La crociata di Facebook contro le identità virtuali

Elmo1_wideweb__470x2790_3

di Diomira Cennamo

Molti utenti di Second Life adorano la propria identità di avatar così si iscrivono ad altri network online, come Linkedin o Twitter, utilizzando il nome del loro avatar. Ma gli entusiasti di Second Life che si registrano a Facebook sotto il nome del proprio alter ego digitale devono stare attenti: il Syndey Morning Herald riporta che Facebook sta chiudendo gli account che si sospetta non rappresentino i nomi reali (o, meglio, della Real Life).

 

La stessa testata segue la storia di Elmo Keep, che è stato bandito dal sito senza preavviso quando i funzionari di Facebook hanno sospettato che il suo nome (che però è…reale!) fosse falso. Soltanto fornendo copie di documenti d’identità ufficiali a Facebook la donna è riuscita a far ripristinare il proprio account. Il direttore generale di Facebook Sheryl Sandberg ha chiarito che “non si può essere su Facebook senza essere se stessi”. Oppure, ha aggiunto perentoria, “Vi cacciamo fuori”. Non è possibile dire quante siano le false identità su Facebook, ma c’è da scommettere che on siano poche. Intanto, il Syndey Morning Herald ha pubblicato alcuni nomi illustri erroneamente cacciati fuori dal social network: il blogger politico americano Jon Swift, l’autore giapponese Hiroko Yoda, il parlamentare inglese Steve Webb, il graphic designer australiano Beta Yee, che rientrano in una lista con nomi quali Podcast, Beaver, Jelly, Beer e Duck. Sicuramente il mondo dei frequentatori del metaverso non vedranno di buon occhio il mancato riconoscimento delle proprie identità virtuali, che spesso hanno connotazioni ben precise e svolgono attività indipendenti dal proprio pigmalione in real life. Di certo, con questo provvedimento, Facebook si dimostra inadeguato a raccogliere nella propria rete anche queste identità. Che pare abbiano invece molto da dire di sé anche nel mondo reale. Ma è solo uno degli esempi di incomunicabilità tra mondi reali e mondi virtuali. La domanda è: durerà molto? Il fatto che certe persone sentano l’esigenza di far conoscere nella vita ‘reale’ ciò che fanno nella loro dimensione ‘virtuale’ indica probabilmente che si sta cominciando a sentire l’esigenza di abbattere questa barriera.

Fonte: Second Life Reuters

Nella foto, Elmo e l’omonimo personaggio dei Muppets, che deve aver depistato gli ‘ufficiali’ di Facebook

  Post Precedente
Post Successivo