Lo sviluppo digitale come chiave di volta per la ripresa e la rinascita del Paese, soprattutto in termini economici. È una sua convinzione da tempo e, ora che è stato nominato presidente di una società ‘in house’ della Regione Friuli Venezia Giulia, Insiel, sta diventando un vero e proprio mantra. Lui è Simone Puksic, un altro protagonista della Community di Biennale Innovazione, chiamato, a soli 30 anni, a guidare un colosso da 700 dipendenti con l’obiettivo di ridare entusiasmo e convinzione a quella macchina pubblica che può concretamente segnare la svolta digitale della regione.
Un cambiamento declinato nel piano industriale 2014-2017 di Insiel.
Abbiamo predisposto un documento che persegue essenzialmente tre macro-obiettivi: accompagnare la Regione nell’attuazione della riforma sanitaria, dare corpo, per quanto ci compete, al nuovo assetto degli Enti locali con la nascita delle Uti, e realizzare un nuovo modello organizzativo per la società, per far sì che con la Regione ci sia un rapporto sempre più sinergico. Sono convinto che ce la faremo. E lo sono perché il lavoro fatto oggi in Insiel non era mai stato fatto prima.
Come si comincia questa ‘rivoluzione’ digitale?
Innanzitutto aprendosi a una nuova modalità comunicativa più vicina ai cittadini che stanno imparando a conoscerci anche attraverso i social network e attraverso il nostro nuovo sito.
I giovani che ruolo hanno in questo processo?
Occupandoci di futuro, abbiamo ritenuto indispensabile porre l’accento sui giovani. Abbiamo dato il via a una task force che ha il compito di porre le basi per la creazione della scuola del futuro, un modello orientato al digitale che sarà d’esempio per tutta Italia. Abbiamo avviato Insiel4School, il progetto che prevede una serie di iniziative come alternanza scuola-lavoro, conferenze ed eventi dedicate all’educazione digitale dei ragazzi. Sono andato e sarò felice di continuare ad andare personalmente nelle scuole a raccontare il futuro digitale!
Il digital divide come si combatte?
Con lo sviluppo dell’infrastruttura per combattere il digital divide e offrire benefici, anche economici, ad amministrazioni, aziende e cittadini. Il progetto Ermes continua il suo avanzamento per portare connettività in tutti i comuni della regione e stiamo ideando la seconda fase. Siamo all’83% e raggiungeremo il 90% entro il 2015, ma abbiamo già la più grande rete di banda larga a controllo pubblico in Italia! In crescita anche la rete Wi-Fi pubblica gratuita che conta oggi 450 access point in 114 comuni e da pochi giorni abbiamo superato i 30.000 utenti registrati con una media di 50 nuovi utenti giornalieri.
Negli ultimi mesi hai potuto vedere diverse realtà estere.
Quando mi è stata offerta l’opportunità di visitare l’Estonia, la nazione che molti indicano come la più digitale d’Europa, ho colto subito l’occasione per scoprire la strategia che il governo ha adottato per potenziare infrastrutture e far adottare il sistema ai cittadini.
C’è da fare innanzitutto una premessa: loro sono partiti da zero, ovvero da nessuna infrastruttura e nessun servizio digitale circa 15 anni fa, e su questi presupposti hanno disegnato una strategia complessiva di interoperabilità che ha permesso di ridurre drasticamente i tempi di integrazione. È molto più difficile, infatti, partire da uno status quo come quello italiano, rispetto a nessuno status, come era il loro. Oggi, alla base dello sviluppo del Paese c’è una moderna infrastruttura tecnologica di telecomunicazioni in fibra ottica che consente alla maggior parte dei cittadini di navigare a 100 Mbps, anche in periferia. Si può trovare un accesso wifi persino nei boschi!
Un’esperienza replicabile anche nella tua regione, il Friuli Venezia Giulia?
La popolazione estone conta 1.3 milioni di cittadini. Poco di più di quanti vivono in Friuli Venezia Giulia: sono convinto che anche dal nostro territorio si possa cominciare a migliorare il sistema prendendo diversi spunti dall’Estonia. In Insiel abbiamo ben chiaro quale sia il futuro di questa regione: un’infrastruttura di telecomunicazioni che sia al passo con i requisiti richiesti dall’agenda digitale europea, servizi semplici e a misura di smartphone, e un gran lavoro per aumentare le competenze digitali dei cittadini!
L’Italia digitale si fa una regione alla volta, noi ce la stiamo mettendo tutta.