di Gianluca Garrapa e Leo Bloom aka bloom Rhapsody.
p.s.
bimodale è ormai il guscio vuoto in cui ossessa gianluca garrapa, che non è l’io di cui si complical’ inter-assenza, ma qualcosa di Altro. che appartiene ad altro e questo è il primo predisposto me-cenatismo. allora, come in giudaiche possessionicabbalistiche; ibbur o dibbuk? beh, dipende.
“State insomma eliminando il meraviglioso, l’immaginario, l’onirico, il favoloso anche dagli schermi e dalle memorie dei computer”.
Da Episodio N° 124, L’ANALOGICO E IL DIGITALE, capitolo IX, pag. 371, de le Aziende in-Visbili, romanzo a colori di Marco Minghetti & The Living Mutants Society e immagini di Luigi Serafini.
esergo:
il blog è erotismo, il social network è pornografia.
Leo Bloom
“tra twitter e FF, considerando lo stesso personaggio elettrico Leo Bloom.” March 22 at 4:37 am – Link “si realizza bene soltanto il sats, il salto tra organonimo e elettronimo.” March 22 at 4:36 am – Link “facebook è il modo della realtà. è gianluca garrapa in carne e ossa, l’organonimo analogico e non l’organonimo come dilatazione analogica dell’elettronimo. in sostanza l’organonimo di FB è visto dall’analogico e non dal digitale…” March 22 at 4:34 am – Link “ci-mema è contrapposto a cinema: nel senso retinico\ottico e della tramissione del messaggio. il ci-mema s’inquadra bene nel discorso del medioevo.” March 22 at 4:22 am – Link “come dicevo sul mio twitter, spazio di monologo teatrale, gianluca dovrebbe chiarire cosa significa ci-mema.” March 22 at 4:20 am – Link “gianluca ha parlato dell’elettronimo e dell’organonimo in funzione (futura) del corpo nel medioevo di Le Goff. Ha inoltre precisato la valenza registica di FF. :)))” March 22 at 4:06 am – Link |
organonimo e elettronimo sono attese di una stessa inter-realtà. diversi livelli di energia. corpo vs mente? materia vs energia? forse che sì forse che no. più simile è l’immagine che mi si delinea: particella-onda. stando così le cose, nello stand-by dell’avvenimento predefinito che mi dia la retta alla quale dovrò oppormi all’infinito, organonimo e elettronimo sono due aspetti di una stessa realtà che non è né gianluca garrapa né leo bloom. né l’utenza digitale né il personaggio elettrico. inter-realtà di cui l’inter-assenza è la cifra che comuna gli avatar e gli utenti. che vedo. che leggo. che vedo parlare. che vedo
ascoltare. il visionamento, non importa se prospettico, è medioevo elettrico.
così è. la prospettiva di una prospettiva digitale che pensi-in-azione l’avatar è da venire.
dunque “si realizza bene soltanto il sats, il salto tra organonimo e elettronimo” il salto quantico e qualico del chi-avatar e del cosa-organico.
quello che scrivo è la maschera che l’avatar utilizza per mediare il corpo dell’utenza digitale.
c’è, allora, questa flessione del Disincarnato:
1. in-carne\ossa.
2. organonimo analogico.
3. dilatazione analogica dell’elettronimo.
[l’invisibilità è proporzionale alla materialità: gianluca garrapa, hic et nunc, è assolutamente invisibile in quanto essenzialmente materiale. l’estremo opposto è il visibile hic et nunc dell’avatar che è l’essenzialmente immateriale.]
la materia è invisibile e l’immateriale è visionabile.
la dilatazione analogica dell’elettronimo è l’applicazione digitale alla realtà, il costruire partiture fisiche e sceniche come se fossero digitali. vedere questomondo da questo punto di scrittura. in parole quotidiane significa immaginare di volare e teletrasportarsi, regredire a una fusione magica col mondo, esaltare l’emozionale che non è di questo critico mondo unilateralmente maschio e capitalistico.
l’organonimo analogico è l’ubiquitario materiale, lo sciamano schizofrenico pluri-identitario. organonimo perché non è della materia la sua non-presenza interassente, organonimo perché sono presenza elettrica. pur sempre analogico perché penso quotidiano.
non vedo motivo di esplicitare ulteriormente l’ontologia del virtuale epperò, complice la reticolazione eidetica della n-sfera, può essere che si viralizzi l’ambiente 2.0 con la pratica di un’antropologia teatrale in ambiente digitale. una sfaccettatura dell’io-noi in prossimità del Rinascimento 3.0 è per me fondamentale.
l’unica fuga dalla realtà, immiserita del Pensiero Unico, avviene debordando i limiti del futuro possibile.pre-vedere è l’unica possibilità che il passato ha per accadere.
“considera che nel medioevo si dava molta importanza all’aspetto visivo della realtà… da qui dal cinema e al ci-mema.”
March 22 at 4:25 am – Link
“dice: probabilmente lui deve ragionare come un avatar anche sul palco davanti alla gente. è come se si trasformasse in cinema in ci-mema.”
March 22 at 4:18 am – Link
“continua a non capire il post dell’organonimo gianluca: come cazzo fai a lavorare sull’avatar da avatar?”
March 22 at 4:15 am – Link
quando scrivo di ci-mema, intendo dire neorealismo digitale. che non se ne parli è solo per inveterato tradizionalismo provinciale. arriveremo certo ai viaggi nel tempo, e qui in italia il viaggio nel tempo lo faremo sempre in carrozzine veriste, in cinematiche vaticane e patriarcali. ciò non significa nulla, è tutto ciò di cui disponiamo. ma allora il ci-mema?
il cinema tradizionale è nato nello stesso anno in cui la psicanalisi diventava pratica clinica, ma non è questo il puntiglio del sottoscritto vaneggiare. il legame che il fotogramma ha con tranches dell’inconscio e coi sogni non m’interessa, riguarda l’onirico e l’inconsapevole, l’errore ottico che mi fa vedere il movimento a partire da uno\uno\uno\uno\uno. fotogramma. ideogramma. monogramma.
il ci-mema mette in azione memi. risveglia l’inconscio elettrico.
sappiamo dell’inconscio collettivo. ma non sappiamo di quello interattivo. discorso ovvio e muffa per chi ha conosciuto il vinile e il dattiloscritto e il pianoforte. avvio di nuovo ethos del trascendimento pan-elettrico per i cosiddetti nativi digitali. adolescenti. mi fermo qui perché parlarne determinerebbe una virata vigorosa in traiettorie deutero-apprendiste, apprendere ad apprendere, pedagogia e complessità. in altra sede occuperò questo pensiero, riferendo l’esperienza psicopedagogica pseudo-elettrica.
dunque ci-mema. cioè il machinima, la regressione del cinema al gioco, al teatro. Pulvis es et in pulverem reverteris. il ritorno al primo personaggio hic et nunc del tempo reale e non del differito con differenza di meme.
ma il ci-mema, o machinima, se vogliamo usare la detenzione analogica, è elettronimo inter-assente. è trasmissione di memi-pixel.
Facebook
“Gianluca ha creato l’elettronimo che ha creato il second elettronimo e ora ritorna tra ….”
March 25 at 9:57 pm – Link
Facebook
“Gianluca ha creato leo bloom e leo bloom ha creato bloom Rhapsody: elettronimo interassente.”
March 28 at 5:45 pm – Link
ci-mema dunque. sogno ad occhi stretti per la gran luce. addossamento di responsi retrovisori. guardare al passato dalla vista sul futuro. creare un passato dopo il futuro. e qui non leggere, salta. quantità sparatutto.
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uff!! che fatica non starmi alle calcagne!, non credo nell’utilità immediata di quanto ho scritto. la pratica pedagogica rinforza le mie teorie. questo mi basta. l’avvenirsi quotidiano di quanto sembro programmare nel post-quotidiano, mi rincuora. ciò che deve avvenire dipende da quello che tu vuoi vedere. Essendo tu l’io in cui mi specchio deflettendomi dall’irreale. in realtà analogica più semplice al limine del banale, nell’inter-reale travesto piccole chiazze rosse di sangue per farne immensi alberi di ciliegio primavveranti e sempre in carta di riso una geisha, l’amore per la cultura, mi solletica sollevandomi dall’impaccio del mio disagio solitario. non più giovane e sempre meno stanco.
per ora, questo può anche non bastare.
premessa.
esista, inoltre, come imperativo onirico, un passato ulteriore e un futuro interiore. la questione è sempre un’altra: il croma-key che esplode in crono-key. sovrimposizione di dialoghi al fine di iniziare daccapo.