Placida intervista

Cup_009Ritornano le interviste mutanti ai blogger!
Questa settimana ho intervistato Placidasignora, blogger eclettica e divertente.
La blogger scrittrice e giornalista non ha bisogno di grandi presentazioni, basta dare un’occhiata al suo blog per capire tutto il valore della sua scrittura in rete.
Vi lascio dunque alla lettura dell’intervista…

1- Per prima cosa le presentazioni: Placida Signora, perché hai scelto proprio questo nick? Ha un significato particolare?

E’ un appellativo scherzoso con cui mi chiamano da anni amici e colleghi; nonostante l’apparenza io sono un’ansiosa incredibile, sempre al galòp, in perenne affanno, continuamente preoccupata per qualcosa…Però lo nascondo bene. E’ un nick che ho scelto per affetto, e che credo mi rappresenti abbastanza.

2- Ormai sei una blogger famosa, ma quando e come ti sei avvicinata per la prima volta al mondo dei blog?

Dal 2002, grazie agli amici-colleghi Pino Scaccia e Claudio Sabelli Fioretti; Claudio riportava spesso nei suoi Documenti (http://www.documenti.blogspot.com/) i miei articoli “cartacei”. Quindi ho scoperto altri blog, e dopo avere studiato e preso confidenza con quel mondo sino ad allora per me nuovo, un paio di anni dopo ho deciso di aprirne uno tutto mio.

3- Quali sono state le motivazioni che ti hanno portata a scrivere?

Sin da ragazzina ho cordialmente detestato qualunque cosa avesse a che fare coi numeri; decisamente negata nelle materie scientifiche, la parte letteraria della cultura mi è invece sempre risultata facilissima ed estremamente “naturale”. Diciamo che ho semplicemente seguito la mia natura, mettendo in pratica solo ciò che sapevo fare.

4- Puoi descriverci in breve il tuo percorso dall’insegnamento al mondo della scrittura?

Il mondo della scrittura per me esisteva da ben prima di quello dell’insegnamento; già da universitaria partecipavo a convegni, scrivevo saggi critici e storici su riviste specialistiche, pubblicavo articoli e racconti ed ero anche conosciuta nell’ambiente della poesia. In 50 anni di vita ho insegnato per un periodo relativamente breve, sino ai 30; ma anche allora non ho mai abbandonato il mondo della scrittura, che ho poi scelto definitivamente.

5- Molti dei tuoi post sono incentrati su curiosità, aneddoti, storie poco note. Questa curiosità e voglia di trasmettere “nuovi saperi” è stata influenzata dal tuo essere stata professoressa?

No, è proprio una mia passione innata. Indubbiamente mi è servita quando insegnavo per dimostrare ai ragazzi che c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, modi diversi di osservare e conoscere le cose e i personaggi, realtà divertenti e interessanti anche dietro le storie apparentemente più sorpassate e noiose. Ho sempre amato “scavare”, mai fermarmi all’apparenza delle cose, cercarne le origini, analizzarne l’evoluzione. Anche gli oggetti più piccoli, le parole più semplici, le usanze più umili e popolari hanno storie meravigliose, che sono inscindibili da quella umana.

6- Domanda indiscreta e di enorme portata: cosa ne pensi del mondo della scuola oggi?

Mi appello al Quinto Emendamento…

7- Il tuo stile di scrittura sul blog è spesso ironico e divertente. Hai un riferimento letterario preciso o fa semplicemente parte della tua personalità, del tuo modo quotidiano di esprimerti?

Chi mi conosce di persona mi dice spesso “Quando ti leggo mi sembra di vederti e sentirti”; c’è moltissimo di me nella mia scrittura, e cogliere il lato ironico, paradossale o buffo delle cose e degli accadimenti fa proprio parte del mio carattere. Certamente l’aver letteralmente imparato a leggere sui testi di Guareschi e Jerome ha contribuito…Però è stata la fortuna di aver avuto grandi maestri come Vittorio G. Rossi o i meravigliosi professori dell’Università di Torino ad insegnarmi subito che la levità, il “sorriso” dell’espressione nella scrittura sono una cosa difficilissima da rendere bene; occorrono  studio, esercizio e “lima”, profonda conoscenza dei testi di ogni epoca, padronanza del vocabolario e soprattutto un’immensa fatica necessaria a rendere ciò che si scrive accessibile a tutti, evitando la sciatteria e la volgarità.

8- Quanto tempo impieghi per realizzare i tuoi post sulle “curiosità”? E da dove trai lo spunto?

Dipende dall’argomento e dalle ricerche che devo fare; diciamo che i post, essendo relativamente brevi, mai più di 3000 battute, mi portano via un’oretta. Ne impiego molto di più per il lavoro cartaceo sullo stesso argomento, che è molto più complesso, articolato, lungo come esposizione e purtroppo privo di link… Lo spunto per certe storie lo trovo nella vita e nella cronaca quotidiana; non c’è mai nulla di nuovo sotto il sole, accadono sempre le stesse cose accadute secoli fa: ovviamente con metodi e dinamiche diverse, ma i concetti restano gli stessi. Perché anche le tipologie umane, da Adamo ed Eva in poi, sono sempre le stesse.

9- Che cosa rappresenta per te il blog? Credi che sia un mezzo equiparabile ad altri media “tradizionali”?

E’ come un’appendice di casa mia, una parte dello studio dove “ricevo” amici e lettori; un modo per tenermi in contatto con loro, ed avere immediato riscontro di ciò che scrivo. Fra chi mi segue quotidianamente, moltissimi – forse la maggioranza –  non solo non hanno un blog, ma seguono poco la rete in generale; non sono appassionati né esperti di internet, anzi. Mi leggono come leggerebbero un giornale; solo che, come spesso dicono, sono la loro “rivista vivente”, con la quale è possibile interagire serenamente e senza alcuna soggezione. E’ una cosa che amo moltissimo questa, come il coinvolgerli in ciò che scrivo chiedendo loro di approfondire, suggerire, dare altre notizie sugli argomenti trattati. E proprio grazie a loro nei commenti c’è sempre la parte più bella di ciò che ho iniziato a raccontare io.
Credo che il blog potrebbe essere benissimo un mezzo naturalmente “affiancabile” agli altri media tradizionali; uno strumento utile, prezioso nello scambio e nel perfezionamento di notizie, usi e saperi. Però sino ad ora mi pare che molta parte della blogsfera italiana spesso tenda solo ad “imitare” i media tradizionali – soprattutto quello televisivo – facendo prevalere il “personaggio” blogger  sul “contenuto” del blog, qualunque argomento  tratti; politica, cucina, famiglia, amore, scuola, arte, calcio, musica: tutto può essere interessante e importante. Ma se prevale il protagonismo individuale legato alla persona “fisica”, l’informazione viene in qualche modo inquinata, banalizzata, finendo in secondo piano e perdendo spessore e originalità. Credo che ci vorrà ancora un bel po’ di tempo, un cambio generazionale e…ai blogposteri l’ardua sentenza.

Grazie.

Scritto dalla persolalità mutante di Caterina Bonetti

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