Fisiopatognomoscopia : Intervallo (Lo spazio mentale della retta, del piano, del solido)
di Piero Trupia
Portare avanti il discorso sulla fisiopatognomoscopia richiede, di tanto in tanto, una sosta per aggiornare e riordinare il viatico di provvigioni per il viaggio, soprattutto idee. In questa sosta ci procureremo le idee della rivoluzione cubista che ha rimpiazzato lo spazio fisico esterno e fattuale con uno spazio mentale dei vissuti spaziali, uno spazio fenomenologico costruito dal soggetto. I prodromi di questa rivoluzione sono in Cézanne e più evidenti in La Montagne Sainte-Victoire del 1904-1906, mentre la proclamazione effettiva si ebbe con Les Demoiselles d’Avignon di Picasso, nel 1907.
Lo spazio cubista è quello appreso coscienzialmente nelle sue componenti strutturali, oggi anche sperimentalmente riscontrabili al livello atomico e subatomico.
Il germe culturale è l’idea di “cosmo”, ordine, sinonimo di mondo, con la quale i greci reagirono all’idea fin allora dominante, accolta da Democrito, di “caos”. Galilei esplicitò analiticamente la visione cosmica nel modello di una natura geometricamente scritta, non più smentita fino a giungere al ripensamento posteuclideo del costruttivismo matematico tra otto e novecento.
Il cubismo che comunemente viene visto come violenza sulla natura è, al contrario, un tributo pagato alla sua razionalità, presente e visibile anche sotto le forme teatralmente capricciose del barocco e del rococò, mentre un cubismo ante litteram è quello delle arti primitive africana e iberica. La cubista fu una presa di posizione contro corrente in un’epoca in cui la filosofia imponeva, con il neopositivismo, la cancellazione del significato e, con il nichilismo,la distruzione dell’idea stessa di ragione, mentre il programma husserliano della filosofia come scienza forte veniva immediatamente usurato con sofismi dal suo allievo di successo Heidegger.
In pittura la visione cubista risulta da una scomposizione della figura e da una sua restituzione nella bidimensionalità della tela,così come una proiezione di Mercatore riduce senza tradirla ad una superficie piana la rotondità del globo terrestre e le sue infinite apparenti irregolarità.
Un’operazione euristica dunque quella cubista, potenziata dalla moltiplicazione del punto di vista, così che una figura umana ci può apparire nella stessa immagine di fronte e di profilo, con gli occhi che guardano in diverse direzioni e il naso che s’impone sul volto con una sua stereometrica magnificenza.
Si hanno varie forme di cubismo: analitico – decostruisce gli oggetti nei componenti elementari privi di significato proprio – sintetico – fa il cammino inverso, inserendo nel dipinto pezzi di realtà – scientifico – rispecchia le suggestioni della nuova geometria -, fisico – ? – istintivo – attinge all’intuizione -, orfico – apre all’intuizione della vita interiore.
Il cubismo è una manifestazione del carattere meta di ogni sguardo sul mondo, quando non è condizionato dall’ apparenza fattuale – il sole che ruota intorno alla terra – e non è ottenebrato dal saputo, lo sguardo di un uomo presente e loquente nel mondo.
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