Genius loci e sregolatezza VII
Di Piero Trupia
A un tratto, quasi per incanto, vide all’orizzonte una città d’incredibile bellezza. […] si ricordò delle parole di un vecchio saggio: “Non è possibile definire moderno tutto ciò che accade nella città ma tutto ciò che si definisce vita moderna accade in città”. I paradossi, le contraddizioni, le ambiguità che costituiscono la realtà aziendale sono indubbiamente presenti in una città: quello, pensò, è il luogo dove storie differenti e realtà plurime possono convivere con fatica ma anche con entusiasmo e passione.
La città gli si rivelò come un simbolo complesso che offre le maggiori possibilità di esprimere la tensione tra razionalità geometrica e groviglio delle esistenze umane, ma anche come un potente paradigma per pensare, progettare e sperimentare un nuovo modello di business, una nuova cultura.
(Tratto dall' Episodio n° 17 da Le Aziende In-Visibili, romanzo a colori di Marco Minghetti & The Living Mutants Society, con 190 immagini di Luigi Serafini)
Mergo (Ancona) è una città di impianto medievale, murata, oggi di 1.100 abitanti con 400 occupati nell’industria, provenienti dalla provincia e da Bombay.
Nelle aziende di Mergo si raggiunge l’eccellenza produttiva e la leadership europea nel proprio ambito produttivo. Per miracolo? No, per la qualità della leadership e l’intensità conviviale della vita aziendale.
La valle dei fiumi Esìno e Misa su cui guarda Mergo ha poco a che fare con la Silicon Valley e il sapere all’opera nelle sue aziende non è un know-how manageriale, ma un mix artigianale-industriale animato da un contratto non scritto di dare e avere intellettuale con la clientela e con i fornitori.
A Mergo, e in tutta la valle tra i due fiumi, si fa giornaliero autodafé di dottrina e ideologia di Harvard e dell’MIT. Gli idola fori e gli idola theatri dello scientific management non abitano da queste parti.
Le aziende di Mergo vivono d’innovazione, diversa però da quella insegnata nelle scuole di management, proposta dai consulenti e celebrata nella manualistica, sui media e nei convegni. L’innovazione Mergo-style è marginalmente tecnologica, sostanzialmente e merceologicamente prestazionale: risolve i problemi della clientela.
In generale, il prodotto nuovo, nel senso di new entry nel mercato e tecnologicamente avanzato, spesso non riceve l’attenzione sperata e, se ha successo, è destinato a rapido invecchiamento. Viene immediatamente ‘migliorato’ da concorrenti specializzati nella reverse engineering, in sostanza parassitizzato, e messo fuori gioco. La tutela brevettuale è poco efficace, specie quando il parassitismo è di Stato. La migliore difesa è il segreto pubblico. Una capacità di lavorare e di organizzare come competenza monopolistica.
L’aviazione sovietica ha parassitizzato per decenni quella occidentale. Il capolavoro è stato il caso Concorde-Tupolev nel periodo della corsa all’aereo supersonico civile negli anni ’60. Possiamo ora dire che fu vinta dai russi con una combinata di reverse engineering e spionaggio industriale. A poco valsero i brevetti. Primo, perché i russi riuscirono ad impadronirsi dei progetti già in fase preliminare; secondo, perché contestare legalmente uno Stato sovrano non porta a nulla. I due finti rappresentanti dell’Aeroflot, arrestati a Parigi con i progetti del Concorde nella ventiquattrore, tornarono presto liberi per il solito scambio diplomatico tra i due governi.
Come accade in questi casi, il modello sovietico, il TU-144, risultò superiore e più longevo del modello anglo-francese, essendosi potuto avvalere di una base di partenza già avanzata.
Al di là di tutto ciò, il gioiello tecnologico dell’avionica franco-britannica era nato commercialmente morto e dopo quindici anni di alimentazione forzata di capitali statali, il costoso giocattolo fu mandato in pensione, il 24. X. ’03.
L’innovazione della piccola impresa conviviale italiana è tutta un’altra storia. È situazionale e prestazionale. È di prodotto, ma nasce da un processo che è industriale, artigianale e organizzativo. Un mix delicato di competenze diffuse in tutto il tessuto aziendale che richiedono un punto di riferimento organizzativo forte. Esso deve ricondurre a unità un sistema produttivo strutturalmente flessibile, a momenti fluido, mai però liquido, poiché conserva sempre una forma. Un sistema organico di operatori professionali empowered, ognuno dei quali è centro d’iniziativa e terminale di comunicazione in entrata e in uscita.
Alta Definizione SpA, localizzata a Mergo (Ancona), è appena oltre la soglia della piccola impresa.
Produce packaging rigido e flessibile (sacchetti) ad alto contenuto tecnologico di prodotto e di processo. La sua mission non è però la produzione ad alta tecnologia come esito finale, ma la messa a disposizione di soluzioni per la clientela.
Gli imballaggi di A.D. hanno quattro caratteristiche: assoluta igiene, facilità di imballo automatico presso il cliente, peso limitato, iscrizioni fisse per le caratteristiche del contenuto e le condizioni d’ uso e mobili per le occasionali promozioni. I prodotti A.D. sono collaudati in azienda ed omologati dai clienti. Tra questi, Procter & Gamble, Barilla, Angelini.
Cuore del modello produttivo di A.D. è la progettazione. Una nuova bustina di poliene (non polietilene!) ha richiesto 18 mesi di studi, prove, collaudi, prototipizzazioni. Un impianto per la lavorazione di un solo prodotto arriva a costare 18 milioni di euro.
Centro di ricerca e laboratorio di qualità aziendali sono sempre attivi e la collaborazione con università e centri di ricerca esterna è continua. Lo scambio, peraltro, è bilaterale, per l’apporto di conoscenze sperimentali reali da parte di A.D.
La qualificazione degli operai è altissima, lavorando su macchine di parecchi milioni di euro.
Il ciclo di produzione è continuo, sette giorni su sette, e la saturazione degli impianti è dell’85%. Gli assunti vengono formati per 18 mesi con alternanza formazione-lavoro.
A.D. ha stipulato un accordo con il governo indiano per assumere lavoratori da Bombay. Per essi è stata allestita una foresteria: camera singola con servizio, cucina in comune per la preparazione di piatti della propria tradizione, living-room.
A.D. con 71 dipendenti è leader europeo nel suo settore. Ha un segreto, naturalmente: una leadership convocativa che genera convivialità.
A.D. è un mondo vitale.
L’episodio riportato in esergo da le Aziende In-Visibili è caratterizzato da un mix organico di sapienzialità e leggerezza che ricorda lo stile dei poemi poetici biblici, ad es. Ecclesiaste.
Sorprende, inoltre, l’unità di stile e di taglio del volume, malgrado la variegata oste degli autori, tale da sfidare anche la più accurata e accanita cura redazionale.