RIZOM@: Intervento di Claudio Catalano

di Brain 2 Brain*

RIZOM@ – Convergenze fra Arte e Scienza, Seconda Parte from MarioEs on Vimeo.

Claudio Catalano, architetto, nel suo intervento ci ha parlato di architettura, simbolo e scienza e di visione ecologica contrapposta ad una visione meccanicistica.
Il simbolo, ci ha detto Catalano, può essere considerato un mezzo per generare dei significati e delle metafore e nella sua accezione più semplice è un “mettere insieme” delle parti e quindi costituisce un ponte fra ambiti di rappresentazione diversa del reale.

 


Il simbolismo scientifico rappresenta il substrato ed il linguaggio dove delle intuizioni vengono formalizzate ed analogamente avviene per quanto concerne l’edificazione del nostro ambiente.

Alla base di ogni processo creativo, sia esso nel campo scientifico che in quello architettonico piuttosto che in quello artistico, vi è l’intuizione che attraverso un apparato simbolico viene riportata al mondo e resa fruibile.
La scienza, oltre ad essere “cultura del fare” (o eresia come direbbe Licata) è soprattutto generatrice di “visioni del mondo” che sono molto importanti per il nostro modo di relazionarci alla realtà stessa.

Catalano ha evidenziato che oggi il nostro ambiente costruito risente di una profonda separazione fra spazi e significati, dove gli spazi stessi obbediscono a leggi basate su speculazioni economiche e ingabbiamenti schematici che risalgono ad una concezione cartesiana e meccanicistica del mondo.

Concepire il simbolo come punto di unione fra ambiti diversi del sapere significa ridefinire i nostri rapporti con il mondo stesso, anzi con mondi che hanno i loro significati abbastanza ben definiti che come delle bolle di sapone, però, possono entrare in collisione compenetrandosi e dando vita ad intermondi che possono fornire ulteriori significati.

Lo spazio costruito dell’antichità è stato espressione simbolica dell’ordine del mondo; la correlazione al cosmo mediante l’imitazione, ad esempio, è una caratteristica non esclusiva degli edifici ma anche degli agglomerati urbani.
Nella foto sottostante è rappresentata la pianta di Palmanova, classico esempio di città di fondazione, dove questa struttura platonica è ben definita.

Il simbolo architettonico è dato in relazione a modelli del mondo definiti secondo teorie sulla natura dell’universo, quindi l’edificio ha in tal modo una funzione di ponte fra la percezione sensibile e quella sovra-sensibile.
La forma costruita delimitata secondo rapporti dimensionali e definiti si contrappone alle forme naturali, quindi diventa misura della natura stessa.

Nell’antichità lo spazio generato dalla costruzione, separato dallo spazio esterno, contapponeva l’ordine al caos e gli astri stessi erano dei simboli che rappresentavano l’eternità nel loro movimento ciclico attorno ad un punto fisso.
La volta celeste quindi delimitava lo spazio e il movimento degli astri ne misurava il tempo.
Il simbolo è una rappresentazione schematica di un’insieme di idee, quindi ogni simbolo fa parte di una trama di interrelazioni.

Un edificio è un simbolo in senso metafisico quando il suo aspetto fisico e la sua forma sensibile sono similitudini di paradigmi metafisici che derivano da principi che stanno oltre la capacità dei sensi. L’atto della creazione di un concetto procede di pari passo con l’atto del fissarsi in qualche simbolo.

Ma come entrano in contatto il linguaggio simbolico della scienza, dell’arte e dell’architettura e come possono influenzarsi?
La risposta è forse banale: abbiamo bisogno di ritrovare un’unità perduta fra noi e la natura, fra noi ed il creato.
Galimberti nel suo libro “La terra senza male” parla di nostalgia di un cosmo separato dal Logos dove però c’è stato un tempo in cui l’essere umano si sentiva intimamente connesso con l’universo mentre oggi “l’uomo non è più di casa sulla terra”.

C’è da chiedersi in tal senso come possono le teorie scientifiche avere un ruolo nella nostra “ripresa” dell’ambiente abitato.
L’architettura del Novecento, ci dice Catalano, è stata caratterizzata da una separazione molto forte fra uomo ed ambiente dove prevale la fruizione funzionale ed utilitaristica dello spazio costruito rendendo l’ambiente metafora di una macchina.
Questa visione della realtà ha portato alla creazione di agglomerati urbani senza alcun legame con il “mondo esterno”, il contesto naturale è scomparso per dare spazio all’artificio.

Nell’antichità scienza, architettura e religione erano in stretta relazione, mentre l’arte e l’architettura del XX secolo hanno generato un simbolismo che deve molto alla scienza, come ad esempio una nuova visione dello spazio dovuta alla teoria della relatività.
Nel cubismo, ad esempio, l’apparato simbolico rende visibile quasi in modo didascalico la portata della teoria della relatività che con altri sistemi descrittivi non potrebbe essere agevolmente interiorizzata.

Il simbolismo contemporaneo che lega scienza e mondo sensibile può essere rappresentato dal concetto di rete assimilabile ad una connessione infinita di cause (es. la Torre dei venti di Toyo Ito del 1986 che prende forma in rapporto al mondo esterno).

La fisica quantistica, invece, non ha avuto influenza nei modi di fruizione dello spazio costruito con la sua visione di una interconnessione profonda.
Sappiamo che l’osservatore non può essere separato dal mondo osservato e quindi misurato, per cui ne consegue che:
1. in primis non siamo separati dal nostro ambiente ma la nostra interazione con esso contribuisce a definirlo e a cambiarlo e
2. osservando la realtà secondo un rapporto soggetto-oggetto ne privilegiamo delle parti a scapito di altre per poterle comprendere e ciò comporta una progettazione del territorio disorganica.

Bisogna concepire l’ambiente come un organismo in trasformazione, ma come trasferire i concetti di interdipendenza fra uomo e ambiente, fra osservatore ed osservato nel settore dell’edificazione dello spazio abitato?

Gli insediamenti antichi sono dei sistemi naturali auto-organizzati dove uomo ed ambiente sono in stretta correlazione e i materiali da costruzione provenivano dal contesto naturale e i metodi costruttivi dalla tradizione e quindi dei veri e propri ambienti ecologici (es. Shibam nello Yemen organizzata in funzione della possibilità di smaltire i rifiuti tramite un apposito sistema idraulico, trasformare le sabbie in terreno fertile che a sua volta serve a costruire la città stessa- una autopoiesi del sistema).

Altri esempi sono i trulli in Puglia e i nuragi in Sardegna, veri e propri organismi viventi.

La concezione sistemica della vita conduce ad una concezione di ecologia profonda che non separa gli esseri umani dall’ambiente naturale (come dice Fritjof Capra nel suo “La scienza della vita”) e non separa gli uomini fra di loro.
Per “riconquistare” la nostra umanità occorre ri-connettersi con la “trama della vita” distaccandosi dall’antropocentrismo.

Catalano poi ci ha parlato di un suo progetto del 2009 intitolato “Jungle Town” (a Dubai), un esperimento di approccio eco-sostenibile per la realizzazione di una vita comunitaria basata sull’interazione uomo-ambiente attraverso la progettazione di un organismo complesso dove sono predominanti i flussi di energia che lo rendono una struttura con proprietà emergenti simili ad un organismo vivente secondo un approccio progettuale sistemico che tiene conto dell’evoluzione che un insediamento ha nel tempo.

Non più, quindi, il progetto razionalista che prevede di dare forme e regole che si applicano in un dato momento ideale di partenza.
In questo progetto predomina l’aspetto locale su quello globale e naturale ed artificiale sono in intima connessione.

Per quanto concerne le nostre città, già in qualche modo “condizionate dalla loro evoluzione”, Catalano suggerisce di superare l’approccio “retinocentrico” a favore di un’immersione polisensoriale anche supportata dalla rete e dalla nuove tecnologie della “augmented reality” al fine, in ultima battuta, di viverle pienamente e non come una “cartolina”.

Un sentito grazie di cuore a Claudio e a risentirci presto!

 

* Brain 2 Brain è Arcana Jansma e Zygmunt Ballinger (aka Mario Esposito)

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