Astrogrammi 7 – di Andrea Biggio
“Il Maestro dice: è buono abitare là dove regna l’umanità. Colui che sceglie di soggiornare dove essa difetta, manca di saggezza!” Confucio.
Ad Eufemia, città invisibile degli scambi, regna una grande umanità. Calvino, infatti, segnala che, ivi, non si viene solo a vendere e comprare, ma anche perché la notte, seduti accanto ai fuochi tutt’intorno al mercato, gli esseri umani raccontano ognuno la sua storia, ripensano a tutti i propri ricordi, scambiano con gli altri la memoria, sempre nel momento in cui le stagioni (della vita?) cambiano: a ogni solstizio e a ogni equinozio. La varia umanità che da sette nazioni conviene ad Eufemia ha deciso di uscire dal suo mondo pigro e conosciuto persuasa che un ben più vasto mondo l’attende. Chi non ha mai sognato – almeno una volta – relazioni fraterne che consentano agli uomini di avanzare mano nella mano, nell’amore e nella fiducia reciproca?
Ma la realtà è più complicata con le sue frizioni ed incomprensioni: si prende coscienza, con il tempo che passa, delle difficoltà di ogni relazione appena essa cessa di essere superficiale. Quando le delusioni si accumulano ed il pessimismo s’installa portandoci alla sfiducia verso gli altri e, quindi, verso noi stessi, è giunto il tempo di andare ad Eufemia e sedersi con l’altro da sé attorno al fuoco, sotto il cielo stellato. Si realizza così la compagnia tra uomini, in uno spirito altruista e accogliente, dimentichi di ogni illusione utopica di armonia perfetta, aperti alla novità e alla differenza. Per intendersi con gli altri non è necessario scomparire e cancellarci, basta affermare la nostra particolarità e la nostra unicità, così come accettare quelle degli altri. Si confronta la propria realtà con quella di ognuno senza pregiudizi, perché fecondità e dinamismo delle relazioni nascono dalle differenze e non dalle similarità. Intendersi con gli altri e accettarli per quel che sono è difficile, ma ad Eufemia s’impara bene: ci vogliono pazienza e capacità d’ascolto. Abbandoniamo, dunque, le nostre torri d’avorio e buttiamoci nell’umanità. Non aspettiamo sempre che siano gli altri a fare il primo passo. Non si deve solo attendere gli inviti ma anche farli! Manifestiamo il nostro desiderio di partecipazione alla comunità umana, non solo nella nostra vita privata ma anche sul lavoro.
Eccola la filosofia che informa, nel I Ching, l’esagramma n° 13 ! La compagnia fra uomini.
S’entendre avec tous. La Communauté avec les hommes. Seeking harmony. La Gente Concorde. 同人 TONG REN. I due ideogrammi che titolano l’esagramma possono così tradursi: Tong: insieme, in comune, con, unione, concordia, armonia. Ren: essere umano, la gente. Nel loro etimo pittografico vengono simbolizzati il sesso maschile e quello femminile, un lingam ed uno yoni, perché essi, in un ambiente chiuso, producono un essere umano. La cosa più bella dell’esagramma è la metafora che lega i due trigrammi che lo compongono: il Fuoco (trigramma in basso) sotto il Cielo (trigramma in alto). Essi hanno la stessa direzione verso l’alto, portano a livelli superiori: gli amici si riuniscono sotto il cielo stellato intorno al focolare. Il fuoco, però, che sta sotto il cielo, ha una base terrena e concreta cui restare attaccato e non può seguire il cielo indefinitamente.
Il trigramma di sotto è anche quello dell’interiorità: fuoco come luce interiore, il principio (il cielo) è fuori e la funzione è dentro. Il drago gioioso arriva dal cielo ed una comunità di uomini accende il fuoco per accoglierlo: in questa immagine suggestiva è sintetizzato il potenziale di andare verso gli altri per la creazione d’ideali comuni. Ad Eufemia è l’esistenza di uno scopo comune, andare ad ascoltare e raccontare, che attiva un’intesa fra le persone pur nella loro diversità: accettare e farsi accettare. Si tratta dell’andare verso l’altro da sé, l’andare per il mondo. E’ il far intendere all’altro la propria differenza, pur nell’accogliere la sua, allo scopo che ognuna delle due parti inscriva la propria specificità in un’organizzazione armoniosa. Riconoscere, accettare ed arricchirsi delle differenze con gli altri. L’intesa con gli altri è basata sulla consapevolezza che tutti si differenziano.
Intendersi con gli altri è una tendenza più che un fatto da realizzare: si tratta di un processo, ma ci vuole chiarezza interiore (fuoco sotto) e forza esteriore (sopra, il cielo: accettare l’indipendenza degli altri). Ciò che importa non è la destinazione ma la direzione. L’esagramma n°13 viene spesso in risposta a situazioni nelle quali si desidera integrarsi in un gruppo e trovarvi un calore gratificante: ad Eufemia è possibile!