Visioni del futuro
Ho accettato con grande piacere l'invito a partecipare al Convegno “Futura”, promosso dall'Associazione Asilo Bianco, che si svolgerà il 25, 26 e 27 maggio 2012 nello Spazio Museale di Palazzo Tornielli ad Ameno (NO).
Pensatori e protagonisti della realtà contemporanea, provenienti da campi diversi, si confrontano sul tema del futuro per condividere esperienze e visioni. Una splendida occasione per presentare le nuove frontiere dello Humanistic Management 2.0 nel contesto di tre giornate di studi durante le quali dialogheranno fra loro noti esponenti del mondo dell’arte, dell’innovazione tecnologica e della medicina. Un "format" perfettamente coerente con principi fondamentali dello Humanistic Management, come il confronto multidisciplinare sulle problematiche dell'eticità e della sostenibilità, declinata in questo caso in ambiti decisivi per la valorizzazione del genius loci di un Paese come l'Italia: medicina, economia, turismo e arte.
Enrica Borghi, Presidente dell'Associazione Asilo Bianco, ha dichiarato: "Asilo Bianco è un'associazione culturale, nata nel 2005 ed ha lo scopo di sviluppare progetti legati alla cultura contemporanea e la valorizzazione del territorio, nello specifico quello tra il Lago d' Orta e Lago Maggiore. Il convegno Futura si rivolge perciò ad un pubblico trasversale, legato sia al mondo della medicina e nello specifico della psicanalisi, sia al mondo dell'arte e dell'economia".
L'obiettivo è quello di creare una piattaforma di lavoro che dia suggestioni e approfondimenti sviluppando un'indagine sul tema del futuro. Il filo conduttore del convegno lancia una sfida diretta alle grandi tematiche dell’attualità. In questa nuova edizione il tema di una consapevolezza etica nel rapporto con l'altro e con il sé diviene determinante. L'altro rappresenta “l'incontro”, con il diverso e con il nuovo (il mutante opposto al clone, nel linguaggio dello Humanistic Management), ovvero uno strumento d'esplorazione di nuovi orizzonti. Etico diviene l'approccio al viaggio, verso nuovi orizzonti con il rispetto delle culture che si incontrano.
Gli Abstract degli interventi principali
Renato Barilli: Art brut e arte d’avanguardia: ragioni di un’affinità
Il termine di Art brut, è stato lanciato da Jean Dubuffet, ma non appare molto diverso da quanto più in generale viene definito art naïf. Nell’un caso e nell’altro si tratta dell’arte prodotta di soggetti che non hanno accettato la visione della realtà e le corrispondenti modalità rappresentative, imposte nel mondo occidentale sia nella fase della classicità greco-romana sia nella fase rinascimentale-moderna, fondamentalmente basate su una mimesi accurata del mondo esterno. Questo sistema, dominato dalla prospettiva, ha obbligato chi gli sottostava a una forte rimozione delle doti istintive nascenti da una espressività immediata e spontanea. Si tratta di un capitolo che Freud riporterebbe al meccanismo psichico della rimozione degli impulsi dell’inconscio, censurati per l’obbligo di aderire a una visione del mondo “coi piedi per terra”, tale da consentirne il controllo, per esempio attraverso reti stradali stese per imporre il proprio dominio su altre popolazioni e trarne vantaggi economici. Questo sistema mimetico-rappresentativo è stato proprio solo della cultura occidentale, nei due periodi sopra indicati, infatti si può verificare che le culture extra-occidentali non hanno avuto ragione di aprire dei dossier intitolati all’Art brut e naïf. Chi nei nostri Paesi rientra in queste coordinate aderisce a tali modelli non per scelta meditata ma per incapacità ad accettare certe imposizioni educative, per gli artisti d’avanguardia invece si tratta di un rifiuto consapevole, dovuto alla raggiunta piena coscienza che i modelli rappresentativi legati alla prospettiva e al rispecchiamento fedele della realtà, a partire dalla fine dell’Ottocento, non corrispondevano più alla cultura materiale, ai modi di viaggiare, di trasportare e produrre le merci. E così, si sono trovati a ricalcare necessariamente le varie soluzioni (perdita della profondità spaziale, del principio di individuazione a favore di un’astrazione stilizzante) che i primitivi da sempre adottano, e si potrebbe far entrare nella partita anche un terzo strato dell’umanità, l’infanzia così come si svolge presso tutti i popoli.
Eugenio Borgna: La malinconia come cifra tematica della creazione artistica
Le categorie conoscitive della psichiatria non sono solo incentrate sugli aspetti diagnostici e clinici della sofferenza psichica ma anche sui suoi contenuti fenomenologici e antropologici. La sofferenza psichica è ineliminabile dalla condizione umana, e dalle sue forme di espressione, non solo letterarie, ma anche artistiche; e la psichiatria, di oggi e di domani, sarà sempre più immersa in un discorso interdisciplinare che la confronti con le sconfinate aree delle scienze umane. La ragione d’essere della relazione si riconosce nelle possibili correlazioni tematiche fra una emblematica esperienza psico(pato)logica, come è quella della malinconia, e alcune significative esperienze pittoriche.
Maurizio Pallante: Un indicatore di benessere fondato sulla soddisfazione dei bisogni irrinunciabili dei bambini dalla vita intrauterina ai 3 anni.
La consapevolezza che il prodotto interno lordo sia un indicatore inadeguato del benessere comincia a diffondersi anche tra alcuni economisti e, apparentemente, tra alcuni politici, che tuttavia, pur promuovendo ricerche per individuare indicatori più adeguati, continuano a finalizzare alla crescita del prodotto interno lordo le scelte di politica economica.
L’inadeguatezza del pil viene generalmente interpretata come insufficienza, perché si ritiene che il pil misuri soltanto il benessere materiale e che, pertanto, quell’indicatore quantitativo debba essere integrato con indicatori qualitativi.
In realtà il pil non è un indicatore quantitativo del benessere perché essendo un indicatore monetario può prendere in considerazione soltanto i beni e i servizi che vengono scambiati con denaro, ovvero le merci. Pertanto valuta come elementi di benessere anche le merci che non hanno un’utilità o generano danni, ad esempio l’energia termica che si disperde da un edificio mal coibentato, e non prende in considerazione i beni autoprodotti e i servizi scambiati per amore, perché non vengono scambiati con denaro.
Da ciò consegue che il prodotto interno lordo non è un indicatore di benessere insufficiente, ma sbagliato per cui diventa necessario elaborare un indicatore di benessere realmente alternativo.
La ragione per cui il pil viene utilizzato come indicatore di benessere, sebbene il suo ideatore, Simon Kuznets, rifiutasse questa possibilità, consiste nel fatto che si calcola in base a dati oggettivi (la somma dei valori aggiunti), per cui consente di effettuare confronti diacronici e sincronici tra più paesi. Il suo limite, oltre a difficoltà di calcolo, consiste nel fatto che può prendere in considerazione solo elementi quantitativi. L’integrazione del pil con elementi di valutazione qualitativi presenta a sua volta il limite di utilizzare criteri soggettivi che rispondono al sistema dei valori di chi effettua l’integrazione, anche quando si basi su una ricerca sociologica dei valori prevalenti nella popolazione di riferimento.
Il problema da risolvere pertanto è il seguente: è possibile individuare una scala di indicatori qualitativi non soggettivi? Probabilmente queste caratteristiche si trovano nei bisogni irrinunciabili dei bambini dalla vita intrauterina ai 3 anni: gli anni dell’imprinting, che condizionano i comportamenti degli individui, ne definiscono il carattere e la modalità di relazionarsi con se stessi, con gli altri, con gli ambienti in cui vivono. Questi bisogni sono di carattere qualitativo e sono identici in tutti i bambini di quella fascia d’età. Due pediatri e psicoterapeuti infantili americani, Brazelton e Greenspan ne hanno individuati e descritti sette. È possibile definire sulla base della soddisfazione di questi bisogni il benessere sociale, anche in considerazione del fatto che, se vengono soddisfatti, i bambini nelle fasce d’età successive saranno più facilmente soggetti di coesione sociale, sapranno essere collaborativi, avranno un senso del bene comune più sviluppato? È possibile costruire un indicatore di benessere valutando l’organizzazione sociale, l’organizzazione del lavoro, la struttura degli insediamenti umani, la tutela degli ambienti naturali, il sistema formativo ecc. in funzione della soddisfazione dei bisogni fondamentali dei bambini dalla vita intrauterina ai 3 anni? Varrebbe la pena provarci.
Marco Minghetti: Lo Humanistic Management 2.0 e la social corporate identity
Dalla seconda metà degli anni Novanta si afferma progressivamente a livello internazionale lo Humanistic Management, un nuovo modo di pensare l’azienda basato sull’idea che l’impresa è un convivio, ovvero una comunità di persone unite da valori condivisi, e che prefigura le logiche e le modalità gestionali di quella social organization impostasi con la rivoluzione determinata dalla diffusione del web 2.0.
La via italiana allo Humanistic Management è stata tracciata in maniera peculiare da Marco Minghetti in collaborazione non solo con manager, formatori aziendali ed economisti, ma anche con filosofi, scrittori, artisti come Milo Manara, Luigi Serafini e il Premio Nobel per la Letteratura recentemente scomparso Wislawa Szymborska. Ne è scaturito un approccio multidisciplinare alla comprensione teorica ma soprattutto alla gestione pratica della natura complessa, liquida, delle imprese e della società contemporanee, fondato su:
- accorta combinazione tra razionalità ed emotività
- equilibrio fra morale individuale ed etica collettiva
- cura di ciascuno verso il proprio autosviluppo e verso gli altri
- approccio narrativo ispirato alla generazione individuale e collettiva di senso
- enfasi sulla leadership convocativa e sulla metadisciplinarietà.
E' un modello alternativo alla pervasiva, “solida”, dittatura dello Scientific Management.Quest’ultimo affonda le sue radici in Adam Smith e nella rivoluzione industriale inglese. Ha avuto il merito di rappresentare un punto di vista specificatamente caratterizzato, con una straordinaria capacità costruttivistica e interpretativa della realtà e dell’esperienza organizzativa. Tuttavia oggi le organizzazioni ispirate e gestite attraverso la prospettiva paradigmatica dello Scientific Management si pongono come soggetti collettivi chiusi, fortemente burocratizzati e una visione lineare/sequenziale del processo decisionale. Appare evidente l’inadeguatezza di un tale procedere a fronte di un mondo “complesso”, vale a dire plurale, nonché in rapido e continuo mutamento nel tempo e nello spazio remoto e di prossimità.
E’ dunque necessario guardare ad un nuovo modo di fare impresa, ad una “organizzazione 2.0″ in grado di creare un vera e propria Corporate Social Identity fondata su:
- la collaborazione tra le persone indipendentemente da gerarchie e schemi organizzativi predefiniti;
- l’apertura dei confini dell’organizzazione per coinvolgere attori esterni quali clienti, partner, fornitori, ma anche università, associazioni, comunità locali;
- la creazione diffusa e partecipativa di contenuti e conoscenza (co-creation);
- una visione etica forte e coerentemente agita.
Ma soprattutto ciò che occorre, si legge nel Manifesto dello Humanistic Management, “non è un nuovo paradigma, non una nuova verità assoluta, assiomatica, ma piuttosto un nuovo tipo di discorso. Un discorso che metta al centro l’“arte”, quale ci è mostrata in massimo grado da poeti, romanzieri, drammaturghi: da “umanisti” nel senso rinascimentale, narratori di storie, “facitori di senso” (sensemakers) tramite il romanzo, la poesia, il teatro, il cinema, ma anche il social networking e il web 2.0”.
Infine è essenziale ricordare che l’Umanesimo nasce e si diffonde in territori specifici, in condizioni uniche, che lasciano poi circolare la creatività e la conoscenza a partire da alcuni nuclei fondativi: la Firenze dei Medici, la Milano degli Sforza, la Mantova dei Gonzaga, la Urbino dei Montefeltro. Le imprese che oggi si riconoscono in una visione umanistica definiscono con chiarezza la loro relazione con il territorio perché è il territorio che rende ricca l’impresa e non il contrario.
In questo quadro verrà presentato il Modello di Sviluppo Organizzativo, messo a punto in un anno di studi e ricerche, per la trasformazione delle imprese in social organization: un nuovo modo di fare impresa che consente ad un vasto numero di persone di lavorare insieme valorizzando le singole riserve di competenza, talento, creatività ed energia. La creazione di valore sociale passa per la capacità di generare la cosiddetta mass collaboration, anche sfruttando le enormi potenzialità dei social media, attraverso l’istituzione di community collaborative. Per ottenere questo risultato diventa in particolare necessario rivedere politiche e strumenti di comunicazione, di formazione, di change management, di relazione con gli stakeholder interni ed esterni.
Informazioni di dettaglio
Futura giunge alla sua quarta edizione, differenziando il programma su tre giornate e con specifici focus di studio, per terminare con un “percorso laboratoriale”, per uno scambio di esperienze pratiche. Il laboratorio capofila sarà condotto dal Dipartimento di Salute Mentale dell'ASL-AOU di Novara.
Quest’anno il festival si amplierà comprendendo diverse sezioni: Accogliere la diversità(incontro tra arte e terapia); Esperimenti di viaggio (Turismo sperimentale e visioni artistiche del futuro in movimento attraverso la musica, il cinema e la letteratura); Sala Giochi (laboratori condivisi dei diversi dipartimenti).
Il convegno è aperto ad addetti ai lavori, studenti e persone interessate.
Il convegno è libero per i soci iscritti; altrimenti è necessaria l’iscrizione (40 euro) presso la segreteria di Asilo Bianco. Il convegno è inoltre accreditato ECM.
ll convegno è ideato e promosso dall’Associazione Asilo Bianco in collaborazione con Dipartimento di Salute Mentale ASL-AOU di Novara con il sostegno di Regione Piemonte, Provincia di Novara, Comune di Ameno, Cuore Verde tra Due Laghi, Fondazione Cariplo, Associazione Teatro delle Selve, Fondazione Mike, Vedogiovane Borgomanero, Ameno Blues Onlus.
Eventi collaterali al convegno:
Futura K.0, mercato agricolo bio sostenibile (domenica)
Futura Bookshop
Futura. Aperture Straordinarie. Visite guidate alla mostra “Duplice paesaggio”, nel centro storico di Ameno e alla Fondazione Calderara.
Mari Kvien Brunvoll, Solo Concert, a cura di Novara Jazz Festival in collaborazione con Ameno Blues (venerdì ore 18)
Concerto Minimal Duo. Improvvisazione organica con Riccardo Sinigaglia e Sergio Armaroli (sabato ore 21)
Informazioni e iscrizioni: segreteria Associazione Culturale Asilo Bianco
tel. 0322 998717 cell. 320 9525617 – info@asilobianco.it
Ufficio stampa: Alessandra Valsecchi – ale.valsecchi@gmail.com – tel. 340 3405184
Programma
I giornata
Venerdi 25 maggio 2012
9.00 Accoglienza ed iscrizione
9.30 Saluto delle Autorità
Micaela Tarditi, Sindaco di Ameno
Anna Maria Mellone, Provincia di Novara, Assessore alle Politiche Sociali
Enrica Borghi, Presidente Associazione Asilo Bianco
Moderatore: Giorgio Caione
10.00 Art brut e arte d’avanguardia: ragioni di un’affinità
Renato Barilli
10.30 L'oltre e l'altro
Giuseppe Saglio
Coffee Break
11.20 La riabilitazione come incontro
Giorgio Farina
12.00 Creazione artistica e psicopatologia: prospettive
Eugenio Borgna
12.30 Discussione
PAUSA PRANZO
14.30 Esperienze anomale del sé ed espressione grafica
Bino Manuela
ore 14.00 Prosopagnosia. Un mondo di facce uguali
Rivolta Davide
ore 15.00 Ripopolare l'immaginario
Dalma Domenighini
15.30 Slow medicine: per una cura sobria, rispettosa e giusta
Domenico Tangolo, Tatiana Giordano
ore 16.00
Discussione
ore 17.00 Visita guidata alla mostra Duplice Paesaggio
“ La sublimazione dell'essere attraverso la natura e l'arte”
nell'opera di Giovanni Segantini
Cosetta Dal Cin, Francesca Gattoni
ore 18.00
Parco Neogotico di Ameno (in caso di pioggia all'interno di Museo Tornielli)
Mari Kvien Brunvoll, Solo concert
Voice, live-sampling, effects, percussion, zither, kalimba
a cura del Novara Jazz Festival
in collaborazione con AmenoBlues
I suoni di Mari Kvien Brunvoll e la sua voce speciale si espandono come un fuoco nella scena del jazz norvegese. Mari si esprime con un mix di jazz, elettronico e country-blues usando semplicemente la sua voce; volte è accompagnata da strumenti acustici come lo zither, la kalimba oppure il carillon.
II Giornata
Sabato 26 maggio 2012
9.00 Registrazione partecipanti
Moderatore : Giorgio Caione
9.30 L'università italiana alla vigilia della rifroma Gelmini
Eliana Baici
10.00 La solidarietà tra generazioni al tempo di internet
Fausto Melloni
10.30 Un indicatore di benessere
Maurizio Pallante
Coffee Break
11.30 Verso la social corporate identity: l'approccio dello humanistic management 2.0
Marco Minghetti
12.00 La rinascita di Paralup e “Il popolo che manca”
Beatrice Verri, Valeria Cottino, Diego Mometti
PAUSA PRANZO
Tavola Rotonda
14.00 “Piuconzero” soccorso per le organizzazioni culturali
Daniela Formento
14.30 Giovani e microimprenditorialità: l'esperienza degli incubatoi di idee
Giovanni Campagnoli
15.00 Maply, una start up under 35
Marco Piccolino
15.30 “Casa Allegria” un progetto di formazione e aggregazione giovanile
Nicolò Bongiorno
ore 16.00 discussione
ore 17.00 Visita guidata ai beni storico artistici di Ameno
ore 21.00 Spazio Museale Palazzo Tornielli
Concerto Minimal Duo
Improvvisazione organica
Riccardo Sinigaglia santur elettrico, flauti dolci barocchi editing
Sergio Armaroli vibrafono, marimba, percussioni
III Giornata
Domenica 27 maggio 2012
Spazio Poster
Moderatore: Roberto Neri
9.00 Dalla Musicoterapia recettiva all'arte terapia, strumenti per un percorso di cambiamento attraverso il gruppo
Dipartimento di Salute Mentale Unità Modulare Gattinara- Borgosesia
Silvia Castaldi, Pier Carla Fontana, Elisabetta Sola
9.20 La riabilitazione attraverso le diverse metodologie espressive Dipartimento di Salute Mentale di Novara
Massimo Buratti,Laura Borghetti, Giulia Molteni, Sonia Trucco,Cecilia Sacco, Rodolfo Dellara
9.40 Oggi mi piace tutto
Dipartimento di Salute mentale Arona-Borgomanero
Barbara Solini, Anna Oliver
10.00 Cortometraggio
Dipartimento di Salute Mentale di Biella
Maria Laura Colmegna, Erica Fre
10.20 Coffee Break
10.50 Condividere la voce
Massimo Fiocchi
11.10 Laboratori espressivi, esperienze di incontro.
Dipartimento di Salute Mentale del V. C. O.
sede operativa di Omegna
E.P. Barbara Fincato, I.P. Ezio Barbetta
DISCUSSIONE e conclusione della seduta plenaria
PAUSA PRANZO
14.00/16.00 Pups. Laboratorio artistico a cura di Asilo Bianco in collaborazione con DSM ASL NO
c/o Biblioteca
Ludiko
14.00/16.00 Chi è chi
c/o Ex Sala operaia
Teatro delle Selve con Anna Olivero
14.00/16.00 Danzarmonia
c/o Spazio Museale Palazzo Tornielli
Nadia Gagliardi della scuola La Comune Arte – Novara
14.00/16.00 Suono quindi sono. Musicoterapia
c/o Punto di Incontro G. Cristina
Liliana Vassallo
sono inoltre a disposizione dei partecipanti al corso i seguenti seminari :
14.30/16.00 Apiterapia. Il Miele e le sue proprietà terapeutiche
Osteria Santi Numi
Moreno Chinaglia, Naturopata
14.00/16.00 Son suono: Massaggio sonoro
c/o Palazzo Tornielli – Piano Nobile
Beatrice Ilg, Stefano Polistina
16.00 Esibizione dei cori “Gocce di musica” e “Kalicanto” dei centri diurni dei DSM Novara -Arona – Borgomanero
c/o Chiesa di San Giovanni
Massimo Fiocchi, Paolo Miglio, Caterina De Giorgi, Cinzia Scanu, Aline Arslanian, Ilaria Aina
16.00 Compilazione questionario di verifica per accreditamento ECM
16.30 Conclusione lavori