Il futuro del solare termico in Italia

di Davide Chiaroni, Federico Frattini e Riccardo Terruzzi

Ad oggi sono disponibili tre principali tecnologie (cfr Il business dell’energia solare) per sfruttare l’energia che proviene dal sole: il fotovoltaico, il solare termodinamico o a concentrazione, e il solare termico. Quest’ultimo rappresenta l’oggetto della nostra attenzione in questo articolo.

L’obiettivo ultimo delle tecnologie del “solare termico” è quello di convertire l’irraggiamento solare in calore, che viene utilizzato nella quasi totalità dei casi per produrre acqua calda. Questo le differenzia dal fotovoltaico e dal solare termodinamico, che hanno come fine primario la produzione di energia elettrica. Frequentemente, nel linguaggio comune, si sente parlare di “pannelli solari”. Di per sé, questa espressione non ha un significato preciso: sia un impianto fotovoltaico che un sistema solare termico prevedono infatti l’installazione, spesso sul tetto di un edificio, di una serie di “pannelli”. Mentre i “pannelli fotovoltaici” sono però integrati nell’impianto elettrico dell’edificio, i “pannelli solari termici” diventano parte integrante del suo impianto idraulico, essendo utilizzati, quando si tratta di impieghi domestici, per la produzione di acqua calda ad uso sanitario. Questa differenza nelle applicazioni delle due tecnologie si accompagna ad altre, altrettanto evidenti, in termini di costo d’acquisto e di installazione. Se un impianto fotovoltaico “tipo” da 3kWp, adatto alle esigenze di una famiglia di 4 persone, ha un prezzo di circa 20.000 euro, un sistema solare termico da 2-3 kWth, potenza media degli impianti installati ad uso domestico, ha un costo che varia dai 3.000 ai 5.000 euro, e aumenta a 6.000 – 10.000 euro se si decide di integrare l’impianto al sistema di riscaldamento (il che richiede un opportuno sistema di controllo della pressione di esercizio). Differenze sostanziali si hanno anche a livello della normativa che incentiva l’installazione e l’utilizzo dei due tipi di sistemi. Il proprietario di un impianto fotovoltaico, grazie al cosiddetto “Conto Energia” ha diritto in Italia ad un incentivo per ogni chilowattora di energia elettrica prodotta variabile tra 0,36 e 0,49 €/kWh. Nel caso del solare termico, invece, il titolare dell’impianto è incentivato ad installare pannelli solari termici attraverso la detrazione dall’imponibile Irpef del 55% delle spese sostenute. Il tema dello sconto fiscale sulle spese per la riqualificazione energetica degli edifici è in realtà attualmente in discussione in Parlamento, a valle della emanazione del cosiddetto decreto “anticrisi”: ad oggi, soltanto chi ha effettuato interventi di questo tipo entro il 29 novembre 2008 ha la certezza di accedere automaticamente alla detrazione del 55%. Nei mesi a venire, i privati potranno usufruire della sola detrazione Irpef del 36%, sostitutiva di quella del 55%, con limite massimo delle spese agevolate di 48.000 euro “per ciascun immobile”.

Le differenze tra fotovoltaico e solare termico si manifestano anche a livello del giro d’affari complessivo e dell’articolazione della filiera industriale. Il mercato solare termico in Italia ha sperimentato, negli ultimi 3 anni, tassi di crescita annui superiori al 40%. Nel 2007 sono stati installati 231 MWth, equivalenti a circa 80 mila abitazioni che si sono dotate di un nuovo impianto. Il giro d’affari complessivo nel 2007 è stato quindi pari a 120 milioni di euro nel 2007 e per il 2008 si stimano (in attesa dei dati ufficiali forniti da Estif) installazioni per ulteriori 280 MWth, corrispondenti a circa 200 milioni di euro di volume d’affari. La potenza totale installata supererebbe quindi la soglia di 1 GWth. Nonostante i progressi, si tratta ancora di cifre decisamente lontane dal mercato fotovoltaico Italiano (cfr Il mercato fotovoltaico è in grande crescita), il cui volume d’affari nel 2008 è oltre 5 volte superiore.

Da una ricerca dell’ Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano ( www.energystrategy.it) emerge che il 90% degli impianti installati in Italia è di piccole dimensioni (inferiori a 30 m2 di pannelli) ed è responsabile di oltre il 75% del fatturato totale generato nel settore. L’articolazione della filiera industriale che si occupa della produzione e distribuzione di questi impianti è estremamente semplice, e in parte sovrapposta alla tradizionale filiera termotecnica. A monte operano imprese – quali Riello, Buderus, Ariston MTS o Sonnenkraft – che, all’attività produttiva in senso stretto (diretta o sfruttando un vasto “indotto” di componentisti e piccoli produttori), affiancano anche il dimensionamento del cosiddetto “kit solare”, ovvero del kit di montaggio dell’impianto completo (“pannelli” o più propriamente collettori solari, boiler, centraline di controllo, sistema di circolazione, …) dimensionato sulla base dei fabbisogni medi richiesti dall’utenza finale. La distribuzione è nella maggior parte dei casi demandata ad agenti mono o pluri mandatari, oppure può “transitare” per distributori generalisti (grossisti di materiale termotecnico). Sul mercato sono inoltre attivi distributori – quali Accomandita, Paradigma, Staes, Ecodomus o Khos – “focalizzati” sui soli prodotti solari. I tre modelli distributivi coesistono nel mercato italiano, senza una chiara prevalenza in termini di volumi veicolati. L’installazione dell’impianto, infine, viene effettuata da idraulici e installatori locali che sono il fondamentale collegamento tra aziende produttrici e di distribuzione e gli utilizzatori dell’impianto solare. Ultimo passo è l’asseverazione dell’impianto da parte del progettista che attesta il rispetto dei requisiti tecnici dell’intervento, ed è necessaria per ottenere le detrazioni fiscali.

È però il mercato degli impianti di maggiori dimensioni (superiori ai 30 m2), destinati alla produzione di acqua calda di processo ed eventualmente vapore per usi industriali, a presentare a nostro avviso le maggiori potenzialità di sviluppo, nonostante ad oggi costituisca in Italia un segmento decisamente minoritario con solo il 10% degli impianti, il 25% del fatturato totale e poche imprese – tra cui Costruzioni Solari, Thermomax, Riello e Accomandita – che lo occupano. L’integrazione di un sistema solare termico in impianti industriali di processo (come ad esempio le cartiere o gli impianti di produzione alimentare) rappresenta una opportunità non ancora sfruttata. Sia dal punto di vista tecnologico, soprattutto per quanto riguarda i collettori, che da quello progettuale, in particolare con riferimento alle interfacce con gli impianti tecnici già esistenti e al servizio dell’impianto produttivo, vi sono potenzialità di innovazione ancora inesplorate e significativi margini di miglioramento da conseguire (ad esempio in termini di stabilizzazione della temperatura o di incremento dell’efficienza complessiva dell’impianto). Per raccogliere tali sfide, è necessario che nella filiera maturino specifiche competenze di ricerca e di progettazione, molto diverse da quelle necessarie per la messa in opera degli impianti domestici. E non è escluso che questo permetta anche a nuovi player specializzati di accaparrarsi quote significative di questo segmento di mercato. Anche il “legislatore” deve tuttavia intervenire; in questo caso i fronti aperti sono due. Il primo fa riferimento all’eventualità di stabilire degli incentivi diretti alla realizzazione di tali impianti, sia sotto forma di sgravi fiscali che di agevolazioni creditizie, che di veri e propri trasferimenti in conto capitale. Il secondo fronte, di cui spesso si sente poco parlare, è quello della normativa tecnica. Esistono infatti ancora sensibili spazi di intervento affinché, anche sulla scorta delle sollecitazioni di organi quali il Comitato Termotecnico Italiano (CTI), si adegui la normativa vigente, “ancorata” alle applicazioni domestiche, alle peculiarità dei grandi impianti solari termici, in modo da limitare l’incertezza percepita dagli operatori del settore, definire delle condizioni standard poste a garanzia del cliente e, in ultima analisi, ”supportare” indirettamente questo tipo di installazioni. Tale argomento è stato anche oggetto di un recente convegno organizzato dal CTI presso la sede dell’UNI e intitolato “Solare Termico: la normativa tecnica in aiuto al mercato”.

  • Riccardo Terruzzi |

    Ci sembra opportuno aggiornare la discussione riguardante la detrazione fiscale del 55% segnalando questo articolo tratto dal Sole 24 Ore del 10 gennaio 2009:
    “…Ok alla retroattività sul bonus energia. È salva la detrazione Irpef del 55% sugli interventi per la riqualificazione energetica degli edifici, ma il credito d’imposta sarà spalmato su 5 anni (non più su 3). È stato infatti approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera un emendamento dei relatori al decreto anticrisi che mantiene sostanzialmente intatto il bonus per il risparmio energetico, confermando la non retroattività delle nuove misure.”

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