Come vengono influenzate le nostre modalità di approccio agli acquisti dalla rete e in particolare dalle risorse 2.0? I sociali network, i blog, le piattaforme wiki hanno in qualche modo modificato le nostre abitudini di spesa? E se le hanno modificate, in che modo lo hanno fatto?
Che il web sia una grande risorsa per gli imprenditori e per i piccoli e medi venditori è ormai assodato: dai colossi come e bay ai piccoli siti specializzati tutti abbiamo avuto modo di confrontarci con le offerte on line. Ma la rete offre nuove possibilità anche ai consumatori? Da blogger mi è capitato molto spesso di imbattermi in siti di consumo responsabile, in blog interamente dedicati alla condivisione di informazioni sulle spese e di discussione sulle opportunità offerte dalla rete (con link a siti e forum di settore), ma anche nelle pagine di alcuni creativi che propongono le loro idee “underground” e un pò indie attraverso il mercato internazionale del web (artisti nel campo musicale, giovani stilisti, designer…).
Ho deciso così d’intervistare un gruppo di persone formato da utenti Facebook e bloggers per vedere che tipo di relazione avevano con il commercio via web: ad oggi è presto per poter trarre delle conclusioni, ma ritengo interessante condividere questo primo passo, sperando di sviluppare in altri post-intervista questi ampi quesiti.
La maggioranza delle persone intervistate ha dichiarato di connettersi quotidianamente al social network preferito e di non utlilizzare una sola risorsa 2.0, ma un molteplicità di siti (attivamente e passivamente) che spaziano da youtube ad anobii, da wordpress a wikipedia.
Quasi nessuno però ha mai cliccato sui banner pubblicitari presenti su questi siti ed i pochi che dichiarano di averlo fatto, comunque sporadicamente, portano come motivazione la curiosità, senza che questa visita abbia avuto come esito un acquisto reale.
Diverse invece sono le motivazioni che spingono gli utenti a fare acquisti on line (da siti dove si recano “a colpo sicuro” appositamente per realizzare una spesa): alcuni lo fanno per comodità (poter effettuare compere in orari flessibili, ricevere la merce direttamente a casa…), altri per la scarsa reperibilità di determinati prodotti sul loro territorio, altri ancora per la convenienza. Grande importanza viene data alla possibilità di confrontare, con un semlice click, i prezzi del prodotto, individuando così il “luogo” più conveniente dove acquistarlo.
Un altro fattore da valutare è la possibilità, tipicamente 2.0, di scambiarsi informazioni sul prodotto con altri utenti, tramite forum e commenti: il confronto con altri acquirenti fa sentire più sicuri degli acquisti che si vogliono realizzare e della effettiva qualità del bene in questione. I prodotti più acquistati on line sembrano essere quelli tecnologici (per il costo inferiore), i libri e i beni artistici in generale (per una maggiore facilità nel reperimento delle opere) e l’abbigliamento (per entrambi i fattori).
Negative invece sono state le risposte riguardo la frequentazione abituale di siti specializzati in consumo responsabile: quasi nessuno degli utenti ha dichiarato di farne uso e coloro che li conoscono non li utilizzano frequentemente. Alla domanda riguardo la maggior consapevolezza che la rete sembra offrire riguardo le spese, una buona percentuale degli intervistati ha risposto che effettivamente si sente più “partecipe” più “parte attiva” nella scelta dei prodotti, ma in generale non si ritiene che questo comporti una maggiore maturità nell’ambito dell’acquisto: si compra sempre sotto un’impulso di altri media, si bada poco al commercio responsabile e se si fa uso frequente della rete è per le possibilità di risparmio e di reperimento (quindi elementi legati ad una resa personale) piuttosto che per l’informazione e la scelta ragionata.
Scritto dalla personalità mutante di: Caterina Bonetti