Nascondimento: è l’area dell’A-leteia (dal greco lantano, nascondere) della Verità che va dis-velata, il senso etico che deve essere a fondamento di qualsiasi comunità associata, quindi anche di quella imprenditoriale (cfr. Trupia ne Il Manifesto dello humanistic management).
E’ la Corporate Social Responsibility che si esercita verso i dipendenti, la comunità locale, l’ambiente (vedi anche alla voce Continuità). Nella filiera produttiva basata sul coinvolgimento di molte e diverse persone (risorse umane interne, fornitori, clienti, distributori, consumatori) il management diventa connettore e meta-organizzatore: genera governance proponendo soluzioni e cercando dialoghi, più che prendendo decisioni autosufficienti e gerarchiche.
Rischio diffuso e accesso condiviso corrispondono ad una organizzazione esplorativa, che, attraverso l’azione degli attori che la popolano, non conserva un ordine dato, ma che si mette in condizione di rigenerare di volta in volta – ed anche pericolosamente – un ordine emergente dal basso, dalle iniziative plurali dei molti soggetti e dei molti gruppi, e soprattutto un ordine, una Verità, cui sono i soggetti stessi a conferire senso e validità.
Il tema della Verità e dei modi in cui può essere detta è dunque al centro del nostro romanzo collettivo. Nell’Episodio 107 ad esempio…..
“Bill H. Fordgates possiede il Libro dei Mutamenti Aziendali, l’elenco dei modi in cui la Nuova Corporation può dirsi.
Il modo continuo dell’impermanenza, per il quale l’azienda esiste nella misura in cui riconosce come proprie e si riflette nelle linee del volto in perenne evoluzione tracciate dal presente che oggi abbraccia la realtà di ieri e quella di domani nel suo perpetuamente metamorfico orizzonte.
Il modo ricordato e profetico del sogno, che plasma l’impresa finché non si dissolve nell’ombra cupa di un desiderio perduto, nel contrasto di una motivazione non più radicata nella passione, nel vacuo biancore di una Missione retorica, o banale.
Il modo interconnesso del significato, racchiuso non nei dati che l’elenco reca, ma nella capacità di dare profondità all’azienda che è nostra oltre la superficie, illusoria come un’incisione di Escher, delle aziende reali o possibili o immaginarie.
Il modo sottile della condivisione, secondo cui l’individuo non esiste se non nel quadro delle relazioni che stabilisce con gli altri, della convivialità, della partecipazione.
Il modo impalpabile e rapido della leggerezza, che consente di andare oltre a quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante e che appartiene invece al regno della morte.
Il modo sintonico e focalizzato della rapidità, che permette alla mobilità e alla sveltezza delle idee innovative, nate dalla partecipazione al mondo intorno a noi, di dare forma e contenuto alle fatiche interminabili di chi si applica quotidianamente alla loro realizzazione.
Il modo lucido dell’esattezza, che insegna il valore esistenziale della fiamma, ma anche la calma ed ardua lezione dei cristalli.
Il modo nominato molteplicità, per il quale ciascuno dipinge il suo autoritratto uscendo da sé e ritrovandosi in tutti i colori del mondo che è come uno specchio, sempre variato ma fedele, di se stesso.
Il modo visibile dell’armonia, che diffonde appartenenza, consolidando la percezione individuale di essere un bene prezioso per l’impresa, stimola la piacevolezza di lavorare, agevola la cura verso gli altri, innesca la creatività.
Il modo vivente del tempo, che distingue le aziende dando loro diverse sfumature di tono corrispondenti a come ciascuna vive il proprio divenire.
Il modo nascosto della verità, che una azienda esplorativa non conserva immutabile ma rigenera di volta in volta facendola emergere dal basso, nella sua cangiante pluralità singolare, perchè sono i soggetti stessi che vivono e fanno vivere l’impresa a conferirle senso e validità.”
In apertura: Opera Surrematica, di Luigi Serafini