Da Le Città Invisibili… a Le Aziende InVisibili, 25. Il fondamento letterario

Porco_mondo_showLe Aziende In-Visibili si pone, sotto il profilo della teoria letteraria, nell’ambito di quella “letteratura potenziale”, diretta discendente della Patafisica di Jarry, di cui Calvino fu, come è noto, un attivo aderente. Da una delle numerose sottocommissioni del Collegio di Patafisica, fondato da Queneau e altri nel 1948, infatti, deriva il Laboratorio di Letteratura Potenziale (Ou Li Po, Ouvroir de Littérature Potentielle).

Il laboratorio nasce il 24 Novembre 19 60 nella cantina del “Vero Guascone”, ad opera degli stessi Queneau e Le Lionnais, con lo scopo dichiarato di studiare la letteratura che ancora non esiste, o meglio, che esiste solo in potenza. L’OuLiPo concepisce la letteratura come applicazione della matematica e dei giochi alla creazione letteraria, e analizza opere del passato alla ricerca delle strutture generative soggiacenti, con particolare attenzione ai procedimenti matematici, agli elementi ricorsivi e agli aspetti formali . Insomma, per questa emanazione letteraria del College de Pataphisyque, la missione consiste nella quadratura del cerchio letterario: coniugare rigore (concretezza, direbbe De Masi) e fantasia.

Alla base delle creazioni dell’OuLiPo, ci sono le cosiddette contraintes: costrizioni, regole, vincoli autoimposti che dovrebbero stimolare anziché – come a prima vista potrebbe sembrare – reprimere la creatività degli autori. I membri dell’OuLiPo, tra cui ricordiamo almeno Georges Perec, Jacques Roubaud, Harry Matthews e appunto Italo Calvino, inventano nuove strutture narrative lavorando sui limiti e le possibilità del linguaggio: nel 1947, Queneau scrive il suo libro oulipiano più celebre, gli Exercises de style, novantanove variazioni condotte a partire da una storia fissa (un banalissimo incontro su un tram parigino, con una coda di pochissimo conto) regolate dal ricorso a determinate figure retoriche, deformazioni umoristiche o linguaggi tecnici. Gli esercizi sono tradotti, splendidamente, da Umberto Eco, che, accettando il vincolo della traduzione, interpreta alla perfezione lo spirito della creatività ingabbiata di Queneau: “Diciamo che Queneau ha inventato un gioco e ne ha esplicitato le regole nel corso di una partita, splendidamente giocata nel 1947. Fedeltà significava capire le regole del gioco, rispettarle, e poi giocare una nuova partita con lo stesso numero di mosse”. Lo stesso gioco che si propongono di giocare i  contributori de Le Aziende In-Visibili rispetto al “testo a fronte” rappresentato da Le Città Invisibili.

Con una difficoltà in più. Il Piano dell’Opera si è consolidato innanzitutto intorno all’ipotesi di realizzare la riscrittura della cornice calviniana, costituita dai dialoghi fra Marco Polo e l’Imperatore che aprono e chiudono ciascuno dei 9 capitoli de Le Città Invisibili. Prendendo spunto dall’idea narrativa che sta alla base de Il Responsabile delle Risorse Umane di AbrahamYehoshua mi sono assunto il carico della loro trasformazione in una conversazione fra l’Amministratore Delegato di una Corporation e il suo Direttore del Personale. Questa “traduzione” è stata quindi offerta come frame di riferimento unitario a tutti i co-autori delle 110 Aziende In-Visibili, ovvero due per ognuna delle 55 “Città Invisibili” del romanzo.

Le Aziende In-Visibili mantiene, in prima battuta, anche l’organizzazione concettuale de Le Città Invisibili, come è noto articolate intorno ad undici diverse categorie di città, ognuna dal nome di donna, che presentano, nella mappa dell’Impero di Kublai Kan descritta da Marco Polo, ciascuna cinque varianti:

Le città e la memoria Le città e il desiderio Le città e i segni Le città sottili Le città e gli scambi
DiomiraIsidora

Zaira

Zora

Maurilia

DoroteaAnastasia

Despina

Fedora

Zobeide

TamaraZirma

Zoe

Ipazia

Olivia

IsauraZenobia

Armilla

Sofronia

Ottavia

EufemiaCloe

Eutropia

Ersilia

Smeraldina

 

Le città e gli occhi Le città e il nome  Le città e i morti Le città e il cielo Le città continue Le città nascoste
ValdradaZemrude

Bauci

Fillide

Moriana

AglauraLeandra

Pirra

Clarice

Irene

 MelaniaAdelma

Eusapia

Argia

Laudomia

EudossiaBersabea

Tecla

Perinzia

Andria

LeoniaTrude

Procopia

Cecilia

Pentesilea

OlindaRaissa

Marozia

Teodora

Berenice

Il medesimo schema è rispecchiato (nel senso di replicato e insieme duplicato) ne Le Aziende In-Visibili, poiché è facile vedere come ciascuna categoria calviniana si presti ad una riflessione, morale, estetica, politica, sociologica, e dunque al tempo stesso manageriale, coerentemente con i principi dello Humanistic Management/Mindset – non a caso Renzo Piano, nell’intervista introduttiva al volume Le città visibili (Electa 2007), catalogo dell’esposizione, ispirata a Calvino, dedicata ad illustrare i capolavori del grandissimo architetto italiano, parla della sua disciplina negli stessi termini: “L’architettura – afferma-  ha diverse dimensioni: artistica poetica, espressiva, sociale, economica, umanistica, scientifica.”

Complessivamente il mosaico del romanzo è costituito da 128 episodi: 110 Aziende In-Visibili (ciascuna affidata ad un autore diverso, salvo una decina che ho scritto io) più le 18 semi-cornici che aprono e chiudono i 9 capitoli. Questo schema mi sembra estremamente soddisfacente, per varie ragioni. In questa sede vorrei però sottolineare soprattutto come tale schema sia coerente con lo spirito di Calvino che, secondo molti interpreti, fonda la sua idea di scrittura proprio sul principio antinomico.

In apertura: Porco Mondo Show, di Luigi Serafini

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