Dopo la presentazione ufficiale al Pisa Book Festival, da oggi è disponibile su Amazon, iTunes di Apple e Google Play (qui in versione pdf a prezzo scontato) Racconti invernali da spiaggia, Wikiromance in 118 (Pseudo)Instagrammi (edito dalla startup fiorentina GoWare), che consiglio fortemente di leggere tramite un iPad o un tablet.
Come recita il sottotitolo si tratta di
“Una Storia di Sesso e Amori Proibiti (di Morte, Se Preferite),
di Artisti Dannati (e Probabilmente Drogati),
di un Rollante Roc,
di un’Astronave Piena di Segreti
e di Molte Altre Stranezze”.
Ma di che “oggetto” stiamo parlando? Il Wikiromance in Instagrammi è una forma di storytellig transmediale che rappresenta l’evoluzione di miei precedenti tentativi di utilizzare per finalità narrative le nuove forme di comunicazione web based: il Blogromance (con La caccia di Arthur Cab), la Web Opera (sviluppo del romanzo collaborativo a colori Le Aziende InVisibili), il social learning trasmediale (Alice Postmoderna).
Nel Wikiromance in Instagrammi la narrazione si articola in moduli (Instagrammi) costituti da una immagine realizzata tramite Instagram con il mio iPhone5, corredata da un breve testo che può essere sia in prosa che in versi, spesso creato con la tecnica del mash up e del remix.
Ciascun Instagramma è quindi supportato da una serie di hyperlink (denominati in questo caso Comandi per Controllare il Cuore del Sole, da un celebre pezzo dei Pink Floyd che, insieme ad artisti come Beatles e Lou Reed, “firmano” la colonna sonora dei nostri Racconti) che consentono al lettore di approfondire i contenuti narrativi di volta in volta proposti.
Il primo esempio di Wikiromance in Instagrammi è offerto appunto dai Racconti Invernali da Spiaggia, evoluzione del Progetto Winter Beach Tales vincitore dei Digital Awards 2014 nella categoria Mobile Editorial nel Febbraio 2014.
Senza dubbio un progetto ambizioso. Per diverse ragioni: ad esempio, mentre il dibattito mainstream si focalizza sulla crescita esponenziale di una app come Instagram soprattutto per dimostrare che i social network creano disordini della personalità (fenomeno “selfie”), qui si esplora una strada innovativa per coglierne le potenzialità narrative ma anche educative.
L’idea di fondo riprende quella sviluppata da William Least Heat-Moon in Prateria, ovvero consiste innanzitutto nella scelta di un oggetto da narrare. Dico oggetto perché, come è noto, Prateria non narra una storia, bensì analizza un oggetto: un’area geografica del Kansas, una prateria nel centro esatto degli Stati Uniti. La descrizione della prateria, o meglio il settore messo a fuoco da Least Heat-Moon, la piccola Chase County, si polverizza in centinaia di storie, di tipo e portata diversi, mantenendo tuttavia la propria unitarietà a livello di struttura.
Allo stesso modo procedo nel mio esperimento narrativo: solo che, in questo caso caso, la porzione geografica presa in esame è il lungomare di Rimini (dal porto al bagnino numero 100) e le storie che vengono evocate non hanno l’intenzione di tracciarne una “mappa in profondità” (giusto il sottotitolo del libro di Heat Moon), ma di aprire ad un mondo fantastico che dai luoghi percorsi si allontanano anche sideralmente.
E questo proprio perchè per lo Humanistic Management (disciplina che insegno all’Università di Pavia dal 2004) il controllo totale del mondo, o di un pezzo limitato di mondo, anche tramite il suo racconto, è una mera illusione che permea la cultura occidentale da Esiodo fino a Melville, passando per il Robinson Crusoe di Defoe.
In questo quadro si snoda la trama dei Racconti, incentrata sui “frammenti di discorso amoroso”, certificati da puntuali riferimenti barthesiani, dei due innamorati Jay e Daisy (ma lei nel giorno dell’Armageddon si rivelerà essere un pericoloso Vampiro proveniente dallo Spazio Profondo) e sulle conversazioni fra gli altri personaggi, in alcuni casi esemplati su quelli del capolavoro di Lewis Carroll The hunting of the Snark, che si sviluppano fra profezie dell’Apocalisse, suggestioni felliniane, dibattiti filosofici ed esperimenti fantascientifici a tinte horror, fra le altre cose.
Ma soprattutto ogni instantanea offre la possibilità di un’esplorazione crossmediale dell’universo che da essa si genera. Si tratta di un vagare, sia mentale, sia conoscitivo, che avviene a partire dalla parola scritta, dalle immagini, dai collegamenti interni all’opera (in blu) e al web (in rosso). Il percorso narrativo diviene così percorso emotivo, che ogni singolo lettore può creare e ricreare in maniera originale e sempre nuova, quasi come in un videogame.
Racconti invernali da spiaggia, insomma, si inserisce nel filone progettuale crossmediale dello Humanistic Management, icasticamente sintetizzato dalla domanda: “What is the use of a book without pictures or conversations?”. Ovvero, come già ricordavamo qualche tempo fa, dalla prima frase articolata da Alice, nell’incipit di Alice in Wonderland. “A che serve un libro senza figure e dialoghi?”, che anticipa le forme contemporanee di comunicazione: il film, la televisione, l’ebook. E cosa è Facebook, il più rilevante fenomeno del web 2.0, se non un libro con immagini e conversazioni?
Un’ultima nota: il Wikiromance è anche costituito da diversi videoclip che recuperano vecchi file musicali della band di cui io ero il batterista: la playlist si trova qui insieme all’ebook trailer e alla lettura radiofonica di tre episodi.
RECENSIONI
Leggere a colori del 30 gennaio 2015
First online del 2 gennaio 2015
La repubblica del 28 dicembre 2014
Scritture (Discussione) del 23 dicembre 2014
Letterattitudine del 21 dicembre 2014
Satisfiction del 3 dicembre 2014
Storiacontinua del 1 dicembre 2014
The Mammoth’s Reflex dl 4 aprile 2015
Post Scriptum
A volere essere pignoli gli Instagrammi sarebbero 119 e non 118: ma anche i Tre Moschettieri erano quattro, giusto?