Un “social network che unisca le persone non in base all’amicizia ma in base agli interessi comuni”; “Una proiezione digitalizzata della città dove è possibile cogliere tutte le occasioni di proprio interesse che questa offre”; “Un nuovo modo di comunicare e di gestire la propria vita quotidiana”; queste sono solo alcune delle definizioni date negli ultimi mesi nelle recensioni apparse in Rete di Twoorty. Di cosa si tratta dunque? Di certo di uno dei social network made in Italy più interessanti fra quelli nati nel corso dell’ultimo anno e che da oggi lo è ancora di più grazie a due innovazioni molto rilevanti. prima grande novità è l’implementazione di un efficace ed esclusivo sistema semantico, che riconosce ciò di cui l’utente sta parlando. Basterà cominciare a digitare un’opinione o un articolo, e Twoorty ne riconoscerà immediatamente l’argomento, facendo subito giungere il contenuto alle persone interessate. È rivoluzionario: nessun social network ha una funzione così avanzata, che peraltro si affina costantemente imparando dai propri errori.
Ma la seconda e più rilevante novità è la possibilità di collegare i propri blog all’account di Twoorty: così facendo, basterà postare sul blog per vedere il post anche sulla propria bacheca di Twoorty. Con il vantaggio di raggiungere una platea potenziale ben più vasta: infatti, per quanto il tuo blog sia popolare, potrai mai arrivare a tutte le persone interessate all’argomento del tuo post? Con Twoorty sì. Ed è un gioco da ragazzi.
Insomma Twoorty sta potenziando il proprio motore in vista del prossimo obiettivo: un significativo allargamento della platea utenti entro la primavera del 2013. Alla luce di queste novità e a quasi un anno dalla sua nascita, abbiamo fatto il punto con la “mamma e il papà” di Twoorty, Alice Cimini e Carlo Crudele.
Di Twoorty sono state state date tante definizioni differenti, che hanno finito per farne un oggetto sicuramente interessante, ma anche un po’ misterioso. Volendo fare chiarezza, voi come definireste Twoorty e i suoi fattori distintivi?
Noi definiamo Twoorty una “knowmunity”, ovvero la community del sapere condiviso: diciamo che, mentre nei social odierni per reperire l’informazione davvero interessante bisogna barcamenarsi tra mille contenuti inutili, Twoorty è una sorta di autostrada: l’informazione che t’interessa ti arriva dritta in bacheca, veloce e mirata. Non devi nemmeno cercarla: ti raggiunge lei. Per esempio: se ti piacciono i libri e la tecnologia, sulla tua bacheca di Twoorty vedrai solo ciò che gli altri utenti hanno postato riguardo questi argomenti, con una scrematura totale di tutto ciò che non vi rientra. E potrai a tua volta votare, commentare e condividere quei contenuti. Il sistema di Twoorty permette di conoscere e farsi conoscere in modo veloce ed assolutamente targetizzato: l’informazione è al 100% virale, ma allo 0% spam.
Le liste di Facebook non sono la stessa cosa? Oppure il tagging?
No, perché per quanti sforzi voglia fare Facebook per implementare modalità di condivisione (un po’) più mirate, il suo problema sta nella struttura: Facebook è chiuso, non puoi taggare né inserire nelle liste persone che non siano tu amiche. Twoorty abolisce la “gabbia” degli amici: il tuo contenuto arriva a tutti gli utenti che lo ritengono interessante, automaticamente e non appena lo pubblichi. Quindi non c’è bisogno di liste né di tagging, non devi affannarti a strappare una condivisione in più per far viaggiare il link, l’articolo, la foto che hai pubblicato: se per me è interessante, io lo ricevo anche se non ci conosciamo. E tu saprai sin da subito quante persone vedono in bacheca il tuo contenuto, quante sono esperte di quel settore, quante e quanto sono geograficamente vicine a te. Con un sistema del genere, promuovere le proprie idee o il proprio talento è facile come bere un bicchier d’acqua.
Il fatto che i temi siano decisi centralmente non è limitante?
Tendenzialmente no, perché gli utenti possono sempre suggerire nuovi argomenti e c’è una redazione che li vaglia e allarga di volta in volta la gamma delle scelte possibili. È certamente una scelta precisa, ma non vogliamo creare un sistema confusionario in stile Twitter, dove per ogni argomento ci sono milioni di hashtag possibili (e quindi l’informazione si perde in mille rivoli): volevamo uno strumento semplice, diretto, immediato… e Twoorty lo è. E poi, presto ci saranno novità importanti anche in quest’ambito.
Da quando siete nati, nel novembre 2011, avete cooptato solo 2500 membri. Non sono un po’ pochi? Che obiettivo vi siete dati? Come pensate di espandervi?
Siamo solo 2500 (per ora!) perché siamo davvero “homemade”, e perché Twoorty non è una diversa declinazione di un social già esistente, ma impone un totale cambio di “punto di vista”… insomma, ci vuole tempo per far passare il concetto. Ma gli utenti che oggi sono su Twoorty sono consapevoli del valore e della differenza della “knowmunity”, e noi volevamo ottenere proprio questo. L’obiettivo è agguantare i 30.000 utenti entro la primavera del 2013: ci espanderemo usando proprio il nostro “core business”, ovvero i contenuti di qualità e coloro che più spesso ne creano, cioè i blogger.
Quale è il vostro business plan? Pensate di insistere ancora sullo small business, come era nella vostra visione iniziale?
Per ora, come dicevo, il piano è creare una comunità di utenti che usino in modo consapevole il mezzo, e questo sta già avvenendo. Poi, l’idea di un social network in cui l’informazione arrivi in modo diretto, mirato e veloce si presta a mille idee di business: tanto per i piccoli e medi commercianti, che ad un costo irrisorio possono ottenere risultati ben più interessanti del dispersivo advertising classico (volantini, manifesti, pagine sui quotidiani eccetera) quanto per i fornitori di contenuti. La domanda, infatti, nasce spontanea: e se blogger, giornalisti, videomaker, band emergenti, disegnatori, fotografi, potessero promuovere il proprio talento arrivando direttamente alla propria enorme platea potenziale? E potessero fissare un (micro)prezzo per le proprie opere d’ingegno? Twoorty è il veicolo ideale per chi vuole diffondere la propria esperienza, perché nasce per quello, non per condividere le foto delle vacanze con gli amici.
C’è un sistema di analitics per gli utenti?
Lo stiamo potenziando. Utenti ed esercenti sapranno in maniera sempre più dettagliata ed approfondita quante persone hanno visualizzato il contenuto che hanno pubblicato, la loro posizione geografica, i loro interessi. Manterremo sempre sotto chiave i dati sensibili degli utenti, s’intende, ma forniremo comunque un servizio prezioso a chi vorrà utilizzare Twoorty per promuoversi, a livello commerciale o culturale.
SI potrebbe pensare ad un Twoorty per il knowledge sharing interno ad una organizzazione pubblica o privata?
Certo. Il riconoscimento automatico dei contenuti appena implementato, che è un nostro algoritmo esclusivo, va proprio nella direzione del knowledge management: il prossimo step del nostro sistema di riconoscimento sarà la capacità di individuare in modo automatico i contenuti correlati ad un post che stiamo leggendo. Sarà quindi più semplice l’acquisizione ed il trasferimento di conoscenza, informazione ed esperienza anche nell’ambito di sistemi chiusi come aziende, organizzazioni et similia. La formula di Twoorty si presta a mille applicazioni: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ma noi non siamo tipi che s’imbarazzano facilmente.