E’ vero che i programmi dei due poli sono l’uno la copia dell’altro. La cosa non è in sè scandalosa. Potrebbe essere il segno di quella bipartizanship di tanto in tanto invocata a fronte dei problemi del paese che, si dice, non sono di sinistra, di destra o di centro. Ma potrebbe anche essere un’inquietante convergenza nel buco nero dell’indistinzione: il massimo dell’antipolitica praticata dagli stessi politici.
Anche i soggetti politicamente più caratterizzati non si spingono fino a negare le peggiori ragioni dell’avversario. Il saluto fascista del Ciarra, un ricordo storico e la storia non la si cancella, la si studia. Tutti riconoscono che ci vuole un po’ di Stato per fronteggiare il dumping dei paesi emergenti, mentre i più vicini al popolo lavoratore ammettono che l’efficienza e la crescita sono il presupposto della giustizia sociale. E’ un coro all’unisono: più sicurezza, più servizi, più flessibilità senza precariato, meno inquinamento e meno inflazione. Come farà il 25% degli indecisi a prendere partito?
Un modo c’è ed è la radiografia culturale dei proponenti, in modo da far apparire il prototipo di società quanto meno vagheggiato: competitiva con regole, forti o attenuate; solidarietà con assistenzialismo o sostegno all’iniziativa personale; valori, valori, valori, il che significa totalitarismo popperiano. Può essere in versione paternalistica, in quella del Lord Protettore o in quella teocratica magari laica.
Se poi si passa dalla radiografia alla TAC, si può scoprire se si sogna una società automatizzata, nella forma del piano (sinistra) o in quella del libero mercato (destra).
In genere si parla di progetto liberale, ma è un equivoco: si intende liberismo e privatizzazioni ad oltranza, nella forma dell’outsourcing che ha dato esiti sostanzialmente negativi.
Si può dubitare che qualcuno abbia in mente il modello di una società veramente liberale, non compromessa dal liberismo che promuova il libero mercato, ma garantisca l’iniziativa del singolo e i diritti fondamentali di libertà e di umanità.
Hobbes o Locke. Siamo ancora lì.
Postato dalla personalità mutante di: Piero Trupia