Il “Romanzo a colori”: impreziosito dalle illustrazioni di Luigi Serafini, è stato scritto da un centinaio di personalità dell’economia e della cultura virtualmente costituenti la Living Mutants Society. La sfida che hanno accettato: racchiudere la propria conoscenza umana e professionale in un’opera narrativa collettiva, ispirata alle celebri Città Invisibili di Italo Calvino.
Da una parte, infatti, ogni episodio è concepito quale travestimento di una delle Città; dall’altra, i sogni, le emozioni, le visioni dei personaggi danno vita ad una storia liquida, scaturente dalla conversazione fra l’Amministratore Delegato di una Corporation e il suo Direttore del Personale, riscrittura dei dialoghi calviniani fra Marco Polo e l’Imperatore Cinese. In accordo con la riflessione sullo Humanistic Management sviluppata negli ultimi anni da Marco Minghetti (ideatore e coordinatore dell’opera, nonchè autore di alcuni episodi), la struttura del volume riflette la molteplicità dei piani comunicativi: come in un impossibile “ipertesto barocco” il soundtrack, il link alle Città Invisibili, gli Esagrammi dal Libro dei Mutamenti Organizzativi, la posizione di ogni Azienda nell’Astrogramma, indicati nelle In-Visible Scorecards, tracciano innumerevoli percorsi di lettura. Una scrittura mutante, che travalica le distinzioni fra scrittori e manager, fra sociologi e attori, fra filosofi ed economisti, fra musicisti e designer.
Marco Minghetti | Autore di numerosi articoli e saggi, è manager in una delle più importanti aziende italiane e docente di Humanistic Management presso l’Università di Pavia. Fondatore e per molti anni direttore editoriale di «Hamlet», rivista dell’Associazione Italiana per la Direzione del Personale, ha raccolto questa esperienza nel volume L’impresa shakespeariana (Etas 2002), illustrato da Milo Manara. Ha pubblicato inoltre, con Fabiana Cutrano, il Manifesto dello Humanistic Management (Etas 2004) e Nulla due volte. Il management attraverso le poesie di Wisława Szymborska (Libri Scheiwiller 2006).
The Living Mutants Society: Massimo Acantora Torrefranca, Armando Adolgiso, Andrea Amerio, Giuseppe Antonelli, Giovanni Anversa, Sisina Augusta, Gloria Bellicchi, Chiara Beretta Mazzotta, Alessio Bertallot, Enrico Bertolino, Domenico Bodega, Francesco Bogliari, Cinzia Bomoll, Caterina Bonetti, Aldo Bonomi, Elisabetta Bucciarelli, Leonardo Buzzavo, Luciano Canova, Diomira Cennamo, Pepa Cerruti, Antonella Cilento, Innocenzo Cipolletta, Paolo Costa, Annalisa Decarli, Franco D’Egidio, Giorgio Del Mare, Stefano Delprete, Antonio Fazio, Paolo Ferrarini, Marcello Foa, Andrea Fontana, Paolo Gai, Nicola Gaiarin, Alberto Garutti, Gi(ov)anni Gasparini, Emilio Genovesi, Lucilla Giagnoni, Michele Governatori, Andrea Granelli, Gianmichele Lisai Senes, Maria Ludovica Lombardi, Giuseppe Longo, Pina Luciani, Pierfrancesco Majorino, Francesca Marzotto Caotorta, Armando Massarenti, Massimo Maugeri, Gianna Mazzini, Mariagrazia Mazzocchi, Paolo Melissi, Rossella Milone, Francesco Morace, Franco Morganti, William Nessuno, Andrea Notarnicola, Valeria Novellini, Josephine Pace, Michele Pacifico, Roberto Panzarani, Elisabetta Pasini, Walter Passerini, Massimo Pietroselli, Valentina Pisanty, Federico Platania, Alberto Provenzali, Adriana Quaglia, José Rallo, Enzo Riboni, Alessandro Rinaldi, Isabella Rinaldi, Dario Rinero, Valeria Rossi, Pier Aldo Rovatti, Enzo Rullani, Giulio Sapelli, Paolo Savona, Luigi Serafini, Andrea Sgarro, Antonio Staglianò, Antonio Strati, Cristina Tagliabue, Giovanna Tinunin, Piero Trupia, Francesco Varanini, Pino Varchetta, Luca e Laura Varvelli, Elena Varvello, Walter Veltroni, Amalia Vetromile, Carmelo Vigna, Gianpietro Vigorelli, Roberto Vittori, Alessandro Zaccuri, Anna Zanardi, Antonio Zoppetti
La citazione: “Le tue aziende non esistono, Deckard. Basta raccontare balle. So bene che la Corporation sta marcendo, minata dalla vanità che uccide il talento, dall’invidia che diventa mobbing, dall’ambizione di una dirigenza psicolabile e demente. Perché non mi parli di questo?”
La recensione su Booksweb: (video)
L’incipit della recensione su Letterattitudine (sito letterario de L’Espresso):
Tempo fa Marco Minghetti mi parlò di questa sua idea: “Le Aziende In-Visibili“. Quando mi chiese se ero disponibile a dargli una mano, accettai con entusiasmo.Si tratta di una sfida molto ambiziosa a cui hanno lavorato un centinaio di personalità dell’economia e della cultura (scrittori, manager, sociologi, attori, filosofi, economisti, musicisti e designer) virtualmente costituenti la Living Mutants Society. La sfida che hanno accettato è stata quella di mettere a disposizione la propria conoscenza umana e professionale in un capitoletto di un’opera narrativa collettiva, ispirata alle Città Invisibili di Italo Calvino.Al posto di Marco Polo e l’Imperatore della Cina, troverete a dialogare l’Amministratore Delegato di una Corporation e il suo Direttore del Personale: una cornice che utilizza la metafora dell’azienda per parlare della nostra contemporaneità.
A me è stato proposto di tradurre, nella sezione Le aziende e i morti, la città calviniana di Adelma (Episodio n. 78 del volume). Ancora una volta ho accettato con entusiasmo, proponendo una sfida nella sfida: mescolare la mia scrittura a quella di Calvino (operazione rischiosissima), e paragonando il licenziamento di un lavoratore a una sorta di trapasso. Di seguito vi proporrò il testo dell’episodio da me tradotto. Vi invito a leggerlo e a commentarlo.Subito dopo vedrete la prima pagina di questo “romanzo a colori”, impreziosito dalle immagini di Luigi Serafini, e avrete la possibilità di leggere ampi stralci della prefazione di Marco Minghetti”.
La presentazione alla Triennale di Milano (estratti video)