La trasparenza, principio fondamentale di una social organization
Fra le riforme della politica più frequentemente invocate vi è senza dubbio quella della trasparenza, principio fondativo di quella social organization per cui mi batto da anni, considerandola non solo un modello manageriale ma anche un nuovo modo di intendere la vita associata a tutti i livelli. Non a caso è una richiesta diffusa nell’opinione pubblica, rilanciata dai media, accolta da tutti i partiti durante la campagna elettorale permanente in cui viviamo e fatta propria dalle più alte cariche dello Stato. Per questi motivi seguiamo da tempo le iniziative di Openpolis, fra cui una proposta che coinvolge la principale istituzione rappresentativa del Paese, il Parlamento.
Commissioni Parlamentari: il cuore del processo legislativo Nei 5 anni della scorsa Legislatura, Deputati e Senatori sono stati impegnati nelle commissioni 3 volte in più di quanto non lo siano stati in Aula. Non è soltanto una questione quantitativa, di numero di ore trascorse in un posto invece che in un altro; ma soprattutto qualitativa. Nelle commissioni prendono forma i provvedimenti, si trovano gli accordi e vengono predisposti i testi che saranno poi votati in Aula.
Riforma Bipartizan: tutti i partiti coinvolti Per questo è fondamentale che le decisioni lì prese siano pubbliche e trasparenti e per ottenerlo è stata chiesta l’introduzione del voto elettronico e del resoconto integrale. Così saranno finalmente noti presenze, interventi e votazioni dei parlamentari nelle commissioni. Questo il contenuto dell’atto di riforma del regolamento della Camera che è stato presentato in Parlamento e che fra i primi firmatari annovera esponenti di tutti i partiti.
Open Lobbying: una richiesta trasparente e dal basso #ParlamentoCasadiVetro è una campagna che si svolge sopratutto sul web: attraverso il mini sito dedicato è possibile chiedere direttamente ai Parlamentari di aderire. Si sono così sviluppate migliaia di conversazioni, tutte consultabili e trasparenti, fra cittadini e politici alimentando anche un’onda lunga di discussione sui social network. Gli hashtag della campagna, #Openparlamento e #Parlamentocasadivetro sono stati in diverse occasioni fra i topic trend di Twitter.
La campagna promossa per aprire le commissioni parlamentari ha raggiunto in questi giorni un primo obbiettivo. I Deputati aderenti hanno presentato ufficialmente una proposta di modifica del regolamento della Camera per introdurre il voto elettronico e il resoconto integrale nelle commissioni. Di cosa si tratta esattamente? Lo abbiamo chiesto al Presidente della XII Commissione Affari Sociali di Montecitorio, Pierpaolo Vargiu, 56 anni, sardo, deputato di Scelta Civica. Radiologo e medico legale. Liberale, è stato dirigente nazionale dei giovani liberali e del PLI. Consigliere Regionale della Sardegna e capogruppo dei Riformatori-Liberaldemocratici, è stato portavoce di “Sardegna si cambia”, il movimento che ha vittoriosamente portato 525mila sardi a votare, nel maggio 2012, per i referendum contro le province e i costi della politica.
MM: Quale è l’obiettivo dell’iniziativa?
PV: Con l’iniziativa “Parlamento Casa di Vetro” l’associazione Openpolis, da tempo molto attiva sul fronte della trasparenza dei lavori parlamentari, punta ad aprire alla piena conoscenza dei cittadini i lavori delle Commissioni e delle Giunte della Camera.
Si tratta di un’azione di full disclosure che rappresenterebbe un significativo passo in avanti nei rapporti tra rappresentanti e rappresentati: è nelle Commissioni infatti che batte il cuore del processo legislativo, è lì che passano la maggior parte del tempo i parlamentari, è lì che per singole e specifiche aree tematiche si esprimono in maniera concreta le posizioni dei singoli partiti.
Openpolis con questa razionale campagna dal basso lancia una sfida costruttiva alla classe politica che da liberale raccolgo, sostengo e condivido. Qui si fa la trasparenza del conoscere per deliberare: è giusto che i cittadini sappiano in che modo avviene il processo formativo delle leggi e conoscano la posizione di merito del parlamentare che hanno contribuito ad eleggere. Ciò varrà ancora di più non appena il Parlamento avrà eliminato la vergogna del Porcellum e i parlamentari saranno nuovamente scelti dai cittadini!
MM: Quale è il beneficio concreto per i cittadini?
PV: Con pochi emendamenti viene sancito il principio della pubblicità dei lavori delle Commissioni, una pubblicità che non è uno spot, ne’ equivale ad un teatrino che, attraverso la diretta Tv, viene messo in scena a beneficio dello spettacolo. Grazie al resoconto stenografico, proposto da Openpolis in sostituzione del sintetico resoconto sommario, i cittadini avranno la possibilità concreta di maturare un’idea più ampia sul dibattito in Commissione. E la pubblicità del voto dei parlamentari permetterebbe a tutti di capire cosa pensano sui singoli provvedimenti.
Oggi, tutti guardano le rilevazioni delle presenze della Camera e di Openpolis per sapere quanto è presente la “casta”. È un indicatore di attività forse un po’ superficiale. Magari, grazie alle modifiche proposte da Openpolis cominceremmo a capire non solo se la casta è presente, ma anche come lavora.
MM: quali sono le forze politiche (se ne ve sono) che si oppongono e quali sono le loro ragioni?
PV: Ci sono due fronti bipartisan che potrebbero ostacolare questa riforma: paradossalmente uno è rappresentato proprio da coloro che sosterranno in modo “urlato” e strumentale la proposta, brandendo con virulenza la clava della trasparenza, agitandola come arma di divisione per farne una propria bandiera.
L’altra trincea di resistenti è presidiata da coloro convinti che le Commissioni siano il luogo dell’accordo segreto, del logrolling (voto di scambio in termini positivi) e che il loro operato debba per questo svolgersi con una certa discrezione. Ho ascoltato con interesse le ragioni, alcune comprensibili, di entrambe le parti e penso che molto più semplicemente tutti dovremmo capire che siamo di fronte solo a una battaglia di innovazione, di libertà e di buon senso.
MM: Se è davvero così importante, perchè la proposta solo adesso è una realtà (questa domanda i cittadini comuni se la pongono su una lunga serie di questioni, gradirei quindi una risposta specifica e non “politica”… nel senso deteriore del termine)?
PV: Perché l’esigenza di trasparenza si è fatta più forte negli ultimi anni non solo per la spinta più o meno indignata dei cittadini, ma perché è aumentata la consapevolezza anche all’interno della classe politica. Il fortino non esiste più, oggi il principio dell’accountability vale in diretta, ogni secondo, non più soltanto a fine mandato. Grazie ai molti strumenti a disposizione dell’interesse legittimo e, qualche volta anche della curiosità, il cittadino fa zapping ogni giorno nell’operato di ogni parlamentare.
Siamo di fronte a una nuova modalità di partecipazione politica, più sincopata, costantemente in bilico tra l’on e l’off, ma mai disconnessa. Una classe politica moderna deve capirlo, non perché uno vale uno, ma perché uno vale per cento. La democrazia è delega e ogni delega va assolta in piena fiducia.
MM: entro quanto tempo ragionevolmente la proposta potrebbe entrare in vigore?
PV: Sarebbe ragionevole presentare le proposta di modifica in un testo unificato, assieme alle altre proposte oggi all’oggetto della Giunta per il Regolamento. Sarà il collega Catania a seguire i lavori in Giunta e Scelta Civica non farà mancare il suo contributo a sostegno di questa causa.