MARIANNA PORCARO
45 – OPINION PIECE DI DONATO IACOVONE
46 – OPINION PIECE DI DENNIS TONON
47 – OPINION PIECE DI LAURA FACCHIN
48 – OPINION PIECE DI CARLO CUOMO
49 – OPINION PIECE DI CARLO MARIA PICOGNA
50 – OPINION PIECE DI ROBERTO RAZETO
51 – OPINION PIECE DI ALBERTO CHIAPPONI
52 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO ANTONINI
53 – OPINION PIECE DI ALESSANDRA PILIA
54 – OPINION PIECE DI CLEMENTE PERRONE
55 – OPINION PIECE DI FABRIZIO RAUSO
56 – OPINION PIECE DI LORENZO TEDESCHI
57 – OPINION PIECE DI EUGENIO LANZETTA
58 – OPINION PIECE DI GIOLE GAMBARO
59 – OPINION PIECE DI DANTE LAUDISA
60 – OPINION PIECE DI GIAMPIERO MOIOLI
61 – OPINION PIECE DI GIOVANNI AMODEO
62 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO LOTTO
63 – OPINION PIECE DI GIANLUCA BOTTINI
64 – OPINION PIECE DI MARILU’ CARNESI