Fisiopatognomoscopia

I mezzi di trasporto pubblico sono una ribalta di modo di essere, atteggiamenti, proiezioni di un grande pubblico. Non tanto nella conversazione e nelle telefonate ad alta voce ove impera quella desolante uniformità eternata da Verdone in Un sacco bello: ‘ndo state? Che fate? ‘ndo annate?

Informativo è l’abbigliamento, ancorché modulato sull’eccesso, tentativo di mostrare una condizione sociale superiore all’effettivo e ad evocare sognati passaggi in TV.

C’è il griffato da bancarella, il trucco e parrucco da periferia, il pret-à-porter outlet e quello approssimato, per difetto o per eccesso, della boutique sotto casa.

Si vede qualche coppia dark con borchie, spille da balia, stivaletti anfibi, abbondanza di piercing, fondo tinta bianco gesso, bistro nero, labbra violacee, lacca color sangue rappreso sull’unghia. Scena satanica semplicemente declamata.

Come si fa a dirlo? Con la fisiognomica e la patognomica, dottrine settecentesche in disuso che oggi tornerebbero grandemente utili nel dilagare dell’immagine e della rappresentazione, ancor più utili in una nuova sintesi applicativa: la fisiognomopatoscopia per un’osservazione analitica del sé interno dei figuranti che il trucco e la spavalda espressione non riescono a nascondere.

Si scopre così, ad esempio, una rispondenza tra lo smarrimento di quelle maschere e la realtà prosastica delle sette sataniche: un ristretto direttorio, un leader abile manipolatore delle coscienze infelici dei seguaci, naufraghi da famiglie sordide e da una scuola da cui sono riusciti a farsi espellere. Cosa resta? Sesso facile ma subalterno e finte emozioni da film dell’orrore.

Sentiamo Montale: “So l’ora in cui la faccia più impassibile/è traversata da una cruda smorfia:/s’è svelata per poco una pena invisibile[1]./Ciò non vede la gente nell’affollato corso.” 

La fisiopatognomoscopia trova applicazione in altri luoghi rispetto al mezzo di trasporto pubblico che rimane comunque una grande palestra. Uno di questi luoghi è la pittura.

Il ritratto è il luogo di applicazione più immediato e, integrando la fisiopatognomica con una specifica semiotica, ogni altro genere pittorico.

Non più un’interpretazione in termini di sentimenti suscitati nello spettatore inevitabilmente generici, ma una lettura fattualmente, calligraficamente e testualmente orientata.

I sentimenti sono una risonanza individuale e vengono dopo. 


[1] “indicibile” in una precedente edizione

Postato dalla personalità mutante di:  Piero Trupia

Se vuoi ricevere la newsletter de Le Aziende InVisibili, iscriviti gratuitamente al Convivio dello humanistic management! 

  Post Precedente
Post Successivo