Alla luce dell’ombra – 13

Si tratta di quella via verso casa di cui scriveva Hölderlin, e che in             Andenken                    conduce all’ombra, alla patria che accoglie e protegge: «Ma mi porga alcuno,/colmo di luce scura,/il calice odoroso,/ché io possa riposare, perché dolce/ sarebbe sotto l’ombra il sopore»[1].

 

Commenta Heidegger: «Questi versi non suonano forse come il mettersi in marcia alla volta dell’ambiente di casa? Ma il poeta è già arrivato in patria! O forse il mero fatto di essere arrivato non basta? Forse solo allora comincia il ritorno a casa in patria? Il restare in patria non è in alcun modo qualcosa che viene da sé… Il restare è ciò che deve essere solo nel ritorno a casa.»[2].

 

Heidegger mette in luce come la conquista della dimora non possa essere intesa nel senso del possesso, come il pensiero non possa esaurirsi nel calcolo. Per i suoi scopi Heidegger dunque si concentra sulla “luce scura” del calice, segno di un plesso tra rivelazione e nascondimento: «Il poeta chiede il dono della luce scura in cui il chiarore è attenuato. Ma questa attenuazione non indebolisce la luce del chiarore. Infatti lo scuro apre l’apparire di ciò che nasconde altro e preserva in esso l’altro che vi è nascosto»[1].

 

13.continua


[1]              cit. in M. Heidegger «Rammemorazione» (1943), in La poesia di Hölderlin, a cura di F.-W. von Herrmann, ediz. it. a cura di L. Amoroso, Adelphi, Milano, 1994, p. 140 (trad. lievemente modificata).

[2]              ibidem

[3]              op.cit., p. 143.