Anche Alice Postmoderna su #iocollaboro che verrà presentato al Social Case History Forum

Insieme è meglio: no alla crisi, sì alla collaborazione. #iocollaboro e tu?”, questo è stato lo slogan del social contest #iocollaboro lanciato su Twitter e su Pinterest. E da questo contest è nato il libro “#iocollaboro e tu?” che verrà presentato“ giovedì 15 novembre alle ore 12 in occasione del Social CaseHistory Forum, al Centro Congressi Palazzo Stelline di Milano.

IocollaboroUn libro, o meglio un wikibook, composto da idee ed esperienze sul valore strategico che assume la collaborazione in tempi di crisi  sintetizzate in un tweet, fra cui non poteva mancare la nostra Alice Postmoderna. Gli interventi sono stati raccolti nel libro insieme a capitoli monotematici, dedicati a specifiche focalizzazioni sul lavoro collaborativo, scritti da esperti e consulenti (in realtà, un po’ in contrasto con lo spirito dell’operazione, bisogna ammettere che costituiscono la parte più cospicua dell’opera).Ad esempio il capitolo iniziale, intitolato “Social media: le opportunità per le aziende”, sottolinea concetti ben noti ai frequentatori di questo blog: ” Connettere, Condividere, Collaborare (cfr i post delle serie Collaborative Organization e Social Organization) sono i 3 verbi che stanno cambiando il mondo e il modo con cui le aziende devono rapportarsi e comunicare con i loro clienti attuali e futuri e che rappresentano i 3 passi necessari per accogliere e cogliere l’essenza di questa rivoluzione. Le aziende si devono quindi prima connettere, rapportare in maniera diretta e autentica come auspicano gli autori di ClueTrain Manifesto, un libro del 1999, ma più che mai ancora valido e attuale. Poi devono condividere contenuti, pensieri, azioni con i propri clienti, prospect, fan, appassionati, in teoria con tutti. Possono così collaborare per migliorare loro stesse, per offrire prodotti e servizi migliori, frutto della collaborazione e della co-creazione e della collaborazione nata tra dipendenti e clienti. È definitivamente tramontato il vecchio paradigma, rimasto in voga per oltre mezzo secolo, quel “Command & Control” basato sull’ambizione utopistica di poter direzionare e controllare la comunicazione e il messaggio in maniera chirurgica, asettica e scientifica. Il “Command & Control deve quindi lasciare posto al nuovo paradigma, basato sul “Connect & Collaborate”.

Ancora, troviamo spunti interessanti sul rapporto fra legami forti e legami deboli (anche se nel capitolo dedicato al lavoro dei team si sottovaluta, a mio modo di vedere, l’importanza di quelli deboli per la realizzazione di social organization fondate sulla mass collaboration), passando per le consuete note amare sulla scarsa propensione delle Direzione HR italiane a capire l’importanza e ad accettare la sfida della collaborazione in azienda (anche se casi come quello di Ottica Avanzi e altri che spero di documentare presto su questo blog mostrano forse una timida inversione di tendenza). L’analisi del capitolo “#io collaboro con le Risorse Umane (ma non è così facile)” è impietosa: “Molti direttori del personale non si sono preoccupati troppo di emergere in azienda, quanto piuttosto di accrescere la propria “reputazione” o prestigio personale, favorendo l’ingresso di qualche giovane amico di amici e creando processi di credito e di riconoscenza puramente personali. Sarà per questo che l’Associazione di riferimento delle Risorse Umane è oggi molto popolata da ex dipendenti in pensione che non “mollano la sedia” e continuano a proporsi come (barbosissimi) relatori e opinionisti del bel tempo che fu. Increduli di non avere più quel prestigio di una volta, si incontrano e se la raccontano fra di loro nel tentativo di tenere alto il nome della categoria. Se vogliamo, anche questa è collaborazione. La crisi purtroppo ha bocciato drasticamente l’area delle Risorse Umane. Incapace di trasmettere all’azienda il proprio peso specifico in relazione al business e facendosi percepire unicamente come “costo”, molti hanno tentato un salvataggio in corner ridenominandosi “HR Business Partner”. Ma non è stato sufficiente. L’area delle Risorse Umane si  trovata fortemente impreparata ad affrontare la grande trasformazione di comunicazione che Internet stava tramando alle sue spalle.”

C’è sicuramente del vero in tutto questo, ma io credo, come ho già avuto modo di dire, che sia giunta l’ora di  comiciare a ragionare e a darsi concretamente da fare sulla pars costruens piuttosto che insistere su quella destruens: da questo punto di vista, mi sono parse un po’ generiche le parti dedicate all’Enterprise 2.0 e al social project management: meno teorie e più casi concreti sarebbe forse stato un mix maggiormente utile a far capire l’impatto economico di questi modelli anche ai più resistenti top manager.

Il libro, che, insieme a quello recente di Nicola Palmarini Lavorare o Collaborare?, segnala l’interesse crescente verso le pratiche di lavoro collaborativo, verrà presentato durante lo speech “Dal social contest al libro #iocollaboro” alle ore 12 in sala Solari, coordinato da Sonia Garau, curatrice del libro.

“Siamo felici di presentare il libro al Social CaseHistory Forum – spiega Sonia Garau – perché in questa occasione, a luglio, abbiamo lanciato il social contest che ha portato alla pubblicazione del libro. Con “#iocollaboro e tu?” vogliamo promuovere e affermare la cultura della collaborazione, un modo di lavorare e di pensare che può davvero fare la differenza, una risposta positiva alla crisi economica. Coworking, crowdfunding, carpooling e nuove tecnologie collaborative per lavorare meglio e più efficacemente sono sempre più diffuse e stanno rivoluzionando, per fortuna, il nostro modo di vivere.”

Il  libro, edito da Libri Liberi, è stato pubblicato sotto licenza Creative Commons e sarà possibile acquistarlo nelle librerie o scaricarlo gratuitamente dal sito www.weplus.eu a partire dal 15 novembre.

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