Da Le Città Invisibili… a Le Aziende InVisibili, 29. Il fondamento letterario, parte quinta

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C’è infine un terzo, importantissimo, componente da considerare: l’apparato grafico realizzato attraverso immagini tratte dall’opera di Luigi Serafini, a partire dal celeberrimo Codex Seraphinianum, opera definita in una recensione dello stesso Italo Calvino “l’Enciclopedia di un visionario”.

L’universo de Le Aziende In-Visibili si arricchisce così ulteriormente di significati ma allo stesso tempo fornisce nuove  possibili chiavi di lettura del percorso artistico di Serafini. Ha commentato l’artista: “Con l’inserimento di immagini del Codex e delle mie cose successive ad illustrare il nostro romanzo collettivo (di cui Serafini ha scritto anche un episodio, ndr) si è in qualche modo chiuso un cerchio narrativo, come accade nel Manoscritto trovato a Saragozza:  da Calvino al Codex a Calvino.”

Aggiungo che il cerchio si chiude anche dal punto di vista dello stile narrativo: le tecniche della campionatura, scansione, frammentazione e ricomposizione dell’immaginario serafiniano, con un approccio quasi da deejay rapper o da videoclipper, sono state utilizzate con una modalità analoga a quella messa in campo per scomporre e riscrivere Le Città Invisibili  e  tutta l’opera narrativa e saggistica di Calvino –  in questo caso però al fine di miniare, come se fosse un incunabolo medioevale, un contemporaneo “codex”,  il testo del romanzo (che diventa così un “romanzo a colori”, riprendendo e portando a più maturo compimento il metodo sperimentato nel 2002 con L’impresa shakesperiana interpretata graficamente da Milo Manara, al culmine di una collaborazione durata una decina d’anni, ma anche nel 2006 con Nulla due volte, testo “fotografato”in bianco e nero  da Fabiana Cutrano – senza dimenticare l’esperienza, nel 2003-2005, di Personae, durante la quale ho potuto avvalermi dell’apporto di illustratori del calibro di Guido Scarabattolo, Manuela Bertoli, Julia Binfield, Pierluigi Longo, Francesco Bazzurro, Beppe Giacobbe, Michele Tranquillini, Steven Guernaccia, Anna e Elena Balbusso, Paolo Guidotti, Valeria Petrone, Adelchi Galloni, Nora Krug, così come le sperimentazioni avviate dalla fine del 2007 sul questo Metablog, con la pubblicazione on line di opere di artisti quali Stefano Faravelli e Davide Fantone, oltre che dello stesso Luigi Serafini).

Tutti questi elementi aprono la possibilità di tracciare innumerevoli percorsi di lettura all’interno del testo, come avviene in un ipertesto su Internet (e nel visionario Ruyela di Cortazar). Si può procedere nella lettura non solo seguendo la numerazione progressiva degli episodi, ma anche l’ordine numerico degli Esagrammi ad esempio, o la rotta seguita da Deckard sulla mappa dell’Astrogramma. Anche per questo motivo la grafica del volume richiama quella di una Intranet Aziendale, in particolare di uno di quei Tableau de Bord a supporto dei processi decisionali, ricchi di dati, grafici e tabelle, aggiornati in tempo più o meno reale, che i manager delle grandi aziende ben conoscono. La parte larga di ogni pagina accoglie il testo del romanzo, mentre in quella più stretta una “In-Visible Scorecard” segnala alcuni indicatori per la sua gestione (lettura ed interpretazione): il numero progressivo dell’episodio, la posizione in Astrogramma dell’Azienda In-Visibile ivi descritta, l’Esagramma correlato nella versione Boaz o Jakin, il link con l’originale calviniano, eccetera. Se qualcuno vuole vedere in questo una ironica rappresentazione dell’illusione (non solo) manageriale del controllo totale sulla realtà, è libero di farlo – anzi decisamente incoraggiato.

In apertura: La Donna Carota, di Luigi  Serafini

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