Dal Modernismo al Postmodernismo: sei lezioni, di Leonardo Terzo 1. Postmodernità e postmodernismo

A mediumLeonardo Terzo, A Medium in a Medium, in a Medium, 2011

  1. 1.Postmodernità e postmodernismo

 Ci sono due prospettive per considerare il postmodernismo: un punto di vista genealogico e uno analogico. Il primo delinea in ciascuna delle arti come il postmodernismo si è evoluto e distinto dal modernismo di quella specifica arte. Il secondo delinea il modo in cui ogni arte identifica il suo postmodernismo in rapporto a quello delle altre arti. In conseguenza di questa trasversalità analogica il postmodernismo è diventato un oggetto di studio teorico, come fase storica e culturale definita e indipendente. Ciò finisce per dare un involucro di coerenza ad un contenuto che invece vorrebbe presentarsi come una proliferazione dispersiva.

Occorre inoltre distinguere le nuove configurazioni della realtà economica, sociale e politica, che costituiscono la postmodernità, dalle interpretazioni culturali di queste realtà, che costituiscono il postmodernismo. Il rapporto tra postmodernità e postmodernismo è esso stesso argomento di discussione, e riguarda il divenire e l’intreccio di tre prospettive entro cui modernismo e postmodernismo si manifestano. Questi settori solo le arti, la filosofia e l’economia politica. L’economia politica, a sua volta, va intesa sia come modo di produzione, sia come razionalizzazione e interpretazione culturale di questo assetto economico.

Dal punto di vista economico molti hanno parlato di “tardo capitalismo”, che sostanzialmente vuol dire potere degli oligopoli su scala mondiale, e adesso si parla di globalizazzione. In termini culturali è la dissoluzione dell’egemonia borghese e l’avvento della società di massa.

Probabilmente il postmodernismo si è esaurito come configurazione egemone a livello culturale negli anni ’90, e ora per definire la contemporaneità si cercano nuove denominazioni, per esempio era del post-umano, in riferimento all’intelligenza artificiale e agli organismi cibernetici o cyborg. Sempre in riferimento allo sviluppo tecnologico, una visione critica di tali sviluppi individua la caratteristica determinante della contemporaneità nell’immagine del mondo come discarica globale elettronica.

Il modernismo della prima metà del ‘900 era già una reazione e un tentativo di resistenza alla società di massa. Il postmodernismo sembra invece un’acquiescenza  alla società di massa, se non la sua celebrazione. Secondo altri il postmodernismo contiene anche elementi di sfida alla società di massa, ma una sfida che si è rivelata poi senza sbocco. Vedremo infatti che la politica del postmodernismo è transizione, indugio, contraddittorietà, debolezza del pensiero, impasse, tutte cose che però dal postmodernismo vengono accettate come valori. L’irresoluzione diventa costante antropologica.

Ma a posteriori e col senno di poi, è possibile vedere che il postmodernismo è una fase che occupa quasi tutta la seconda metà del ‘900,  in cui si verifica una vasta gamma di riconfigurazioni materiali e culturali. Queste riconfigurazioni appaiono in primo luogo come un venir meno di punti di riferimento e di modelli formali di ogni tipo, e quindi come destrutturazioni, decostruzioni, confusioni, fluidificazioni, tutto in preparazione e in attesa della rivoluzione tecnologica.

In un primo tempo ciò è percepito con ansia, e a ragion veduta, perché, come si sa, le rivoluzioni non sono un pranzo di gala, e fanno molte vittime. Perciò questi cambiamenti sono descritti con termini come crisi, alienazione, massificazione. La creazione del termine postmodernismo è di per sé il sintomo di un giro di boa, di un atteggiamento diverso nei confronti di quelle stesse cose che, a torto o a ragione, cominciano ad essere considerate principalmente come  interazioni necessarie: così abbiamo l’interdisciplinarietà  dei saperi, la testualità, l’intertestualità e l’interattività, il sincretismo degli stili e il citazionismo. Poiché questi fenomeni materiali e culturali maturano a piena consapevolezza alla fine del secolo e nel trapasso addirittura di millennio, possiamo riassumerli e definirli con il termine millenaristico di apocalisse culturale.