Prolegomeni al Manifesto del Pop Management 49 – Leadership Pop. Opinion Piece di Pietro Maria Picogna

Pietro Maria Picogna è CEO (Cultural Empowerment Officer) di  Pack, l’azienda che ha creato per introdurre nelle organizzazioni una cultura fondata sul potere alle persone attraverso mentoring e coaching digitale.

Un mondo VUCA richiede un Leader Pop 

Pietro Maria Picogna

 La Generazione Z

La Generazione Z, di cui faccio parte, sta ridefinendo profondamente la società contemporanea. Le sue esigenze, i bisogni e le aspettative sono molto distanti da quelle delle generazioni precedenti. Se guardiamo a questo fenomeno, potrebbe ricordare, con le dovute differenze, i movimenti giovanili degli anni ’60 e ’70. Pur essendo meno politicizzata, questa generazione condivide lo stesso desiderio di trasformare il mondo, senza compromessi. Oggi, la Generazione Z fa il suo ingresso nel mondo del lavoro, portando con sé nuove dinamiche e valori. Come anticipato dal Prolegomeno 5, questo fenomeno merita un’analisi dettagliata.

Il mondo della leadership, in azienda così come nella vita di tutti i giorni, è stato completamente stravolto. Per gestire un’azienda con una forte presenza di GenZ, serve un approccio POP. Potremmo forse parlare di una nuova Leadership POP che affronta i macro-stimoli che la Generazione Z ci porta sul posto di lavoro. Questi sono molti e credo che ne abbiamo scoperti solo una piccola parte. Eppure, da qualcuno di questi possiamo partire con il nostro viaggio.

Per offrire una visione più strutturata, ho deciso di elencare cinque concetti chiave che rappresentano i bisogni più urgenti che ho riscontrato negli ultimi due anni, durante i quali ho co-fondato e guidato Pack, una startup di tecnologia per le risorse umane (HRTech) fortemente orientata alla Generazione Z. La nostra realtà, con un’età media di 27 anni, riflette molte delle caratteristiche del futuro che ci attende. Sotto trovate alcune di queste, che ho studiato e analizzato in questi 24 mesi.

  1. No Gerarchia

La Generazione Z non sopporta la gerarchia. Il sistema tradizionale, basato su un approccio piramidale alla leadership, è semplicemente inconcepibile per un ragazzo di 20 anni – di oggi. L’esperienza, soprattutto, non è valutata come arma determinante per ricoprire un ruolo di autorità. Una Leadership POP, in questo contesto, è una leadership anarchica, poco basata sul ruolo del “capo” e molto più su quello del “collega”. È una leadership nella quale un manager dice “lavora con me” e non “lavora per me”. È un nuovo approccio all’organizzazione aziendale stessa che vede una piramide rovesciata – oppure, l’assenza totale di una piramide. Una leadership POP si basa sul concetto di “to lead is to serve”, uno dei motti incalzanti della Generazione Z (e della Leadership Pop, come indicato in Prolegomeni 7 e ribadito in Prolegomeni 41) .

  1. Give First

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la Generazione Z è una delle più altruistiche di sempre. Nonostante fenomeni di isolamento, come il caso degli hikikomori, la GenZ dimostra una tendenza al “dare” prima di “ricevere”, soprattutto nel contesto sociale e digitale. Il leader POP deve essere consapevole di questo tratto: deve essere il primo a offrire supporto, mostrarsi vulnerabile e disponibile. Questo concetto è approfondito anche nel Prolegomeno 15, che sottolinea l’importanza di un approccio alla leadership basato sull’altruismo e sulla reciprocità. Sulla centralità della cura nella riflessione Pop, rimando poi per un approfondimento articolato ai Prolegomeni al Manifesto del Pop Management 30 – Organizzazione Pop. Verso l’Hypermedia Platfirm (Cura).

  1. Tempo libero & Flessibilità

La Generazione Z è particolarmente attenta all’equilibrio tra vita lavorativa e personale. La salute mentale e fisica sono priorità assolute. E’ una generazione che pretende che questi valori – così fortemente condivisi in questo gruppo sociale – siano rispettati sul luogo di lavoro. È una generazione che richiede flessibilità e che conosce i limiti del mondo del lavoro precedente. È una generazione che vuole viaggiare, facendo weekend lunghi e settimane corte. Un leader POP è un leader che non chiede ai colleghi di rimanere in ufficio dopo le otto; anzi, è un leader che non chiede proprio ai colleghi di venire in ufficio. È un leader che prova a supportare le persone affinché lavorino meno e meglio, ritagliandosi spazi per la crescita personale. È un leader disposto a prendersi una responsabilità in più, per sgravare i colleghi e permettergli di fare qualcosa di bello nel proprio tempo libero.

  1. Diversità

La Generazione Z, è la prima generazione che usa ed osa parlare di diversità. È una generazione educata, che vede nel diverso un valore, che riconosce la bellezza di chi viene da un posto, una religione, una cultura, un orientamento sessuale diverso dal proprio. È una generazione aperta, che si fa sconvolgere dalla bellezza di un sorriso, che si pone mille domande e che prova a comprendere il prossimo in maniera commovente. Un leader POP deve esserne consapevole. Deve anzi spingere protettivamente per aumentare il grado di diversità, spiegando come questo porti a migliori risultati (sia in termini di performance di business che culturali).

Un leader POP riconosce ciò che non è equo e lotta contro le ingiustizie. Un leader POP rende le battaglie sociali proprie e si schiera al fianco degli altri per combatterle.

  1. Cultura aziendale

Il fenomeno delle “Great Resignations”, che ha attraversato gran parte del mondo occidentale negli ultimi anni, ha dimostrato che molte persone lasciano il proprio lavoro non tanto per motivi economici, quanto per la mancanza di trasparenza, sviluppo personale e una cultura aziendale tossica. La GenZ non fa eccezione. La cultura aziendale deve essere stimolante e trasparente, e un leader POP deve essere in grado di costruirla insieme al team. Come sottolineato nel Prolegomeno 29, un ambiente di lavoro sano  e aperto alle diversità è un elemento cruciale per attrarre e trattenere i talenti della Generazione Z.

Ma quindi cosa è concettualmente questa nuova forma di leadership, che possiamo connettere alla cultura POP?

Sicuramente è una leadership diversa dal passato. È un nuovo modello che comprende i punti chiave per le persone e lavora al fine di creare un ambiente di lavoro ricco e stimolante.

Il/la leader sa mettersi nei panni degli altri e lo fa quotidianamente. Pensa attivamente al cambiamento, esce dalla “zona di comfort” e tende – in modo protettivo – a mettersi a disposizione degli altri e delle altre. È una nuova attitudine, che si può allenare. In particolare, il tema più interessante di questa riflessione è la creazione di un nuovo modello competenziale legato alla leadership POP (come sottolineato in Prolegomeni 28, di Roberta Profeta).

Per diventare un Leader POP, vanno introdotte nuove competenze, vanno misurate e interiorizzate. Secondo me, queste sono le sette soft skills sulle quali lavorare. Se il leader è in grado di migliorarle, allora sarà in grado di brillare nel contesto lavorativo e farsi seguire, più di qualsiasi altro leader del passato.

  1. Ascolto. Un leader POP è un leader in grado di ascoltare attentamente gli altri, capirne le esigenze ed adattare il proprio comportamento al fine di soddisfare le richieste. Come dice il famoso proverbio “abbiamo due orecchie ed una bocca; dovremmo quindi ascoltare il doppio di ciò che parliamo”. Questo concetto, che viene attentamente sottolineato ed analizzato nel Prolegomeno 29 di Marco Minghetti, è centrale nel mondo contemporaneo, dove la comunicazione è rapida e spesso superficiale. Un leader capace di ascoltare veramente può cogliere sfumature emotive e bisogni non espressi, instaurando relazioni più profonde e autentiche. L’ascolto attivo diventa quindi uno strumento di leadership potentissimo per risolvere conflitti, anticipare problemi e creare un ambiente di lavoro più inclusivo e collaborativo.
  2. Coraggio. Un leader POP è un leader proattivo, che ha il coraggio di prendere decisioni importanti e anche di sbagliarle. È un leader disposto a prendersi responsabilità personali e professionali al fine di migliorare lo status quo. Il coraggio, nel contesto della leadership moderna, non è solo legato all’abilità di affrontare rischi calcolati, ma anche alla capacità di abbracciare il cambiamento e di affrontare l’ignoto. Un leader coraggioso è disposto a essere vulnerabile, riconoscendo i propri errori e imparando da essi. La GenZ apprezza particolarmente questo aspetto, perché valorizza l’autenticità e la trasparenza rispetto alla perfezione apparente. Non a caso questo attributo della Leadership Pop è stato sottolineato fin dal Prolegomeno 1 e poi ribadito in molti dei successivi.
  3. Trasparenza. Un leader POP è un leader che non ha bisogno di bugie e nemmeno di maschere. È un leader consapevole che “le bugie hanno le gambe corte”. È un leader che sa quanto gli altri diano valore alla trasparenza e alla fiducia. Per questo motivo si adatta ed è disposto a condividere pezzi di sé alle persone. La trasparenza, in un mondo aziendale sempre più dominato dall’incertezza, è una qualità fondamentale. I lavoratori della Generazione Z vogliono sapere dove sta andando l’azienda, quali sono le sue sfide e i suoi successi, e desiderano sentirsi parte di questo viaggio. Essere trasparenti su obiettivi, strategie e anche fallimenti rafforza la fiducia del team e crea una cultura basata sull’onestà e sulla collaborazione.
  4. Apertura Mentale. Un leader POP è un leader aperto, pronto a cambiare idea e a modificare la propria opinione. È un leader curioso che tende ad informarsi. È un leader che ha pochi pregiudizi e non si lascia sconvolgere troppo dalla libertà. L’apertura mentale è essenziale per abbracciare l’innovazione e per adattarsi a un mondo in costante mutamento. In un’epoca in cui il cambiamento tecnologico e culturale è la norma, il leader deve essere pronto a mettere in discussione le sue convinzioni e ad accogliere nuove prospettive. La capacità di accettare punti di vista diversi è ciò che permette a un leader di crescere insieme al suo team, generando un ambiente in cui l’innovazione e la creatività prosperano (vedi su questo anche Prolegomeni 7).
  5. Adattabilità. Un leader POP è un leader che capisce la dinamicità del contesto in cui viviamo (il cosiddetto mondo VUCA – acronimo che sta per Volatility, Uncertainty, Complexity and Ambiguity) e che sa adattare il suo pensiero e le sue azioni molto velocemente. È un leader dinamico, in grado di fare veri e propri pivot strategici e comportamentali per raggiungere l’obiettivo finale. Un leader che non si adatta rischia di perdere opportunità e di non essere in grado di gestire imprevisti. L’essere flessibili non significa solo cambiare strategia, ma anche comprendere le esigenze mutevoli dei dipendenti, dei clienti e del mercato, e reagire in modo tempestivo.
  6. Empatia. Un leader POP è un leader empatico, che conosce l’importanza di sentimenti ed emozioni nel luogo di lavoro (cfr. Prolegomeni al Manifesto del Pop Management 13 – Collaborazione Pop. L’empatia sistemica). È un leader che “porge l’altra guancia” e sa farsi apprezzare per la sua profonda umanità. L’empatia è ciò che distingue un leader veramente efficace da uno semplicemente autoritario. La capacità di mettersi nei panni degli altri non solo migliora le relazioni interpersonali, ma permette al leader di comprendere meglio le sfide e le difficoltà che i membri del team stanno affrontando. Un leader empatico sa anche riconoscere quando un dipendente ha bisogno di supporto o di un periodo di riposo, creando un ambiente di lavoro più sostenibile e produttivo. Questo aspetto è particolarmente valorizzato dalla Generazione Z, che attribuisce grande importanza al benessere mentale e emotivo.
  7. Ricerca del feedback. Un leader POP è un leader che cerca attivamente il feedback e lo utilizza come strumento di miglioramento quotidiano e costante, nella ricerca della versione migliore di sé. È un leader che trova nella critica costruttiva un bene ed un vantaggio da poter utilizzare in futuro e non un’offesa allo status o alla posizione che ricopre. La ricerca del feedback è uno degli elementi chiave della crescita personale e professionale. I leader che cercano attivamente il feedback dimostrano di essere disposti a migliorare e a crescere insieme al loro team. La Generazione Z, in particolare, apprezza un ambiente in cui la comunicazione è aperta e bidirezionale, e dove il feedback viene considerato un’opportunità di apprendimento, piuttosto che una critica personale.

Queste 7 skills, che io denominerei Pop Power Skills, sono le skill di un mondo del lavoro e manageriale che cambia. Sono punti chiave per aziende che si trasformano, che accolgono nuove generazioni, che sono dinamiche e pronte al cambiamento. Se adattate nel modo e nel momento giusto, possono salvare situazioni disperate o portare piccoli progetti al successo.

Soprattutto nei confronti della GenZ e delle Generazioni che verranno, questo sistema valoriale è e sarà quello che funziona.

Se vogliamo prevedere il futuro, dobbiamo viverlo nel presente.

49 – continua

Copertina di Marcello Minghetti (Mosaico per Ariminum Circus Stagione 1)

Puntate precedenti

1 – DALLO HUMANISTIC AL POP MANAGEMENT
2 – MANIFESTI, ATLANTI, MAPPE E TERRITORI
3 – IL MANAGER PORTMANTEAU
4 – WHICH WAY, WHICH WAY?
5 – LEADERSHIP POP (LEZIONI SHAKESPEARIANE)
6 – OPINION PIECE DI RICCARDO MAGGIOLO
7 – LEADERSHIP POP (APERTURA, AUTONOMIA, AGIO, AUTO-ESPRESSIONE)
8 – OPINION PIECE DI JOSEPH SASSOON
9 – OPINION PIECE DI CESARE CATANIA
10 – OPINION PIECE DI VANNI CODELUPPI
11 – OPINION PIECE DI ALESSANDRO GIAUME
12 – COLLABORAZIONE POP. L’IRRESISTIBILE ASCESA DELLE COMMUNITY INTERNE
13 – COLLABORAZIONE POP. L’EMPATIA SISTEMICA
14 – COLLABORAZIONE POP. LE COMMUNITY AZIENDALI: UNO STATO DELL’ARTE, PARTE PRIMA
15 – COLLABORAZIONE POP. LE COMMUNITY AZIENDALI: UNO STATO DELL’ARTE, PARTE SECONDA
16 – OPINION PIECE DI MATTEO LUSIANI
17 – OPINION PIECE DI MARCO MILONE
18 – OPINION PIECE DI ALESSIO MAZZUCCO
19 – OPINION PIECE DI ALESSANDRA STRANGES
20 – OPINION PIECE DI FRANCESCO VARANINI
21 – ORGANIZZAZIONE  POP. COMANDO, CONTROLLO, PAURA, DISORIENTAMENTO
22 – OPINION PIECE DI ROBERTO VERONESI
23 – OPINION PIECE DI FRANCESCO GORI
24 – OPINION PIECE DI NELLO BARILE
25 – OPINION PIECE DI LUCA MONACO
26 – OPINION PIECE DI RICCARDO MILANESI
27 – OPINION PIECE DI LUCA CAVALLINI
28 – OPINION PIECE DI ROBERTA PROFETA
29 – UN PUNTO NAVE
30 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CURA)
31 – OPINION PIECE DI NICHOLAS NAPOLITANO
32 – LEADERSHIP POP. VERSO L’YPERMEDIA PLATIFIRM (CONTENT CURATION)
33 – OPINION PIECE DI FRANCESCO TONIOLO
34 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CONVIVIALITA’)
35 – OPINION PIECE DI LUANA ZANELLATO
36 – OPINION PIECE DI ANDREA BENEDETTI E ISABELLA PACIFICO
37 – OPINION PIECE DI STEFANO TROILO
38 – OPINION PIECE DI DAVIDE GENTA
39 – OPINION PIECE DI ANNAMARIA GALLO
40 – INNOVAZIONE POP. ARIMINUM CIRCUS: IL READING!
41 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CONVOCAZIONE)
42 – OPINION PIECE DI EDOARDO MORELLI
43 – ORGANIZZAZIONE  POP. VERSO L’HYPERMEDIA PLATFIRM (CO-CREAZIONE DI VALORE)
44 – OPINION PIECE DI MARIANNA PORCARO
45 – OPINION PIECE DI DONATO IACOVONE
46 – OPINION PIECE DI DENNIS TONON
47 – OPINION PIECE DI LAURA FACCHIN
48 – OPINION PIECE DI CARLO CUOMO