Oggi a Milano, nella preziosa cornice del Palazzo delle Stelline, davanti a una platea di esperti del settore, il Gruppo Unipol ritirerà il premio per la categoria Digital Workplace dell’Intranet Italia Day.
Un premio che in qualche modo sento anche mio, dato che ho avuto l’opportunità di seguire il progetto fin dall’inizio nella mia qualità di Partner OpenKnowledge, società del Gruppo Bip focalizzata sulla trasformazione digitale delle aziende. In particolare, ho potuto condividere con il management Unipol le idee espresse nel mio libro del 2013 Intelligenza Collaborativa. Verso la Social Organization (poi ampliato in una edizione internazionale pubblicata da Cambridge Scholars nel 2014 con il titolo Collaborative Intelligence), contribuendo prima a costruire il frame concettuale di riferimento, poi a sviluppare e mettere a terra l’originale visione di questa straordinaria azienda.
Ulteriore dimostrazione della sua capacità di “aprire nuove vie” (Opening New Ways si chiama il nuovo Piano Strategico del Gruppo, lanciato pochi giorni fa da Carlo Cimbri e dal top management di Gruppo Unipol, di cui fa parte a pieno titolo l’ulteriore ampliamento del Digital Workplace): anche quelle che la portano ad evolvere verso il nuovo paradigma ecosistemico, ibrido e multicanale dell’azienda-piattaforma (Platfirm) – vedi su questo anche le Conversazioni svolte qui sul tema con il filosofo Cosimo Accoto Platformication e Se il libro è filtrato, oltre alla recensione dell’ultimo libro dello stesso Cosimo Dormire, sognare… simulare, forse. Note a margine de Il mondo in sintesi.
Gli organizzatori dell’evento, che coinvolge professionisti responsabili delle funzioni Comunicazione, HR, Organizzazione, IT, Digital e Innovation, Intranet manager, Community Manager, Designer, hanno voluto proprio premiare il percorso, immaginato prima, e concretamente messo a terra poi, come è nel DNA di Unipol, da un team di pionieri: veri Humanistic Manager che hanno saputo declinare parole chiave come Co-creazione di valore, Creatività, Cura dando vita ad un originale Mondo Vitale. La vittoria, infatti, è l’apice di un percorso che vede il Gruppo Unipol come precursore della digitalizzazione, del change management e, infine, della cura e dell’ingaggio delle persone.
A raccontarci questa storia di innovazione, i suoi protagonisti: Vittorio Verdone, Direttore Corporate Communication e Media Relations, Norberto Odorico, Chief Claims Officer, Mario Bocca, Group Cio e Alessandra Cappello, Responsabile Internal Communication and DWP.
Il percorso di digitalizzazione e di change management seguito da Unipol può essere senza dubbio definito innovativo e radicale.
Qual è la sua origine e quali sono stati i fattori che, in un contesto complesso e articolato come Unipol, lo ha favorito?
Innanzitutto, ci tengo a dire quanto ci faccia piacere aver ricevuto non solo la nomination, ma addirittura il premio, per una categoria che ci sta così tanto a cuore. Arriva, infatti, al culmine di un percorso durato oltre sei anni, ricco di soddisfazioni. Questo riconoscimento ci consente di credere ed affermare che vale la pena cimentarsi con un obiettivo ambizioso e portarlo fino in fondo. Il progetto del Digital Workplace di Gruppo nasce nel 2015, dall’esigenza di sostituire la vecchia intranet aziendale e creare qualcosa di nuovo e veramente all’avanguardia, uno strumento di lavoro e di condivisione per tutti i colleghi del Gruppo. Già allora eravamo tanti e distribuiti in maniera capillare su tutto il territorio nazionale. L’idea di avere a disposizione un vero e proprio ecosistema, online, dove ogni collega potesse reperire facilmente le informazioni utili allo svolgimento delle sue mansioni quotidiane e molto di più, era folgorante. Fu così che l’11 giugno 2015 venne lanciata futur@, la intranet del Gruppo Unipol.
Il 2016 è stato un anno molto importante, per noi, per il Gruppo e per il progetto di futur@. A valle di una serie di importantissime acquisizioni, la popolazione aziendale era ulteriormente cresciuta e la presenza capillare sul territorio, che rappresenta un innegabile vantaggio di business, rendeva difficile la gestione delle comunicazioni tra le varie sezioni e la Direzione di Gruppo. L’idea che ebbe l’allora Amministratore Delegato Carlo Cimbri, per ovviare a questi problemi e per spronare la creazione di un senso di comunità e di appartenenza al Gruppo Unipol, visto come entità allargata di diversi business e diverse anime, fu di coinvolgere tutta la popolazione aziendale svelando il contenuto del Piano Industriale in un grande evento aperto ai colleghi, e non più unicamente alla comunità finanziaria. Fu così che iniziammo a strutturare iniziative di ingaggio e diffusione dei contenuti a supporto del Piano Strategico Unipol To Be in Action. Iniziative che vengono sempre veicolate attraverso futur@ e i touchpoint digitali.
Nel corso del 2018, la Comunicazione Interna ha consolidato la propria trasformazione da funzione “on demand”, attivata in modo “emergenziale” nel momento del bisogno e limitatamente a quella specifica necessità, in funzione strategica a supporto del business. Dotata di un set organico di metodi e strumenti, analogici e digitali, declinati in Piani di Comunicazione verticali specifici per adattarsi alle esigenze delle diverse aree aziendali, il team diretto da Alessandra si è rivestito di un nuovo ruolo e un nuovo lustro.
Ma la vera svolta è avvenuta nel 2019 con il lancio del Piano Industriale Mission Evolve. Con nostra grande soddisfazione, infatti, il progetto di costruzione del Digital Workplace di Gruppo è stato ritenuto talmente strategico e rilevante da essere incluso fra gli obiettivi del Piano triennale. Abbiamo quindi sviluppato il piano di comunicazione a supporto del Piano Industriale definendo messaggi chiave, attività ed iniziative di ingaggio, adottando una strategia narrativa che desse concretezza ai pilastri strategici indicati dalla Direzione.
Possiamo affermare con orgoglio che, nel triennio di Mission Evolve, le nostre iniziative di ingaggio basate su ascolto, collaborazione e uno storytelling coerente con obiettivi e visione a lungo termine hanno contribuito significativamente all’allineamento strategico dei colleghi e all’aumento della Reputazione interna dell’azienda. E questa è forse anche la lezione più preziosa del nostro percorso. La Comunicazione al servizio del business diventa una funzione dalla grande trasversalità, in grado di trasmettere messaggi a tutta la popolazione aziendale e allinearla rispetto alle direttive e aspettative che vengono dalla Direzione Centrale.
Sono d’accordo con tutto quello che ha detto Vittorio, ma vorrei ulteriormente specificare che nulla di tutto ciò sarebbe stato possibile senza un piano di ingaggio che creasse davvero un senso di appartenenza nelle nostre persone. Un progetto di questo spessore ha profondi impatti a livello aziendale, necessita di un lavoro costante e continuativo e di tanto supporto da parte dei Vertici Aziendali, non può essere gestito con tempistiche ristrette. E’ il frutto del lavoro assiduo e dedito di un team di persone dedite e coese. Per questo il riconoscimento ricevuto è per noi ancora più prezioso. Perché ci ricorda da dove siamo partiti e quanta strada abbiamo percorso insieme.
Le prime fasi del progetto sono state veramente pionieristiche. Molti colleghi a tutti i livelli dell’organizzazione non credevano nell’importanza di quello che volevamo creare. Abbiamo allora deciso di utilizzare una metafora e una storia, per coinvolgere e convincere del valore della nostra idea quanti più colleghi possibile.
Andavo in giro per i nostri uffici con una grande stampa rappresentante una città, la città Unipol. L’ecosistema della nostra intranet, infatti, può essere immaginato come un ambiente vivo, frequentato dai colleghi e in grado di produrre valore professionale. Ciò che volevamo trasmettere è la possibilità di costruire un ambiente volto a migliorare l’esperienza dei colleghi all’interno della città, ovvero la intranet. Chiedevo ai miei interlocutori di rivivere insieme il journey di chi ogni mattina si metteva al lavoro per servire i nostri clienti, interni ed esterni. Spiegavo poi la nostra visione di un DWP, ossia un ambiente pulsante di vita e vitalità in cui gli strumenti tecnologici non sono solo delle costruzioni, ma connettono le persone che lo frequentano. In cui tutte le iniziative hanno l’obiettivo di unire le aree, sviluppare i servizi, facilitare le attività, migliorare l’esperienza dei colleghi, agevolare la collaborazione, aumentare l’efficienza e accrescere l’ingaggio.
L’uso della metafora della città e il supporto visivo mi hanno consentito di approcciare i colleghi e far loro vedere – letteralmente – i vantaggi innegabili derivanti dall’introduzione del DWP, in un’ottica coinvolgente e divertente, nonché funzionale allo scopo.
Come accennato poco fa da Vittorio Verdone, anche io credo che il premio che abbiamo conquistato quest’anno sia la riprova della lungimiranza delle nostre azioni e della bontà della nostra strategia. Sono onorato che sia proprio la mia Direzione ad essere al centro del progetto pilota che ha portato a tale riconoscimento.
Il lavoro fatto sinora è stato rimarchevole. Abbiamo vinto una grande sfida, con noi stessi in primis. Ma un grande Gruppo consolidato come Unipol guarda sempre al futuro e concentra tutti i suoi sforzi in avanti. Il nostro spirito di innovazione e lo sguardo sempre puntato verso il domani, insieme alle capacità di realizzazione, sono elementi distintivi delle nostre persone e il marchio di fabbrica del nostro impegno quotidiano.
E il futuro è data-driven, al servizio delle nostre persone. Per questo una delle mie funzioni preferite di futur@ è quella che ci consente di erogare direttamente su tutta la popolazione aziendale (o su sottopopolazioni a nostra discrezione) survey e questionari per capire il grado di comprensione che i colleghi hanno delle direttive e iniziative strategiche, nonché le più corrette metodologie che possiamo attivare per far sì che tutti siano allineati alla visione centrale.
Avere dati che consentano di misurare il polso delle nostre persone, per creare iniziative rispondenti ai bisogni e quindi in grado di supportare concretamente la performance dei singoli, è stato il fattore determinante nella scelta di proporre la Direzione Claims come pilota per il lancio di un Digital Workplace dedicato: la Direzione che, non a caso, è anche quella più popolosa del Gruppo (più di 2.000 colleghi) con presenza capillare su tutto il territorio nazionale.
Il progetto si è svolto in varie fasi. In un primo momento abbiamo voluto individuare le aree di miglioramento possibili direttamente dalla voce delle nostre persone. Per questo è stata organizzata una serie di interviste al Management, che hanno portato alla luce la necessità di migliorare il processo di knowledge sharing, l’efficienza delle nostre comunicazioni e la nostra capacità di dare e ricevere feedback e assistenza.
A questa fase è seguita una survey che ha totalizzato 1085 risposte, che ha consentito di approfondire ulteriormente i bisogni emersi dalle interviste. Si è passati poi all’organizzazione di una serie di sessioni di co-design in cui si sono delineate le direttrici del progetto e i desiderata per il nuovo DWP. Tutto questo è stato fatto all’interno di un perimetro preciso, definito da tre aree di intervento, utili a definire il successivo piano di azione: comunicazione, collaborazione e conoscenza.
Gli impatti strategici e gli obiettivi conseguiti in termini di business sono rimarchevoli. La gestione quotidiana del nostro lavoro ha notevolmente beneficiato dell’introduzione del DWP e si sono ridotte quelle asimmetrie informative e inefficienze comunicative che prima rendevano più difficile concentrarsi su obiettivi puramente di business.
Devo riconoscere che tutto il gruppo di lavoro ha accolto la novità con entusiasmo e apertura, e questo sicuramente ha contribuito al successo dell’iniziativa. Coinvolgere le persone nell’individuazione dei bisogni e nella creazione di soluzioni ad hoc per loro è stato un elemento cruciale e imprescindibile.
Come è già emerso dalle parole di Vittorio, Alessandra e Norberto, il progetto che ha portato alla realizzazione del DWP è frutto di un grande lavoro di Squadra e di anni di preziosa collaborazione fra le nostre Direzioni. E’ una vittoria di tutti e una grande soddisfazione.
Dal punto di vista “IT” è stato il risultato di una sintesi fra l’introduzione e l’utilizzo di numerose nuove tecnologie a supporto della digitalizzazione e della collaboration, la “vision” della “UnipolCity” di Alessandra e le esigenze pratiche della Direzione Sinistri di Norberto.
Nello specifico, il nostro focus è stato sull’architettura tecnologica alla base del DWP Sinistri, sull’innovazione, la fruibilità e la mobilità. Già nel lontano 2013 avevamo esplorato le tecnologie collaborative per evolvere la realtà lavorativa quotidiana introducendo Microsoft Lynch. Nel tempo abbiamo seguito ed introdotto le evoluzioni tecnologiche costruendo il DNA del nuovo DWP. Questo ha dato luogo alla progettazione di nuovi scenari di lavoro, abilitati proprio da novità tecnologiche altamente scalabili, integrabili e che agevolano l’utilizzo degli strumenti già a disposizione in ogni ambiente di lavoro del Gruppo.
Riassumendo quanto detto finora, non solo il progetto del Digital Workplace del Gruppo ha consentito e favorito la collaborazione tra colleghi con diverse competenze e know-how, ma ha dato modo alle diverse funzioni aziendali di mettere a fattor comune le proprie idee, intuizioni ed expertise. La coesione sugli obiettivi di lungo periodo e una comune visione del futuro sono componenti imprescindibili di un progetto di digitalizzazione e change management di questa portata.
Virando un attimo rispetto alla vittoria di oggi e tornando indietro di qualche tempo, è noto a tutti come la pandemia da Covid-19 abbia influenzato le aziende internamente ed esternamente, in modi e tempi che ad oggi fatichiamo a elencare esaustivamente (vedi su questo anche le Conversazioni della serie #PeopleCaring). Quale è stato l’impatto della pandemia sul progetto del Digital Workplace di Unipol? Che iniziative avete attivato in questi due anni per rimanere vicini alle vostre persone?
Premesso che la direzione strategica era già stata validata e intrapresa prima dello scoppio della Pandemia, possiamo affermare che essa è stata un forte acceleratore rispetto al progetto del DWP.
A inizio 2020, quando sono emersi i casi di Covid, nelle fasi iniziali dell’emergenza e nel primo lockdown, abbiamo deciso di creare una task force che integrasse al suo interno varie Direzioni aziendali e che si facesse garante della diffusione a tutti i colleghi delle giuste direttive a supporto della norme anti-covid.
La funzione Comunicazione Interna ha avuto un ruolo cardine all’interno della task force. Ci siamo in particolare occupati di mantenere tutta la popolazione aziendale informata e allineata sulle direttive che giorno per giorno ci arrivavano dal Governo, dai DPCM e dalla Direzione di Gruppo. Grazie al potenziamento degli strumenti digitali già presenti in azienda, siamo riusciti a rimanere in contatto attivo con tutti i colleghi veicolando di volta in volta i messaggi più appropriati.
Dopo lo smarrimento iniziale e la rincorsa ai DPCM che si susseguivano senza sosta, abbiamo dovuto approntare in pochissimo tempo una soluzione per consentire ai colleghi di lavorare efficacemente anche da remoto.
In tempi record, abbiamo proceduto a fornire accesso alla Piattaforma Microsoft Teams a tutti, abilitando in meno di 30 giorni oltre 9000 colleghi a lavorare da remoto. Teams si è rivelato uno strumento chiave per ottimizzare tempi e modalità di lavoro e aprire la strada a nuove opportunità di collaborazione, grazie a spazi tematici strutturati e modalità di confronto e interazione nuove, con logiche conversazionali mutuate da quelle dei più comuni social network.
Per supportare i colleghi nell’esperienza di lavoro agile e per spingere sull’abilitazione di un mindset improntato sulla digital readiness, abbiamo poi attivato il progetto Agili con Teams. Un piano di condivisione e comunicazione delle regole di base sull’utilizzo più appropriato di questo strumento, veicolato tramite una comunicazione empatica e ad alto coinvolgimento per i colleghi, al fine di abbattere le distanze e rafforzare il senso di appartenenza all’universo aziendale.
Abilitare 9000 persone al lavoro da remoto, tramite la piattaforma Teams, è stato uno sforzo non banale che ha richiesto il coordinamento della nostra Divisione con la funzione Comunicazione Interna per la parte di formazione e informazione. Al contempo, abbiamo continuato a lavorare allo sviluppo di futur@ con vari rilasci, tra cui la possibilità di accedervi tramite dispositivi mobili, sia aziendali che personali. E abbiamo iniziato la costruzione dei Digital Workplace delle singole Direzioni, come quello dei Claims.
futur@ evolverà progressivamente nel Digital Workplace del Gruppo Unipol, che è il canale di comunicazione ufficiale dove sono veicolate tutte le informazioni utili e necessarie a ciascun collega per vivere al meglio la quotidianità aziendale. Ma è nostra ferma convinzione che il Digital Workplace nasca ogni giorno dall’incontro tra persone (quelle che realizzano i sistemi informatici e quelle che li usano), organizzazioni (come Unipol, che credono nella digitalizzazione e nella responsabilizzazione dei colleghi rispetto agli obiettivi da raggiungere) e gli strumenti digitali (al plurale, perché un’ ecosistema è composto da tanti ambienti differenti che comunicano tra loro e si integrano a vicenda).
In ultima analisi, il Digital Workplace ci consente di diffondere informazioni utili e rilevanti per i nostri colleghi, in un’ottica di continuo aggiornamento e trasparenza comunicativa. Favorisce le attività fra team di lavoro e/o fra aree, garantendo un lavoro efficace e coinvolgente anche da remoto. Agevola la diffusione del know how attraverso la condivisione di materiali operativi a supporto delle attività quotidiane. E semplifica i processi alla base delle attività quotidiane, riducendo sensibilmente tempi e costi del lavoro. In uno slogan il DWP è un tunnel nelle dimensioni spazio/tempo della compagnia, un pezzo del suo “sistema nervoso” che consente comunicazioni immediate, profonde e multidirezionali che evolvono e potenziano la nostra quotidianità lavorativa.
Quando poi ci siamo resi conto che la pandemia si sarebbe protratta, ci siamo attivati con una campagna di ingaggio chiamata Noi persone Unipol, Orgogliosamente Italiani perché... con l’obiettivo ancora una volta di accorciare le distanze fra azienda e dipendenti, stimolando il senso di appartenenza sia al Gruppo Unipol, sia al nostro Paese.
Nell’ottica di creare un sempre più stretto legame di vicinanza tra i nostri colleghi e i Vertici Aziendali, abbiamo poi deciso di lanciare l’iniziativa Digital Talks, in cui 18 tra i Top Managers del Gruppo si sono aperti alle telecamere, hanno condiviso opinioni, visioni e idee e hanno lanciato una sfida ai colleghi. I quali hanno risposto con entusiasmo e sono stati premiati con un invito ai Digital Lunch, una pausa pranzo ‘’virtuale’’ tramite piattaforma Teams, in cui hanno avuto l’occasione di presentare la loro idea al Manager.
Il successo dell’iniziativa e la risonanza che ha avuto in seno all’azienda sono state tali da valere ai 180 partecipanti dei Digital Lunch un invito in presenza alla presentazione davanti alla comunità finanziaria del nuovo Piano Strategico 2022-2024 Opening New Ways. L’evento, che si è tenuto a Milano il 13 maggio 2022, è solo il primo di una serie di iniziative che stiamo progettando per portare questi 180 colleghi verso un percorso di ambassadorship aziendale.
L’obiettivo è di diffondere all’interno del Gruppo un nuovo modo di col-lavorare, basato su strumenti efficaci, responsabilizzazione individuale e un fortissimo ingaggio verso gli obiettivi prefissati.
Anche io ho avuto l’occasione di partecipare quale relatore ai Digital Talks e Digital Lunch ed è stata un’esperienza di grande arricchimento. Mi ha fatto toccare con mano il valore di investire in persone e tecnologia per aumentare la velocità dell’evoluzione del nostro modello operativo orientato verso la semplificazione e l’efficienza.
Se il lockdown ha imposto a molte organizzazioni di avvalersi di soluzioni tecnologiche adeguate e sicure per non compromettere la continuità del business, in Unipol ci ha portato a considerare nuove dimensioni ed evoluzioni del DWP e quindi a dover investire su piattaforme altamente usabili e con una copertura funzionale che risponda ai bisogni dei colleghi, a tutti i livelli dell’organizzazione.
In estrema sintesi, per essere efficace, è necessario che il Digital Workplace oggi ancor più che in passato evolva in 3 direzioni. Accessibilità, per rimanere a bordo della strategia aziendale a qualunque distanza e da qualunque device. Contenuti e ingaggio, per garantire un’esperienza di valore che accompagni il collega nel suo day-by-day. Collaborazione, per migliorare sensibilmente i processi in un’ottica di intelligenza collaborativa. In sintesi, la persona dà senso alla tecnologia, la tecnologia valorizza la persona.
A un certo punto però l’iniziale smarrimento della pandemia è andato esaurendosi e abbiamo potuto iniziare a pensare di far rientrare i colleghi in ufficio, con un piano di rientro strutturato, da attivarsi in modo progressivo.
Il mondo post-pandemico aveva subìto una radicale trasformazione e l’esperienza del lavoro da remoto durata molti mesi aveva portato alla luce la necessità di agevolare le persone nell’acquisizione e messa in pratica di nuove norme e buoni comportamenti e accompagnarle verso una nuova modalità di vivere l’ufficio.
Così è partito il progetto Rientro in ufficio in cui Comunicazione Interna, per tramite del nostro Digital Workplace, ha approntato una serie di iniziative a supporto dei colleghi e per la diffusione delle corrette informazioni riguardo norme comportamentali, ambienti e spazi, sicurezza.
Nell’era della digitalizzazione, le aziende sono chiamate ad adattarsi ai nuovi trend. Il DWP si qualifica sempre più come una risposta all’esigenza di informare, ingaggiare e allineare le persone agli obiettivi di breve e lungo termine dell’azienda.
Mario Bocca, Alessandra Cappello, Norberto Odorico e Vittorio Verdone: ci avete raccontato una storia veramente paradigmatica su come affrontare in azienda i cambiamenti che in tempi difficili si impongono a un ritmo sempre più rapido. Quali conclusioni possiamo trarre dall’esempio del Gruppo Unipol?
Quali prospettive, quali “nuove strade”, si aprono adesso per i protagonisti di questa avventura?
Efficienza, accessibilità, innovazione nei processi e nelle soluzioni, ingaggio… sono solo alcune della parole chiave che ormai sono entrate nel nostro linguaggio comune e guidano ogni nostra azione. Unipol promuove una cultura che incoraggia le persone e i team a dare il meglio di sé ovunque.
Da anni, stiamo assistendo a un progressivo cambiamento delle organizzazioni verso una rivoluzione digitale che, prima dell’emergenza Covid-19, procedeva a rilento e, in parte, stentava a partire. La pandemia ci ha insegnato che cambiare non è più una scelta, quanto una necessità. In uno scenario storico e sociale che evolve in modo rapido e imprevedibile, la capacità delle organizzazioni – e di conseguenza delle loro persone – di cambiare, diventa una competenza risolutiva e decisiva.
Adottando una visione sistemica e strategica, possiamo facilmente intuire che la trasformazione può rappresentare un’importante opportunità per l’organizzazione, per avviare un modo completamente nuovo di lavorare che crea, grazie alle potenzialità delle tecnologie, le giuste sinergie tra le esigenze delle persone e quelle di business. In realtà aziendali come il Gruppo Unipol, che conta oltre 12.000 dipendenti e una vasta diffusione sul territorio, è fondamentale avere un unico insieme di strumenti, accessibile, facile da usare e in grado di abilitare nuove pratiche collaborative.
Il nostro modello di Digital Workplace è l’insieme degli strumenti digitali e delle nuove modalità di lavoro che abilitano la comunicazione, la collaborazione, la gestione della conoscenza, e che consentono un efficientamento generale di attività e processi. Oggi ci è valso un riconoscimento importante all’Intranet Italia Day. Sono certa che domani ci porterà verso nuovi orizzonti ancora inesplorati.
La Direzione Claims rappresenta il cuore pulsante delle attività di business perché si occupa della gestione dei processi liquidativi, dalla denuncia del sinistro fino alla liquidazione. È una Direzione che ogni giorno deve garantire qualità di servizio e tempestività. Per poter continuare a farlo, non era più sufficiente avere tanti strumenti di comunicazione, occorreva un unico ambiente digitale per collaborare e lavorare con efficienza.
Abbiamo voluto con forza il nostro DWP dedicato, per consentire alle nostre persone della Direzione di informarsi, comunicare, collaborare in modo facile ed intuitivo. Durante la fase preliminare di setup e comprensione la sinergia tra le Aree di Business, Comunicazione Interna e Sistemi Informatici è stato fondamentale per definire il concept e la soluzione informatica del progetto.
Per la fase realizzativa del progetto è stato costituito un Gruppo di Lavoro interfunzionale al fine di sviluppare contenuti che, a tendere, possano essere applicabili a tutte le aree aziendali alle quali sarà esteso il Digital Workplace.
I colleghi accedono al Digital Workplace direttamente dalla loro My Page della intranet aziendale, lo spazio dedicato al profilo personale e a tutti i servizi alla persona. Il login è automatico ed è un fattore che velocizza ulteriormente l’accesso all’ambiente. Un ampio herobanner accoglie l’utente con le notizie più importanti. Grazie alla presenza di questo importante elemento visivo, il collega ha a disposizione una panoramica delle notizie più importanti della Direzione: dal video del Direttore, all’ultima Regola Operativa utile per le sue attività di lavoro e poi ha accesso diretto a tutti gli strumenti che servono nella gestione quotidiana delle proprie mansioni.
L’efficientamento che questo progetto ci ha garantito è senza precedenti per la nostra Direzione, a fronte di uno sforzo minimo in termini di costruzione dell’ambiente. Si tratta di un investimento in un progetto strategico, a mio parere, non più rimandabile per le aziende che vogliono rimanere all’avanguardia nel proprio settore, capitalizzando sulla responsabilità delle proprie persone.
Tutto sta nell’intercettare i segnali, analizzarli e capire come farli propri. Questo è il modello operativo del Gruppo che – con orgoglio, posso dirlo – ci ha portati fin qui. Le prospettive future si iniziano a delineare già. A breve, il 15 giugno per la precisione, ci attende la nona edizione del BeConnectedDay, l’evento di riferimento della ITCommunity italiana dove verranno approfonditi gli argomenti chiave del Future Of Work e della Hybrid Collaboration, per essere sempre aggiornati sul futuro del lavoro ibrido e della collaborazione digitale.